Caro Direttore, rispondo alla tua richiesta di informazioni sullo stato di disagio espresso dai magistrati in seguito alle recenti iniziative, anche economiche, del Governo; cercherò di essere conciso. Vorrei riuscire anche ad essere obbiettivo nonostante la mia appartenenza al quella che la classe politica definisce una “casta” privilegiata che rifiuta di cedere sui suoi ingiustificati privilegi.
L’intenso scambio di mail tra i magistrati è espressione di un vero e proprio dibattito interno alla Magistratura sul tema dei rapporti con il gruppo di potere che, "per volontà del popolo", legittimamente ci governaQuesto dibattito sta assumendo toni particolarmente intensi, sofferti ed esasperati. Esprime un malcontento forte soprattutto dei giovani.
Questo malcontento non può essere compreso dai cittadini soprattutto perché del tutto disinformati o malamente informati; non vuole essere recepito dai politici perché come ti chiarirò meglio in seguito, l’interesse politico, in questo momento, non è quello di costruire, anche attraverso le risorse umane, un ordine giudiziario efficiente ma quello di ridisegnare l’equilibrio tra il potere di governo e quello del magistrato.
Esigenza, è giusto chiarire, sulla quale non esprimo giudizi perché ciò che non condivido non è il profilo generale del problema ma il modo con il quale esso si vuole risolvere, attraverso la diffamazione.Il malcontento può comprendersi solo se provassimo a metterci, senza pregiudizi, nella prospettiva dei magistrati che lavorano nel modo indicibile con il quale la maggior parte dei magistrati opera.
Quando vedo scrivere, nelle innumerevoli email che in questo momento affollano la mia posta elettronica, di colleghi che impegnano i sabati e le domeniche per lavorare, io mi vedo allo specchio; comprendo quello che vogliono dire e credo in quello che dicono semplicemente perchè anche per me i sabati, le domeniche, il giorno di Pasqua e quello di Natale sono stati regolarmente impegnati per completare o eliminare il lavoro che mi sono sempre ritrovato sulle spalle non perchè prima non avevo lavorato ed ero andato a spasso ma semplicemente perchè questo è ciò che mi era caduto sulle spalle; quando sento parlare delle lunghe ferie dei magistrati mi viene da ridere, anzi da piangere, perchè io non sono mai riuscito ad andare in ferie senza portare nella valigia sentenze da scrivere, talvolta anche complesse; ciò che ho potuto fare con maggiore facilità da quando dispongo dei CD rom con la giurisprudenza dato che, con il mio p.c. (il mio, non quello dell’amministrazione, che si è rotto e non può essere sostituito) quei CD rom mi consentono di portare con me una intera biblioteca.Il giovane magistrato che sente parlare dei suoi alti stipendi ha motivo di arrabbiarsi dato che lo stipendio iniziale è appena al livello, anzi al di sotto, di un dattilografo della Regione Siciliana o della Assemblea; molto inferiore a quello dei giudici amministrativi e dei giudici della Corte dei Conti che pure svolgono un lavoro non più complesso ed anzi normalmente più tranquillo; ha ragione di arrabbiarsi anche il magistrato più anziano dato che lo stipendio di un magistrato della cassazione con 35/40 anni di servizio è notevolmente inferiore a quello di un dirigente amministrativo; la funzione del giudice di legittimità è meno impegnativa e professionalmente qualificata di quella di un dirigente dello Stato ? Il magistrato avverte anche il diverso metro di valutazione comune del suo operato; se un professionista imbroglia il cliente (per esempio facendogli pagare "acconti" ogni volta che lo vede senza rilasciare ricevuta e pretendendo poi una parcella nella quale non tiene conto degli acconti), fà una costruzione abusiva, esercita attività economiche produttive, il fatto non da scandalo, “sconcerto”, non è riportato dai giornali, non è motivo per un attacco alla categoria;; ogni cittadino può scrivere ed esprimere liberamente le sue idee senza essere accusato di …. parlare troppo o di occupare spazi che non gli competono; qualche avvocato può anche dire al cliente che la causa è stata persa perchè l'avversario ha corrotto il giudice o che per ottenere la libertà occorre una certa somma per pagare il giudice, o che la causa è stata persa perché il giudice è…….ignorante o cretino, in tal modo esprime, infatti, una sua idea; ogni cittadino può fare insomma tutto quello che fanno gli altri senza destare scandalo perché oggi il dovere di osservanza delle leggi è solo un optional ; un magistrato no ! se è solo accusato di una irregolarità, anche non penalmente rilevante, o se ritarda nel deposito di una sentenza di due o tre mesi, è censurabile, il procedimento disciplinare scatta automaticamente se non riesce a dimostrare che le ragioni del ritardo non gli sono imputabiliAmmetto che queste diversità possono anche farsi entrare , per la verità con una evidente forzatura, nella fisiologia dei rapporti sociali perché il magistrato ha sposato il principio di legalità e ad esso deve rispetto indipendentemente dal timore della pena mentre il cittadino, in una società che disconosce il valore di questo principio, è solo tenuto a comportarsi nel modo che gli assicuri di sottrarsi alla sanzione.Ma nella corretta gestione del rapporto sociale dovrebbe entrare anche il rispetto della persona e della dignità professionale del magistrato fino a quando non sia provato che questo, cioè l’individuo, è pigro, incapace, cialtrone
Per gli inetti noi tutti, compreso il CSM, vogliamo, anzi vorremmo applicate rigorose censure, purché con le garanzie di legge (donde il diritto del reo ad essere difeso, il dovere del giudice penale o disciplinare di condannare), del resto dovute anche ai mafiosi. Il controllo e la critica contro la magistratura dovrebbe individuare i casi di disservizio, non per colpire il corpo ma per colpire il fatto. In atto esso è invece usato solo per colpire il corpo perchè il fine non è quello del miglioramento ma quello dell'assoggettamento.Abbiamo assistito sotto tutti i governi, ed assistiamo oggi, ad una precisa involuzione dello Stato di diritto; quello che conta non è il diritto ma la legittimazione del potere; si deve perciò affossare la magistratura perché, anche se con alcuni errori, anche questi fisiologici, e normalmente emendabili dal sistema delle impugnazioni , è organo di garanzia di legalità.
Dunque, non si vuole più questo organo, si vuole un servizio giustizia governato o comunque controllato dal potere; non un garante di legalità che possa mettere sotto accusa gli esponenti elettivi del potere politico.
Non discuto della legittimità della istanza di assegnazione del privilegio della immunità alle cariche politiche (siano esse alte o basse); quello che metto in discussione è la strada che si è voluto imboccare dalla politica (di ogni colore) per raggiungere questo risultato; la strada cioè della distruzione morale di un ordine stataleIn questo contesto il danno che si sta producendo è irreversibile; le lettere di sdegno, le proteste sono forse ancora espressione di una volontà di opposizione a questa involuzione, ma sono, io temo, sopratttutto, forme di reazione rabbiosa di chi si sente attaccato mentre lavora, non una ribellione politica, come si è tentati di considerare ogni critica del sistema, ma una difesa personale della propria dignità professionale Il prossimo passaggio, la strada che stanno imboccando i giovani magistrati, quelli cioè della magistratura del domani, potrebbe condurre a risultati veramente eversivi: la giustizia e la qualità del lavoro potrebbero non interesserare più, ogni individuo potrebbe cercare solo di sgomitare per trovarsi un posto comodo, sicuro o di prestigio (id est di potere); ogni cosa può andare allo sfascio perché “così va il mondo”; potrebbe interessare a nessuno che la magistratura sia inquadrata nel sistema di potere; per i magistrati sarebbe anzi un vantaggio perché in tal modo non vi saranno più disfunzioni perchè anche per la magistratura , come per gli altri corpi (es amministrativi, giurisdizioni amministrative, autorità di controllo), ci sarà il silenzio della informazione, l'importante, per la nuova classe che si potrebbe formare, sarebbe che al corpo omologato sia assicurata la stessa posizione di privilegio che hanno gli uomini del potere.
Probabilmente tutto questo non sarebbe accaduto se fosse stata mantenuta la norma dell’art. 68 comma secondo della costituzione che testualmente stabiliva:“Senza autorizzazione delle Camere alla quale appartiene nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a procedimento penale né può essere arrestato, o altrimenti privato della libertà personale o sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, salvo che sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è obbligatorio il mandato o l’ordine di cattura”
La norma è stata modificata (in estrema sintesi la necessità dell’autorizzazione a procedere è stata esclusa per i procedimenti penali, resta per i provvedimenti restrittivi della libertà personale, le perquisizioni , le intercettazioni etc) a causa del malgoverno che di essa fu fatto da parte delle Camere, chiuse in difesa corporativa dei suoi; ma gli effetti del rimedio sono stati veramente dirompenti.
Tutto questo mi preoccupa al punto che mi sembra giunto il momento, per quanti possono farlo, di andare a casa.L'esodo è già cominciato.Proprio ieri l’altro un valentissimo giudice della Cassazione è andato a fare .... l'avvocato; alcuni mesi addietro un altro magistrato è passato alla avvocatura (che davvero non avrebbe bisogno di essere rafforzata) oggi è saldamente inserito, ha comprato lo studio in un palazzo antico, guadagna il triplo di un consigliere della cassazione con quaranta anni di anzianità; alcuni hanno lasciato per altre attività; un valoroso magistrato operante in zona di criminalità organizzata parteciperà al concorso per l’accesso alla Corte dei Conti.
Gli esempi sono innumerevoli..Chi pagherà le spese, nel domani in cui tutti saranno costretti ad aprire gli occhi, sarà il cittadino.Spero davvero di sbagliare. Il che non è del tutto impossibile, data la mia personale tendenza al pessimismo.
C’è una stampa capace di rendersi interprete di questo?Solo per chiudere voglio farti notare che il tempo impiegato per scrivere, oggi, domenica, questo appunto è stato sottratto al lavoro ordinario; mezza sentenza in meno, anche per questo sentirò quello stesso rimorso che avverto tutte le volte in cui mi forzo di andare a fare ginnastica per tenere lontano da me il pericolo di infarto.
Negli ultimi due anni ho scritto un volumetto su un tema giuridico, occupando solo le ferie e le domeniche (e subendo le reazioni della mia famiglia).
Talvolta penso alle sentenze che sarei riuscito a scrivere in più se avessi rivolto verso di loro (le sentenze) la mia attenzione.
Ma il giudice deve essere solo un sentenzificio ? L’aggiornamento professionale è un dovere per il giudice ? Probabilmente no, basterebbero delle circolari con direttive precise sulle decisioni da prendere!
A me starebbe bene, così non debbo più strizzare il mio cervello alla ricerca del diritto e del giusto .
Mario Fantacchiotti
magistrato
Sicilia Informazioni