TRASFERIMENTO EXTRACOMUNITARI CAPANNONE TIBURTINA: VELTRONI, ROMA MODELLO DI ACCOGLIENZA
Il trasferimento di tanti cittadini extracomunitari – tra i quali la gran parte richiedenti asilo – che vivevano nel capannone presso la stazione Tiburtina rappresenta un risultato importante per la città di Roma. Per molti motivi. Innanzitutto perché l’operazione si è compiuta in piena partecipazione e condivisione con le associazioni e con il coordinamento dei profughi: un percorso comune, di autentico rispetto delle persone, delle comunità, delle loro storie, del modello di autogestione che la Comunità di "Tiburtina" si era data in questi anni. Questo percorso rappresenta un esempio di civiltà ed un patrimonio importante da salvaguardare: nessuno può dimenticare cosa fosse la "Pantanella" e quali fossero le condizioni di vita di tante persone che lì dimoravano. Oggi invece Roma , tra le grandi città, realizza un modello innovativo di accoglienza di un grande numero di profughi e di richiedenti asilo: questi cittadini saranno ora ospitati in strutture accoglienti, vivranno in condizioni igienico-sanitarie adeguate, potranno vedere pienamente rispettati i propri diritti e la propria identità. L’operazione, inoltre, consentirà di avviare tutti gli interventi connessi ai lavori per la nuova stazione Tiburtina, nell’ambito di un grande progetto di riqualificazione dell’intera area che insiste nel quartiere. Abbiamo lavorato per mesi e voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questo importante risultato, dalle associazioni dei profughi, alle strutture del Comune e del Municipio, alle forze dell’ordine e della sicurezza, alle stesse Ferrovie dello Stato.
Comunicato Comune e Coord. Rifugiati RM Tiburtina: Questa mattina oltre 400 persone che vivevano nei capannoni fatiscenti della Stazione Tiburtina sono state trasferite presso strutture di accoglienza attivate dal Comune di Roma. Altre verranno sistemate nelle prossime ore. Si tratta di un’operazione di accoglienza rivolta a persone richiedenti asilo e rifugiate che è stata condotta in modo da preservare e a sostenere l’importante esperienza di autogestione ed il modello sociale sviluppatosi in questi mesi presso la Stazione Tiburtina. Nei capannoni occupati, infatti, centinaia di persone hanno convissuto sviluppando una gestione solidale ed una organizzazione comunitaria ordinata ed efficace, un modello che non va disperso ma anzi implementato ed esteso nei nuovi centri che da oggi li ospitano. Un modello che ha visto la concreta partecipazione di tante realtà del volontariato e del privato sociale, attive non solo nel sostenere la comunità di Stazione Tiburtina, ma anche nell’aiutarla nel rivendicare il proprio ruolo decisionale e rappresentativo. Un ruolo che ha visto la comunità unita nel contestare le semplificazioni con cui spesso è stata raccontata la loro esperienza e le loro storie, ed unanime nel rifiutare quel brutto nome, "Hotel Africa", con cui la loro "casa" è stata chiamata. L’intervento di accoglienza ha visto l’attivazione di tre nuovi centri di accoglienza nella città, oltre alla messa a disposizione di posti nella rete comunale già esistente dei Centri di accoglienza per richiedenti asilo/rifugiati e in quella del Programma Nazionale Asilo (P.N.A.) cui Roma aderisce. Nei nuovi centri verrà applicato, con la collaborazione del Coordinamento Stazione Tiburtina e delle associazioni che in questo periodo hanno partecipato al tavolo congiunto attivato dal Campidoglio, un modello che puntando all’autogestione ed all’auto-organizzazione consenta di replicare l’esperienza avviata nei capannoni della Tiburtina. Una filosofia di intervento che vuole uscire dall’ottica della pur importante accoglienza "primaria" introducendo un percorso condiviso e costruttivo che metta la centro non solo i diritti delle persone ma la loro dignità. Per il Comune di Roma anche un impegno difficile e concreto, in cui il Comune stesso si fa parte attiva con le sue istituzioni senza ricorrere ad alcuna delega. Una operazione che ha dimensioni senza confronti in tutto il Paese e che prevede, infatti, l’attivazione di oltre 500 posti che si vanno ad aggiungere alle migliaia che già ospitano richiedenti asilo e rifugiati. Un impegno, va sottolineato, che sopperisce alla mancanza di interventi da parte di un Governo che lascia senza alcun sostegno e assistenza persone che fuggono dalla guerra e dalla persecuzione.
Il Comune di Roma Il Coordinamento Rifugiati di Roma Tiburtina
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