MD 5 - 8 MAGGIO: XV CONGRESSO NAZIONALE A MONDELLO (PALERMO)
MAGISTRATURA DEMOCRATICA
 Il Segretario Nazionale Magistratura Democratica terrà il suo XV Congresso nazionale a Mondello (Palermo), al Mondello Palace Hotel dal 5 all' 8 maggio 2005 sul tema “Uguaglianza, diritti, giustizia”. I lavori cominceranno giovedì 5 maggio, alle ore 17,30, con la relazione del Segretario nazionale Claudio Castelli e proseguiranno nelle giornate di venerdì e sabato con un dibattito aperto a tutti. Venerdì sera è prevista la discussione e la votazione di modifiche statutarie che introducono un nuovo articolo sulla democrazia associativa e la differenza di genere e che prevedono una quota di partecipazione del 40 % per ciascun genere nelle liste per le elezioni del CDC dell'Associazione e l'elezione paritaria di uomini e donne (10 per ciascun sesso) tra i componenti stabili del Consiglio nazionale di MD. Domenica mattina è riservata alla discussione ed approvazione delle mozioni finali e all'elezione dei componenti stabili del Consiglio nazionale di M.D. Venerdì mattina è previsto l'intervento di Oscar Luigi Scalfaro, e nella stessa giornata interverrà il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Virginio Rognoni. Venerdì alle ore 19,00 è stata programmata la presentazione del dossier statistico sull'immigrazione di Caritas/Migrantes e del rapporto sui Centri di permanenza temporanea di Medici senza frontiere. Sono inoltre già programmati interventi di esponenti politici (on.li Fassino, Brutti, Fanfani, Di Lello, Forgione. Balducci), rappresentanti dell'avvocatura (avv.ti Grillo, Papa, Randazzo, Rosa), della magistratura onoraria (avv. Longo), dell'associazionismo (esponenti di CGIL, Cittadinanza Attiva, Psichiatria Democratica, ARCI, ACLI, Altroconsumo, Federconsumatori, Federazione Nazionale della Stampa), dell'università (prof.ri Costantino, Dogliani, Pizzorusso, Pulitanò, Fiandaca, Smuraglia), delle istituzioni (prof.ri Rodotà e Berlinguer), oltre che ovviamente di magistrati italiani e stranieri. Sono stati invitati tutti i segretari politici e i responsabili del settore giustizia dell'attuale opposizione. Non sono stati invece invitati né il Ministro della Giustizia, né esponenti politici dell'area governativa. Non si tratta di rifiuto del confronto, ma della presa d'atto di una politica che cerca di distruggere la giurisdizione e violentemente ostile alla magistratura, che è stata portata avanti dal Ministro e dalle forze politiche attualmente al Governo. Un invito sarebbe stata una scelta solo ipocrita. Si tratta evidentemente di una scelta sofferta e che speriamo che non si ponga più per il futuro, ma che ci è stata imposta dai fatti. La relazione introduttiva è disponibile sul sito di Magistratura Democratica (www.magistraturademocratica.it). I temi partono da una valutazione della stagione che stiamo vivendo per proseguire con la crisi del principio di eguaglianza e l'indebolimento dei diritti, per analizzare i tentativi oggi in atto di distruggere la giurisdizione e di stravolgere la Costituzione per poi proporre i pilastri di un progetto per una giustizia davvero innovativa e moderna, contrastando i veleni diffusi dalla controriforma dell'ordinamento giudiziario e costruendo alleanze con l'avvocatura, gli altri operatori dei diritto e la società civile. In particolare credo opportuno sottolineare e sottoporre alla Vostra attenzione il paragrafo 5 “Latitanza e responsabilità della politica e criminalità organizzata” e la riaffermazione di una linea di rifiuto del corporativismo e del conservatorismo. “Da sempre consideriamo perdente e inadeguata una posizione di conservazione acritica dell'attuale assetto organizzativo della giurisdizione. Tanto più ne siamo convinti oggi quando i disegni di legge governativi guardano al passato e sono ossessionati dalla priorità di riassestare i rapporti tra magistratura e politica in favore della seconda. Un progetto di vera innovazione deve muovere anzitutto dalle potenzialità delle nuove tecnologie e forme di comunicazione. Non si tratta semplicemente di inserire qualche iniezione di informatica nella struttura esistente, ma di ripensare tutta l'organizzazione, le procedure, gli assetti territoriali della giustizia alla luce delle possibilità fornite da queste tecnologie.” Claudio Castelli Milano, 3 maggio 2005
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