Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Oggi a Barrafranca i funerali del tredicenne. Tutta la città si è fermata
Enna, ragazzino ucciso: quattro gli indagati
Si tratterebbe di due suoi compagni di scuola e dei loro padrini. Dietro l'omicidio potrebbe esserci una storia di violenze sessuali
Una manifestazione promossa dai compagni di scuola di Francesco (Ansa)
ENNA - Sarebbero almeno quattro gli indagati per la morte del tredicenne Francesco Ferreri, ucciso a Barrafranca (Enna). Fonti investigative fanno capire, però, che potrebbero essercene altri.
Appare confermato dunque lo scenario del coinvolgimento delle quattro persone finora considerate al centro del delitto: due minori e due adulti che con tutta probabilità sono i due fratelli - compagni di scuola della vittima, e i loro due padrini di cresima, finiti
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Un'immagine recente di Francesco Ferreri (Fotogramma) |
sotto la lente degli inquirenti sin quasi dall'inizio dell'inchiesta.
I FUNERALI - Intanto oggi è anche il giorno dei funerali di Francesco. La cerimonia è in corso. Davanti all'abitazione del giovane è stato portato un abete sul quale ieri, durante un corteo, i compagni di Francesco hanno appeso dei bigliettini: poesie e lettere al loro piccolo amico. «Sono il tuo compagno, e provo rabbia», è scritto in un foglietto. Un'intera cittadina si è fermata per dire no alla violenza gratuita di cui ormai è chiaro, il tredicenne è stato vittima. Le strade sono tappezzate di manifesti con frasi di conforto per la famiglia, pensieri di ricordi di Francesco. Tante le foto che tappezzano i muri ritraggono la giovanissima vittima mentre sorride.
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Il luogo del ritrovamento del cadavere di Francesco (Fotogramma) | LE INDAGINI - Ieri l'autopsia aveva escluso violenze sessuali. Chi lo ha ferocemente ucciso, ha inferto diversi colpi in testa, forse quindici, con una spranga di ferro e una pietra. La frattura a un braccio, confermerebbe che Francesco ha tentato di difendersi dai suoi aggressori. Il quadro che a questo punto sembra definirsi, anche se si tratta solo di ipotesi, è che Francesco Ferreri abbia subito prepotenze e vessazioni da parte del minorenne suo compagno di doposcuola e in paese si parla anche di tentativi di approcci sessuali forse da parte del padrino del ragazzo sospettato. Sembra che Francesco abbia raccontato l'episodio in famiglia e che da qui siano iniziate le minacce da parte del compagno e del fratello quindicenne.
Forse, nel timore di una denuncia, i due ragazzi con l'aiuto del padrino e del suo amico, avrebbero attirato Francesco in una trappola per eliminarlo o per dargli una lezione per spaventarlo. E l' indagine non si ferma all'omicidio, perchè sta scoperchiando un torbido giro fatto di violenze e di sesso, che coinvolge anche persone non del luogo. Si parla pure di foto misteriose. Un scenario che sta venendo fuori anche dalle decine e decine di interrogatori, che proseguono. Ieri, fino in tarda serata, è stata ascoltata a lungo un'altra persona nella caserma dei carabinieri di Enna. Si tratterebbe della mamma dei due ragazzi sospettati. 22 dicembre 2005http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/12_Dicembre/22/enna.shtml
Roma, la donna e il ragazzo colpiti nel sonno qualche giorno fa La loro morte collegata al cadavere dell'uomo trovato domenica Decapita la moglie, uccide il figlio poi muore di infarto nella sua auto ROMA - Tragedia familiare alla periferia di Roma. Una donna e suo figlio sono stati trovati morti oggi pomeriggio in un appartamento in via dell'Acquedotto Alessandrino, nel quartiere romano di Torpignattara. Si pensa a un duplice omicidio messo in atto qualche giorno fa dal marito della donna: l'uomo è stato trovato domenica nella sua auto, stroncato da un infarto. Patrizia Valentini, 50 anni, e il figlio Fabio, 25 anni, con un disagio psichico, sono stati uccisi ognuno nel proprio letto. Secondo il medico legale i due erano morti da qualche giorno e sarebbero stati uccisi nel sonno, con molta violenza con un oggetto non ancora trovato dagli investigatori. La donna è stata decapitata e secondo alcune indiscrezioni la testa, tagliata probabilmente con un'ascia o un oggetto molto affilato, non si troverebbe nell'appartamento. Inizialmente si era pensato a un omicidio-suicidio, forse dovuto proprio alla malattia del ragazzo. Ma ci sono volute alcune ore per portare i carabinieri sulla strada di quella che era la verità. Il sospetto degli investigatori è nato quasi subito, mettendo in relazione la morte di un uomo trovato poco distante dall'abitazione nella sua auto, nella notte tra sabato e domenica, colpito da un infarto. Quell'uomo era Domenico Tartaglia, 67 anni, in pensione da qualche anno. La sua morte, potrebbe essere arrivata proprio per il dolore di un gesto istintivo e disperato che aveva compiuto forse, qualche giorno fa. L'uomo ha poi coperto i corpi e ha scritto qualche parola su un biglietto lasciandolo poi sul comodino. Secondo una valutazione degli inquirenti il gesto di estrema disperazione e efferatezza sarebbe spiegato anche da alcune parole lasciate scritte da Domenico Tartaglia. L'uomo avrebbe infatti accennato ai problemi di depressione che la moglie aveva e alla malattia psichica del figlio. Quello che resta adesso della storia della famiglia Tartaglia sono i ricordi dei vicini che hanno raccontato quanto "la famiglia fosse esasperata" dalla malattia di Fabio. Un ragazzo la cui condizione era seguita anche da un centro di igiene mentale e che ha dato vita nel corso degli anni a continue liti di giorno e di notte. Ma era un dramma vissuto tra le quattro mura domestiche. Mai un gesto di troppo al di fuori della casa, mai una parola che lasciasse trasparire il dramma. Solo urla che arrivavano dalla casa. Secondo i vicini, più volte dall'appartamento al primo piano erano state udite urla ed erano intervenute le forze dell'ordine per sedare liti tra moglie, marito e figlio. La coppia negli ultimi tempi litigava spesso in particolare per motivi economici legati al mantenimento del figlio Fabio. (20 dicembre 2005) http://www.repubblica.it/2005/l/sezioni/cronaca/acqaless/acqaless/acqaless.html
Le vittime sarebbero due ragazzine di 13 anni Sulle indagini massimo riserbo degli investigatori Nuovo caso violenza sessuale si indaga su due minorenni
L'AQUILA - La Procura per i minorenni dell'Aquila sta indagando su un nuovo caso di violenza sessuale che sarebbe stata perpetrata da minorenni su ragazzine in Abruzzo. Secondo quanto si è appreso, si tratta di violenze su due ragazze di 13 anni. Secondo alcune fonti, l'inchiesta si concentrerebbe per ora su uno o due minorenni extracomunitari che si presume siano responsabili dello stupro. Gli investigatori, al momento, mantengono uno strettissimo riserbo sulle indagini. Non si esclude però che, come avvenuto in almeno due occasioni a Lanciano, sempre in Abruzzo, abbia agito un 'branco' formato da più ragazzi. Secondo quanto si è appreso, non esisterebbe ancora una denuncia ufficiale e dettagliata. Un imput alle indagini potrebbe averlo comunque dato il genitore di una delle due ragazzine, vittime della presunte violenze. Le nuove presunte violenze sessuali riportano alla memoria l'episodio venuto alla luce nel luglio scorso riguardante un "branco" formato da sette minorenni fra i 15 e i 17 anni, e un maggiorenne, tutti romeni, che avevano abusato sessualmente di due sorelle, una di 14 e l'altra di 12 anni, entrambe dell'Aquila. Le ragazzine erano le fidanzate di due dei sette giovanissimi. Tra questi c'erano alcuni clandestini. I due, secondo le informazioni circolate all'epoca, le avrebbero costrette ad avere rapporti con gli amici, con la minaccia di interrompere la relazione sentimentale qualora si fossero rifiutate. La vicenda era emersa nell'ambiente scolastico, su segnalazione di alcune amiche delle giovani che ne erano venute a conoscenza dopo aver visto alcune scene dei rapporti sessuali girate con i videotelefonini. Secondo l'accusa, infatti, coloro che non partecipavano attivamente al "rito" filmavano con i cellulari i rapporti sessuali. (20 dicembre 2005) http://www.repubblica.it/2005/l/sezioni/cronaca/violenzasess1/abruzzo/abruzzo.html
Scoparso tredicenne in Sicilia I carabinieri: "aiutateci a ritrovarlo"
ACIREALE (Catania) - In Sicilia è scomparso un ragazzo di tredici anni. Tre giorni dopo la tragica notizia del ritrovamento del cadavere di un coetaneo ad Enna, ieri è stata denunicata la scomparsa di un altro ragazzino ad Acireale: la madre aveva accompagnato Daniele a scuola, al liceo classico Gulli e Pennisi, ma lui non è mai entrato in classe. Secondo le prime ipotesi investigative il ragazzo sarebbe fuggito per evitare di essere rimproverato dai genitori del suo cattivo rendimento scolastico alla vigilia dell'incontro con i suoi insegnanti. Daniele vestiva un paio di jeans, maglione azzurro e giubbotto nero. Avrebbe con sé 60-70 euro, la somma che aveva raccolto con altri amici per comprare un regalo ad un coetaneo che stava poco bene. I carabinieri hanno chiesto la collaborazione dei cittadini e di segnalare al 112 particolari che potrebbero essere utili alle indagini e al ritrovamento di Daniele. (21-12-2005) http://www.repubblica.it/2005/l/sezioni/cronaca/scomparso/scomparso/scomparso.html
La ragazzina aveva parcheggiato il motorino nel box del palazzo Dell'aggressore ha potuto fornire solo una descrizione sommaria Firenze, stupro nel garage di casa. Notte da incubo per una 15enne
FIRENZE - Violentata nel garage della sua abitazione. E' accaduto la notte scorsa a Firenze, nella zona di Rifredi. La vittima, una ragazzina di 15 anni, era rientrata a casa dopo essere stata da un amico e aveva parcheggiato il motorino nel box del palazzo dove vive con la famiglia. La giovane stava chiudendo la porta d'ingresso dell'autorimessa quando si è sentita afferrare alle spalle da un uomo che l'ha spinta in un angolo buio del garage e l'ha violentata, fuggendo poi a piedi. La quindicenne è corsa dalla madre e le ha raccontato quello che le era successo. La studentessa ha potuto dare solo una vaga descrizione dell'aggressore: ha detto che era sui 30-35 anni, che le aveva parlato in italiano ma non ha saputo dire di quale nazionalità fosse. I carabinieri hanno compiuto accertamenti e recuperato alcuni reperti su cui stanno indagando. "Si tratta di un fatto grave che ci ha colpito profondamente" ha dichiarato il sindaco Leonardo Domenici. "Desidero esprimere la mia solidarietà alla famiglia e alla giovane che ha subito questo trauma; siamo a disposizione per qualunque richiesta che possa aiutarli a superare lo choc. Siamo molto preoccupati per un episodio inquietante, a cui la nostra città non è abituata. Spero che le indagini possano al più presto portare all'identificazione del colpevole". (13 dicembre 2005) http://www.repubblica.it/2005/l/sezioni/cronaca/violenzasess1/vioga/vioga.html
Da oggi è in rete il sito unicostmilano.it (www.unicostmilano.it) che si propone come punto di elaborazione per la cultura giuridica costiuzionale e che raccoglie anche tutti provvedimenti giudiziari di particolare interesse. Il sito è ovviamente aperto ai contributi di tutti i magistrati, giuristi ed esponenti del mondo sociale. Di seguito l'articolo di presentazione.
 La cultura dei diritti
Provare a fare cultura dei diritti significa riflettere sul lavoro quotidiano che i magistrati sono chiamati a svolgere nell’ambito della funzione giurisdizionale per capire la genesi del comportamento illecito, valutare la presenza di nuovi fenomeni sociali, studiare i meccanismi applicativi delle norme sostanziali e processuali e quindi proporre al dibattito il risultato di esperienze personali e di confronto.
I magistrati che si riconoscono nei valori di Unità per la Costituzione (pluralismo ideale, terzietà costituzionale, indipendenza reale anche praticata), e quindi che vivono il lavoro giudiziario con senso istituzionale e tensione sociale, avvertono la necessità che proprio da Milano - sede giudiziaria di grande tradizione, di interpretazione normativa d’avanguardia e di dibattito giuridico sempre vivo - possa ripartire la ricerca di un’etica delle istituzioni che sia ricca di una cultura dei diritti e che abbandoni quei processi degenerativi di patologica contrapposizione che hanno caratterizzato lunghe fasi di questi ultimi tempi.
Unità per la Costituzione è una “corrente” della magistratura. Il termine corrente - che potremmo sostituire con gruppo di ritrovo ideale, con luogo di elaborazione di idee sulla giurisdizione e per il diritto - viene usato nel linguaggio comune per sostenere che i magistrati fanno politica e che gli “apparati correntizi” costituiscono piccoli partiti caricati di tutte le valenze negative di queste aggregazioni democratiche: logiche di appartenenza, clientele, contrapposizioni laceranti nei momenti elettorali interni. Ma vivere un ruolo di magistrato culturalmente attento al divenire sociale non significa fare politica nella giurisdizione, orientare cioè una decisione per finalità che vadano oltre l’interpretazione normativa e che rispondano a pulsioni ideologiche.
Entra in gioco il modello di magistrato che si vorrebbe disegnare. Da un lato c’è chi auspicherebbe che il magistrato vivesse in un eremo esistenziale, un po’ burocrate un po’ indifferente alla storia, dall’altro c’è chi propone un modello costituzionale, indipendente ed autonomo, attento verso tutte le tensioni che provengono dalla cultura e dalle vicende delle persone che deve quotidianamente giudicare.
I magistrati di Unità per la Costituzione si riconoscono in questa figura di magistrato costituzionale calato nella società di inizio del terzo millennio. Ma fare cultura dei diritti significa anche cogliere le aspettative dei cittadini verso chi deve amministrare giustizia e quindi essere pronti a mettere in discussione ogni ritenuta certezza.
Fabio Roia Magistrato- Segretario Distrettuale di Unità per la Costituzione ***

Formata la squadra iniziale per le prossime elezioni del Consiglio Superiore della Magistratura.
Dopo un lungo percorso - definibile di “primarie”- che ha coinvolto tutti i magistrati aderenti al progetto di Unità per la Costituzione il Comitato di Coordinamento (composto da 94 componenti fra membri elettivi e di diritto) ha designato in data 17/12/2005 i candidati per le prossime elezioni del Consiglio Superiore della Magistratura.
Tutte le assemblee dei distretti giudiziari si sono pronunciate su eventuali candidature locali da proporre in sede nazionale o sulla necessità di aderire ad indicazioni provenienti da altri distretti con la consapevolezza che la prossima componente consiliare dovrà rappresentare unitariamente - conoscendola - tutta la geografia giudiziaria italiana per interpretare in maniera costituzionalmente orientata la disciplina di riforma dell’ordinamento giudiziario.
Le designazioni locali hanno indicato:
- per il collegio della legittimità: Giuseppe Maria Berruti (Corte di Cassazione)
- per il collegio dei Pubblici Ministeri: Carlo Fucci (Procura di Santa Maria Capua Vetere)
- per il collegio dei Giudici: Luisa Napolitano (Tribunale di Treviso), Fabio Roia (Tribunale di Milano), Roberto Carrelli Palombi (Tribunale di Roma), Alberto Liguori (Magistrato di Sorveglianza di Cosenza), Alfonso Pappalardo (Tribunale di Bari), Francesco Mannino (Corte d’Appello di Catania).
Dopo la rinuncia in sede nazionale di Alberto Liguori, il Comitato di Coordinamento ha designato (con voto limitato ed a scrutinio segreto):
- per il collegio di legittimità: Giuseppe Maria Berruti; collegio dei Pubblici Ministeri: Carlo Fucci; collegio dei Giudici: Fabio Roia, Luisa Napolitano, Roberto Carrelli Palombi, Francesco Mannino.
I candidati designati - che potranno essere successivamente integrati nel numero in relazione anche ad eventuali modifiche legislative in materia - lavoreranno, d’intesa con la segreteria nazionale, al programma raccogliendo le indicazioni provenienti da tutti i colleghi.
A tal fine sul sito www.unicostmilano.it viene istituito un apposito forum dove raccogliere tutte le riflessioni in materia di competenza, funzionalità, attività del Consiglio Superiore della Magistratura.
Roma 18 dicembre 2005 La segreteria di Milano

Clicca per leggere e ingrandire tutta la "poesia" 1 e 2 di seguito il testo che gira in rete ...
La voce del Padrone
La voce del Padrone la ascolti a tempo perso se parla a colazione va tutto di traverso
"... burocrazia togata che fa giustizialismo è molto più violenta e odiosa del fascismo"
e questo è il suo buongiorno lo sputa dalla radio la clac che gli sta intorno gli fa un tifo da stadio
"Questa è una lotta dura sono un perseguitato questa Magistratura è un cancro che va estirpato"
entrando poi nel bar a prendere un caffè lo vedi in televisione che dice, rivolto a te
"Come avevo promesso le strade son più sicure non più rapine in villa basta con le paure!"
salgo a casa di amici lo vedo in televisione lui parla di tasse ed ICI e fa questa affermazione
"Quello che ho detto ieri oggi non ha alcun peso signori, siamo seri ... sono stato frainteso!"
la voce è ancora presente in qualche radio accesa è stridula e insistente convinta di fare presa
"La sinistra italiana è amica dei terroristi Prodinotti, D'Alema e Mussi son catto - comunisti"
Su sette televisioni appare al telegiornale, in 6 schermi a 16/9 e in un modello tradizionale
"Avevo 12 anni e qualche mese si era in campagna elettorale i comunisti del paese mi picchiarono in modo brutale"
Povera stella, bambino innocente parte la farsa del vittimismo ma eccolo spunta da un'altra emittente che ancora parla di comunismo
"Questi diessini hanno un losco passato: personalmente li ho conteggiati il comunismo bensì ha provocato cento milioni di morti ammazzati"
Ci manca poco che buchi lo schermo che esca dal video e mi prenda le mani mi faccia guardare, tenendomi fermo che firma un contratto con gli italiani.
"Con Bruno Vespa, con Socci, con Fede, Mentana, Ferrara e il vecchio Guzzanti c'è un filo diretto dalla nostra sede son bravi, son buoni e non demonizzanti
la voce ora parla di esseri immondi che lo calunniano senza riposo ispiratori dei Girotondi e pronti anche all'uso criminoso
"... e ricordandovi quelli di prima, Biagi, Santoro e Daniele Luttazzi ch'eran persone non degne di stima, eran tutt'altro che "bravi ragazzi" "
Lo trovi cucinato in tutte le salse con il suo bagaglio a mano di promesse false con il suo codazzo di ben pagati servi con la richiesta assurda di conoscer papà Cervi
Lo vedo ancora, se cambio canale sorride alla telecamera accesa lo sentono in tutto lo stivale racconta l'ennesima grande impresa
"Ho catturato, con rete e tridente 200 terroristi qui al Colosseo e fra gli applausi di tanta gente li ho messi in mostra come trofeo"
ora sta in mezzo a una folla festante sazia, beota, felice e contenta che inneggia alla gloria di tale gigante che di somigliargli, nel successo, tenta
"... miei cari elettori di me vi ho fatto mostra. Il governo dell'Italia ... è cosa nostra! Dal bene ho preso spunto, lo dico con clamore io son pur sempre l'Unto ... l'Unto del Signoreeeeee!!!!!
L'Anm non parteciperà alle cerimonie nei distretti di Corte d'appello il 28 gennaio I giudici denunciano "un lucido disegno per marginalizzare il ruolo delle toghe"
I magistrati contro la riforma "Diserteremo l'anno giudiziario"
ROMA - All'inaugurazione dell'anno giudiziario, i magistrati non ci saranno: protestano contro la riforma della Giustizia. Saranno presenti solo all'inaugurazione presso la Corte di Cassazione e solo perché è stato invitato il presidente Ciampi al quale riservano "un doveroso rispetto". "La riforma - spiegano i giudici - non è più una legge del Polo ma una legge dello Stato alla quale non possiamo disobbedire, ma dobbiamo fare tutto ciò che è possibile per modificarla".
Annunciando la manifestazione del 28 gennaio, il presidente dell'Anm Ciro Riviezzo ha detto che gli schemi dei decreti attuativi della "controriforma dell'ordinamento giudiziario" non hanno affrontato né risolto i nodi segnalati dalla magistratura: "Non vogliamo discutere la politica giudiziaria di questo o quel governo - ha detto Riviezzo - ma notiamo un lucido disegno di marginalizzazione del ruolo della magistratura".
Secondo il segretario dell'Anm Antonio Patrono la riforma "cadrà, ma bisogna vedere tra quanto tempo e dopo quali danni. Noi continuiamo la protesta e a discutere con maggioranza e opposizione cercando di convincere quest'ultima a cambiare una riforma non solo sbagliata, ma inapplicabile". Carlo Fucci, vice presidente dell'Anm, dice: "Dobbiamo chiedere a chi governerà di bloccare, modificare e trasformare la riforma nel rispetto della Costituzione. Non possiamo dire no a una legge dello Stato ma ridurre e limitare i danni, coinvolgendo la Corte costituzionale per bloccare lo scempio".
Concordi nella scelta della protesta tutte le componenti dell'associazione. Il procuratore di Venezia Vittorio Borraccetti di Magistratura democratica, ha detto: "E' nostra intenzione dare un segnale molto forte contro una riforma che limita l'autonomia e l'indipendenza della magistratura e mortifica la funzione giurisdizionale ma anche per denunciare l'incuria totale del governo sui problemi della giustizia".
"Diserteremo le cerimonie - gli ha fatto eco il vicepresidente dell'Anm Carlo Fucci di Unità costituzionale - per contestare una riforma che non condividiamo e per spiegare all'opinione pubblica che i problemi della giustizia non sono stati affrontati durante questa legislatura".
(17 dicembre 2005) http://www.repubblica.it/2005/l/sezioni/politica/toghe1/toghe1/toghe1.html
EUGIUS relazione:
Convegno - Alcol e stupefacenti nel nuovo Codice della Strada
Il Centro Studi del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma, diretto dal Cons. Avv. Fioravante Carletti, http://www.ordineavvocati.roma.it/NotizieOrdine/Notizie.asp, il 16 dicembre 2005 ha organizzato presso la sua sede di Via Valedier, 42 un Convegno di studio su "Alcol e stupefacenti nel nuovo Codice della Strada", moderatore lo stesso. Avv.Fioravante Carletti.
Ha introdotto i lavori l'Avv. Vincenzo Sinopoli (noto avvocato penalista del Foro di Roma e candidato alle prossime elezioni per il rinovo del Consiglio), il quale, da perfetto esperto della materia, ha svolto una relazione panoramica su tutta la normativa che regola l'uso di alcol e stupefacenti, concludendo con l'esame della più affermata e recente giurisprudenza.
Sulla seconda parte del convegno, I CONTROLLI SU STRADA, relativamente all'aspetto prettamente scientifico e medico del problema, sono intervenuti la Prof. Dott. Annunziata Lopez e il Prof. Dott. Francesco Saverio Romolo (entrambi docenti di Tossicologia Forense presso il Dipartimento di Medicina Legale dell'Università di Roma "La Sapienza"), i quali, alternandosi in un pregevole duetto di elevatissimo livello scientifico, hanno rappresentato i vari gradi di tolleranza e di uso-abuso delle sostanze alcooliche e psicostimolanti, nonché le notevoli difficoltà di un preciso accertamento scientifico dello stato di assunzione delle suddette sostanze, mettendo conseguentemente in chiara evidenza la labilità e l'insicurezza delle varie metodologie di accertamento comunemente ed abitualmente in uso.
Sul CONSENSO INFORMATO e la problematica delicata della sottoposizione coattiva del guidatore al test alcolimetrico è intervenuto il Prof. Gian Paolo Cioccia (docente presso la Scuola di Specializzazione di Medicina Legale - Università di Roma "La Sapienza"), il quale ha fornito un contributo notevole, anche attraverso una piacevole illustrazione grafica con diapositive, alla comprensione delle specifiche questioni tecnico-giuridiche che investono la materia.
Per le problematiche tecniche relative al RINNOVO DELLA PATENTE, quarta parte del convegno, riguardante le persone alcolizzate e tossicodipendenti, ha parlato la Dott. Biancamaria Lanzetta (Medico Capo della Polizia di Stato), che ha svolto una interessante e completa esposizione, arricchita dalla proiezione di diapositive, delle complesse difficoltà in cui si trovano gli Organi amministrativi di controllo per cercare di trovare ed adottare a livello nazionale una regolamentazione uniforme di strumenti tecnici e giuridici.
Ha chiuso i lavori il Dott. Gennaro Francione (Giudice Monocratico presso il Tribunale Penale di Roma) il quale, presentando in anteprima il saggio appena uscito "Le nuove frontiere della Droga. La via medicinale" (Progresso giuridico, Roma dicembre 2005), ha sottolineato l'inutilità della repressione penalistica nell'uso di droghe, proponendo la nuova via medicinale che sostituisce al carcere la cura (preventiva e successiva), le sole sanzioni amministrative(ad es. nel caso della legge esaminata il sequestro del veicolo) e misure di sicurezza sul territorio. In particolare ha illustrato una imminente questione di costituzionalità da lui prospettata dell'intera normativa di repressione della droga là dove non consideri il tossicodipendente autore di crimini (spaccio e altro) come un autentico malato non da punire in carcere ma solo da curare. Ciò trovando fondamento nella stessa Corte Cost. che, con sentenza n. 114/1998, ha affermato il collegamento col concetto d'infermità scriminante dell'intossicazione da alcool e da stupefacenti sia pur specificando che è: "colpevole quella acuta, sia pure dandosi spazio a tutti i trattamenti di recupero e agli altri provvedimenti ritenuti adeguati sul piano dell'applicazione e dell'esecuzione delle pene; incolpevole, o meno colpevole, quella cronica, sia pure attraverso il passaggio, nell'ipotesi della pena soltanto diminuita, per la discussa e discutibile figura della semi-imputabilità".
Alcuni dei partecipanti al convegno saranno presenti sui medesimi argomenti alla trasmissione "Roma città aperta" in onda su Roma Uno tv (canale 31 in chiaro, canale 860 piattaforma Sky) giovedì 22 dicembre dalle ore 16 alle ore 18,30
UNIONE EUROPEA GIUDICI SCRITTORI(EUGIUS): LA NUOVA UNIONE DEI GIUDICI UMANISTI D'EUROPA: http://www.antiarte.it/eugius
Associazione Nazionale Magistrati
 COMITATO DIRETTIVO CENTRALE
Il Comitato Direttivo Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati
All’esito della Assemblea nazionale del 17 dicembre 2005
Preso atto degli ulteriori passi della controriforma dell’ordinamento giudiziario con l’approvazione da parte del Governo degli schemi dei decreti legislativi.
Rilevato che i contenuti degli schemi presentati per il parere alle Camere accentuano i profili di allarme che già derivavano dalla legge delega, in quanto lungi da attenuare o da migliorare gli aspetti di più rilevante contrasto con i principi costituzionali e con le esigenze di funzionalità del servizio, aggiungono previsioni peggiorative del testo della legge-delega.
Preso atto della perdurante, intollerabile, inerzia e delle gravissime inadempienze del Ministro della Giustizia di fronte alla crisi di funzionalità dell’apparato giudiziario.
All’esito dei seminari interdistrettuali di dicembre a Napoli, Bari, Palermo e Milano sulla funzionalità degli uffici giudiziari.
DELIBERA
La convocazione di assemblee in ogni distretto di Corte d’Appello per il giorno 26 gennaio 2006 alle quali invitare esponenti della avvocatura, delle università e rappresentanti del personale amministrativo per una analisi della relazione del Ministro al Parlamento sullo stato della giustizia; per la denuncia delle situazioni di crisi di funzionalità nelle singole sedi, e per un confronto sugli interventi necessari per migliorare la funzionalità del servizio.
La non partecipazione alle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario che si terranno nei distretti di Corte d’Appello il 28 gennaio 2006; ferma restando la partecipazione alla inaugurazione presso la Corte di Cassazione esclusivamente in ragione del doveroso rispetto per la presenza istituzionale del Capo dello Stato.
Dà mandato alla giunta di stabilire le opportune modalità organizzative delle iniziative.
Roma, 17 dicembre 2005 Approvato con un voto contrario
Associazione Nazionale Magistrati

I magistrati per il trasferimento immediato del settore civile alla Torre A del Palazzo di Giustizia di Napoli
L’avvenuta presentazione da parte del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli del ricorso al T.A.R. avverso il decreto di trasferimento del settore civile dagli attuali edifici alla Torre A del Centro direzionale si aggiunge all’inammissibile inerzia finora tenuta dalle Autorità competenti a disporre concretamente, come è loro preciso obbligo, il detto trasferimento.
Le condizioni in cui operano magistrati, avvocati e personale amministrativo napoletani addetti al settore civile sono inaccettabili e non possono essere, e non saranno, ulteriormente sopportate. Anche la recente visita effettuata in occasione della manifestazione sulla funzionalità tenutasi a Napoli il 3 dicembre scorso, i cui risultati sono stati ampiamente riportati dalla stampa locale, ha dimostrato la gravità e la pericolosità della situazione, soprattutto del Palazzo in Piazza San Francesco. I cittadini napoletani hanno diritto a veder esercitare giustizia con efficienza. I magistrati, gli avvocati, il personale, hanno diritto di lavorare in condizioni di sicurezza e di decoro.
Il trasferimento alla Torre A è possibile e urgente. Si possono e si debbono superare immediatamente le difficoltà burocratiche connesse ad un atto comunque complesso. Le ragioni addotte nel ricorso del Consiglio dell’Ordine, oltre che infondate, appaiono pretestuose, a fronte del degrado assoluto in cui operano attualmente gli uffici. Gli organi locali dell’A. N. M. da sempre auspicano che il trasferimento dell’intero settore civile avvenga al più presto. Se questa è la preoccupazione degli avvocati napoletani, autorevolmente espressa nella citata manifestazione del 3 dicembre scorso, essi sappiano che trovano nei magistrati gli alleati più fermi nel pretendere l’attuazione nel minor tempo possibile dello spostamento di tutti gli uffici. Occorre iniziare da subito il trasferimento, a partire dalle situazioni maggiormente pericolose e disastrate, e completarlo nei tempi più celeri. Gli inevitabili disagi, ai quali saranno sottoposti gli operatori nel periodo di transizione, sono nulla nei confronti dell’insostenibilità della situazione attuale.
L’Associazione Nazionale Magistrati sosterrà in pieno e senza riserve l’azione dei colleghi che intenderanno opporsi al ricorso presentato in sede amministrativa, nonché le altre iniziative utili e necessarie. Deve essere chiaro a tutti che l’intera magistratura associata è schierata a favore del trasferimento immediato, e che non consentirà ulteriormente che si continui ad operare in condizioni illegali e pericolose. Per questo, l’A.N.M.
METTE FORMALMENTE IN MORA tutte le Autorità responsabili a fare quanto necessario per rendere operativo il disposto trasferimento.
Roma, 17 dicembre 2005 La Giunta Esecutiva Centrale
Associazione Nazionale Magistrati

LA CONTRORIFORMA DELL’ORDINAMENTO GIUDIZIARIO DECRETI PEGGIORI DELLA DELEGA
Il Governo sta presentando gli schemi dei decreti legislativi di attuazione della riforma dell’ordinamento giudiziario. L’Associazione Nazionale Magistrati esprime ancora una volta la propria contrarietà a norme che cambieranno in peggio la magistratura italiana.
Noi non vogliamo:
- magistrati carrieristi ed un sistema di progressione in carriera che premia i più furbi invece che i più meritevoli sul campo;
- dirigenti degli uffici che saranno, al tempo stesso, onnipotenti e intimiditi, in virtù di una riforma che consentirà ai procuratori della repubblica perfino di imporre obblighi di facere ai loro sostituti, e imporrà a tutti i dirigenti di denunciare ai titolari dell’azione disciplinare qualsivoglia presunta manchevolezza degli altri magistrati;
- magistrati minacciati dall’obbligatorietà dell’azione disciplinare e da fattispecie vaghe e imprecisate;
- una scuola della magistratura che serva solo a distribuire certificati e non a formare ed aggiornare;
- un C.S.M. privato delle sue prerogative costituzionali, ridotto a ratificare l’operato di commissioni esterne di valutazione dei magistrati;
- il conformismo giurisprudenziale di magistrati preoccupati più di “fare carriera” che di rendere giustizia.
Noi vogliamo invece un C.S.M. credibile, forte ed efficiente, magistrati privi di condizionamenti e attrezzati professionalmente, dirigenti degli uffici giudiziari maturi ed autorevoli, una formazione professionale costante e razionale.
Nulla di tutto ciò è possibile con questa legge.
Si può fare solo una cosa: occorre una riforma vera, aderente alle esigenze della società italiana e rispettosa dei precetti costituzionali.
L’A.N.M. chiama ancora una volta i magistrati ad esprimere la loro motivata protesta il 17 dicembre 2005 ore 10.00 Roma - Aula Magna - Corte Suprema di Cassazione
Al termine della manifestazione si riunirà il Comitato Direttivo Centrale dell’ANM per decidere le ulteriori iniziative.
Net of Artists Against Wars Italy
Appeal to the kidnappers for the liberation of the 4 volunteers of the Christian Peacemaker Team The Net of the Artists Against Wars appreciates and estimates the job of the volunteers of the Christian Peacemaker Team. They daily operate in the zones of the conflicts, and in particular in Palestine and Iraq, putting themselves in game and risking the life in order to help the civil victims of the wars and of the social and humanitarian emergencies. For years we follow with attention the actions of the four volunteers of the Christian Peace Team in Iraq, and therefore we can affirm, that they are persons who only work for the Iraqi population and against the imperialist interests. The moral and political engagement of the Christian Peacemaker Team is transparent: in fact they have been the first to have given news to the world of the horrors perpetrated against the Iraqi prisoners in the jail of Abu Ghraib. The seizure of four CPT volunteers and their detainment are not useful to the fight of the Iraqi people for its independence. We ask the kidnappers to free the hostages, because they are real friends of the Iraqi people. The Net of Artists will participate to all the public initiatives of solidarity, that will be kept in Italy for the four volunteers of the Christian Peacemaker Team and for the Iraqi people. Net Artists Against Wars - Italy
Rete Artisti contro le guerre Italia
Appello ai Sequestratori per la liberazione dei 4 volontari del Christian Peacemaker Team La rete degli Artisti contro le guerre apprezza e stima il lavoro dei volontari Christian Peacemaker Team. Essi operano nelle zone dei conflitti, ed in particolare in Palestina ed in Iraq, mettendo in gioco sé stessi e rischiando quotidianamente la vita per aiutare i civili vittime delle guerre e delle emergenze sociali e umanitarie. Da anni seguiamo con attenzione l'operato dei quattro volontari del Christian Peace Teams in Iraq, e da questo possiamo affermare, che si tratta di persone che lavorano solo per il bene della popolazione irachena e contro gli interessi imperialisti globali. L' impegno morale e politico di Christian Peacemaker Teams è limpido: essi infatti sono stati i primi ad aver dato notizia al mondo degli orrori perpetrati contro i detenuti iracheni nel carcere di Abu Ghraib. Il sequestro dei quattro volontari CPT e la loro detenzione, non è utile alla lotta del popolo iracheno per la propria indipendenza. Ci rivolgiamo ai sequestratori affinché liberino subito gli ostaggi, essi sono quattro uomini veramente amici del popolo iracheno. La Rete Artisti parteciperà a tutte le iniziative di piazza, che si terranno in Italia a titolo di solidarietà nei confronti dei quattro volontari del Christian Peacemaker Teams e nei confronti del popolo iracheno. Rete Artisti contro le guerre - Italia
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