Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Associazione Nazionale Magistrati
La Giunta Esecutiva Centrale esprime pieno apprezzamento e convinta adesione alle dichiarazioni con le quali il 22 ottobre u.s. il Presidente della Repubblica, anche nella sua veste di Presidente del CSM, intervenendo sulle recenti polemiche suscitate da vicende giudiziarie, ha assicurato la sua attenzione sui temi di giustizia e sul fisiologico sviluppo dell’attività giudiziaria e delle indagini in corso ed ha invitato nel contempo tutti alla riservatezza ed al rispetto delle regole fissate da leggi e da codici deontologici.
Roma, 24 ottobre 2007
La Giunta Esecutiva Centrale all’unanimità
AVOCAZIONE DELL'INCHIESTA di CATANZARO

ANM Giunta Esecutiva Centrale
- Membri Movimento Giustizia - Articolo 3 -
L'Associazione ha già espresso la propria meditata posizione sui profili istituzionali e generali della vicenda che riguarda il collega De Magistris, con il solo limite di non pronunciarsi sul merito di fatti (indagini o provvedimenti) non ancora noti o conosciuti solo attraverso notizie di stampa. La linea di condotta è stata quella di intervenire, in termini chiari e fermi, solo su tutto ciò che è noto.
Nella medesima ottica, i sottoscritti componenti della Giunta reputano che l'avocazione da parte del Procuratore generale di Catanzaro del noto procedimento trattato dal dott. De Magistris non appare condivisibile per l'assenza di ragioni giuridiche idonee a sorreggerla, nonché oltremodo discutibile per i tempi e le modalità di adozione del provvedimento.
Infatti, non sembrano sussistere né l'inerzia del pm ad esercitare l'azione penale, né il ritardo nel richiedere l'archiviazione alla scadenza delle indagini preliminari, né - ancora - le situazioni di incompatibilità o le ragioni di astensione rispettivamente previste dagli artt. 372 e 52 c.p.p., giacché queste, comunque, dovrebbero essere oggettive e preesistenti al procedimento penale e non generate dalle reazioni ad esso di altri organi, da eventuali iniziative disciplinari o da fatti di diversa natura, come - ad esempio - le denunce dei cittadini indagati, pena la possibilità di favorire iniziative strumentalmente volte ad ottenere il mutamento del magistrato assegnatario del singolo procedimento.
Perciò i sottoscritti ritengono di dover esprimere preoccupazione ed allarme - sotto il profilo del metodo - per il ricorso allo strumento del tutto eccezionale dell'avocazione, che non solo rischia di produrre ulteriore confusione nell'opinione pubblica, ma anche di determinare un dannoso rallentamento nella conduzione di così delicate indagini.
I sottoscritti componenti della Giunta auspicano, infine, che il CSM, allo scopo di riportare la necessaria chiarezza in una vicenda che si va facendo sempre più intricata, adotti rapidamente le proprie determinazioni sulla procedura amministrativa riguardante Catanzaro pendente in 1^ commissione e nel procedimento cautelare che concerne il dott. De Magistris.
Roma, 21 ottobre 2007
I componenti della Giunta Esecutiva Centrale dell'ANM
Gioacchino NATOLI (Vice Segretario) e Mario SURIANO per il gruppo "Movimento per la Giustizia - Articolo Tre"
UNICOST

WHY NOT ?
La notizia del provvedimento di avocazione dell’inchiesta “Why not” da parte della Procura Generale di Catanzaro ingenera ulteriore confusione in una vicenda già di per sé complessa.
In particolare, lasciano molto perplessi i tempi di intervento in considerazione del fatto che la Commissione incarichi direttivi del CSM solo qualche giorno fa ha proposto all’unanimità la nomina del nuovo Procuratore Generale di Catanzaro.
Attendiamo di conoscere, dunque, le ragioni di urgenza che hanno determinato l’attuale reggente dell’Ufficio a prendere un provvedimento che, al di là della sua legittimità formale, è destinato ad incidere sulla conduzione di indagini dai delicatissimi risvolti politici.
Ferme restando le determinazioni che prenderanno, nelle rispettive competenze, il CSM ed il Giudice disciplinare, osservo che quest’ultima circostanza aggiunge ulteriore mancanza di tempestività o, se si preferisce, un’ulteriore dimostrazione di fretta in una vicenda tutta connotata da troppe ed incomprensibili invasioni di campo.
Roma,21.10.2007
Il Segretario Generale di Unità per la Costituzione Marcello Matera
Associazione Nazionale Magistrati

L’ANM sulla situazione degli uffici giudiziari di Catanzaro
In questi mesi l’associazione ha più volte espresso, in forme ed in sedi diverse, meditate posizioni sulla vicenda che ha avuto come protagonista il collega De Magistris e sui profili istituzionali e generali della procedura cautelare che oggi lo riguarda.
L’unico limite che la Giunta si è posta è stato un limite di ragione, peraltro rispettato anche da tutti coloro che si sono espressi sul tema collettivamente: non pronunciarsi sul merito di fatti (indagini, provvedimenti) non ancora noti o conosciuti solo attraverso indiscrezioni di stampa e voci, spesso anche contrastanti.
Oggi , dunque, l’associazione più che “dire” deve “ribadire”.
In particolare la Giunta ribadisce qui le critiche già mosse alle norme dei decreti Castelli che da un lato hanno posto nel nulla il potere del CSM di intervenire in situazioni critiche di incompatibilità ambientale con lo strumento del trasferimento di ufficio (previsto dall’art. 2 della legge sulle guarentigie) e dall’altro hanno attribuito al Ministro della Giustizia il potere di richiedere l’adozione della misura cautelare del trasferimento.
Si può constatare che sin dalle sue prime applicazioni questo potere è suscettibile di determinare polemiche ed allarme nell’opinione pubblica.
I cittadini avvertono infatti tutto il rilievo e la estrema gravità di procedure di trasferimento, promosse direttamente dal Ministro, che investono magistrati impegnati in delicati procedimenti.
La Giunta auspica dunque che siano modificate le norme che attribuiscono al Ministro il potere di richiesta del trasferimento di ufficio e che l’attenzione del Ministero per gli uffici giudiziari calabresi non si limiti ai casi individuali o alle emergenze ma si concentri sui problemi organizzativi e funzionali della giurisdizione in Calabria.
Roma, 17 ottobre 2007
La Giunta Esecutiva Centrale dell’ANM
Giustizia: ciò che è avvenuto ieri non è normale
Dichiarazione dell’on. Paolo Gambescia (Ulivo), commissione Giustizia
Non è in discussione la libertà di stampa, Santoro come qualsiasi altro giornalista fa trasmissioni come vuole e sa fare. Che sia cattivo o buon giornalismo lo decidono gli ascoltatori. Il problema si riassume in una domanda: può un magistrato andare in televisione esprimere giudizi, dare solidarietà a colleghi, emettere sentenze mediatiche? In quale altro paese tutto questo sarebbe ritenuto normale?
Ma l'aspetto che più preoccupa è l'accusa generica che ieri è stata lanciata, contro la politica e i politici in generale fatti apparire come aggressori di magistrati "che vogliono fare pulizia".
Se si dice che questo o quel giudice, questo o quel pubblico ministero è stato intimidito da esponenti delle istituzioni e da poteri forti, si ha il dovere di fare nomi e cognomi e raccontare fatti e circostanze. Altrimenti è un gioco al massacro dal quale esce sconfitto il sistema democratico e perde il paese.
I giudici devono parlare con i loro atti, provvedimenti e sentenze, secondo le regole della
giurisdizione. L 'ho detto quindici anni fa e lo ripeto ora.
Il Csm ha tutta l’autorevolezza e gli elementi per esaminare il caso e decidere.
Il CdA Rai per quello che gli compete farà le sue valutazioni. Anche questo è rispetto delle regole.
Roma, 5 ottobre 2007
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Federazione Nazionale della Stampa Italiana
Roma, 5 ottobre 2007 - Prot. n. 154
Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato:
“L’attacco di una parte del mondo politico all’informazione è ormai diventato insopportabile. E’ quindi necessaria una seria riflessione, ma anche una vera mobilitazione, dei giornalisti contro tutti gli episodi di insofferenza da parte di chi detiene il potere politico ed economico nei confronti di chi esercita correttamente il diritto-dovere di informare. La violenta requisitoria del Ministro della Giustizia nei confronti di giornalisti come Michele Santoro e Giovanni Floris, colpevoli di fornire un’informazione veritiera, fatta di testimonianze dirette e di fatti comprovati, rappresenta uno dei più gravi atti contro la libertà dell’informazione. Le interviste ai magistrati Forleo e De Magistris hanno consentito di conoscere in maniera diretta le loro posizioni sulle vicende di cui sono protagonisti. Raccogliere le opinioni di alcuni magistrati è non solo legittimo ma doveroso per un giornalista. Ricordo le esternazioni bulgare dell’allora Presidente del Consiglio Berlusconi contro Santoro e Luttazzi e le censure contro Sabina Guzzanti ed altre donne e uomini di spettacolo, giornaliste e giornalisti. E’singolare che Mastella, ministro di un Governo che avrebbe dovuto riformare le leggi sulla comunicazione varate dall’esecutivo Berlusconi, usi strumenti analoghi di intimidazione chiedendo addirittura di sfiduciare il Consiglio di Amministrazione della Rai e insultando la professionalità di colleghe e colleghi giornalisti. Più volte Michele Santoro ha apertamente criticato il nostro Sindacato; non eravamo d’accordo ma non per questo abbiamo fatto inutili polemiche. Ma oggi respingiamo l’offensiva di pezzi importanti del Governo e dell’opposizione, difendiamo il diritto di cronaca contro leggi pericolose come quella sulle intercettazioni. Cerchiamo il confronto, il dialogo con tutti coloro che criticano, i nostri organi di autogoverno deontologico vigilano anche sugli errori, sempre possibili, dei giornalisti, ma chiediamo rispetto per la nostra professione. Non siamo i figli dell’antipolitica ma sosteniamo una informazione che con coraggio, in televisione, alla radio, nei giornali, nel web, sia capace di denunciare le responsabilità della cattiva politica.”
DE MAGISTRIS, FALOMI (RC-SE): PERSA L’OCCASIONE PER FARE CHIAREZZA
Il sottosegretario Li Gotti risponde a interpellanza del Prc-SE
Sul trasferimento del magistrato del Magistris c’era la necessità di diradare il sospetto che sia voluto silurare un magistrato scomodo che indagava su uomini potenti. Dal ministero però non è venuta alcuna risposta. Antonello Falomi, vice presidente dei deputati di Rifondazione comunista-SE, esprime la sua insoddisfazione per la risposta del sottosegretario al ministero della Giustizia, ad una interpellanza sulla richiesta di trasferimento avanzata dal ministro Mastella.
Si chiedeva di rendere pubblica la relazione degli ispettori e tutti gli atti che hanno provocato l’avvio delle ispezioni- lamenta Falomi - e ci è stato risposto negativamente adducendo non meglio precisate ragioni di “non ostensibilità”. Ho chiesto inoltre di chiarire i criteri e le priorità in base ai quali il ministero sceglie, tra le tante richieste, di attivare le ispezioni e anche in questo caso non ho avuto nessuna risposta. Chiedevamo spiegazioni sulle ragioni di un provvedimento di urgenza come quello del trasferimento del dott. de Magistris, preso ben sette mesi dopo il deposito della relazione degli ispettori, e anche qui non ho avuto soddisfazione.
In sostanza – conclude - è rimasta insoddisfatta l’esigenza posta dal nostro gruppo di fare il massimo di chiarezza e offrire il massimo di trasparenza sull’intera vicenda, come unico antidoto per diradare il sospetto che sia voluto togliere di mezzo un magistrato scomodo che indagava su uomini potenti.
Roma, 4 ottobre 2007
Scarica il manifesto
Altre info ai link:
http://8ottobre.perlacalabria.it/
http://www.ammazzatecitutti.org/
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Associazione Nazionale Magistrati

Assolutamente infondata notizia sciopero magistrati ordinari
Numerosi mezzi di informazione hanno diffuso la notizia che i magistrati “professionali”, cioè i magistrati ordinari, sarebbero in sciopero lunedì 8 ottobre.
La notizia è del tutto priva di fondamento.
I magistrati ordinari hanno fatto ricorso allo sciopero solo in circostanze eccezionali ed intendono mantenere questa linea di condotta, in questo periodo essi non hanno neppure ipotizzato il ricorso allo sciopero.
Roma, 01 ottobre 2007
Il Presidente Giuseppe Gennaro
Il Segretario Generale Nello Rossi
Il Guardasigilli rivela di essere minacciato e dice al cda Rai: "O stabilite regole certe o chiederemo la sfiducia". Il premier critica la trasmissione ma spiega: "Non voglio restringerne la libertà"
"Annozero", Mastella al contrattacco Prodi: Santoro né serio né appropriato
Cappon: "Del caso si occuperà il prossimo consiglio di amministrazione" Replica del conduttore: "Accetto anche gli insulti, ma il vittimismo mi sembra eccessivo"
ROMA - Nella conferenza stampa convocata per replicare alla trasmissione Annozero di ieri sera, Clemente Mastella accusa: "E' in atto un linciaggio permanente contro di me", poi rivela: "Ho ricevuto minacce molto serie alla mia persona". Prima di lanciare un chiaro messaggio politico: il cda Rai si occupi del caso Santoro, o il suo partito, l'Udeur, ne chiederà la sfiducia in Parlamento. Una presa di posizione contemporanea alla parole pronunciate da Romano Prodi, che attacca anche lui il programma di RaiDue: "Non è stato né serio né appropriato", dice con chiarezza.
Le parole del premier. "Ho letto i resoconti sulla trasmissione Annozero - rivela Prodi - mi sembra che non vi si possa riscontrare nulla della serietà, della professionalità e dell'appropriatezza che dovrebbe avere una trasmissione che riguarda la giustizia". Poi, poco più tardi, arriva la precisazione: "Mai pensato di restringere la libertà di Annozero".
Mastella giudica la puntata. Il Guardasigilli definisce "stravagante" la piazza del programma di Michele Santoro, e riferisce di avere "la coscienza serena di chi da trent'anni fa politica, vivendo anche la stagione del terrorismo". "Non ho mai fatto schifezze - prosegue - e non ho scheletri nell'armadio". E poi dice, a nome del governo, di "dover pensare a quei sette milioni e mezzo di poveri che, al contrario della signorina Beatrice Borromeo, non hanno famiglie che possiedono ville sul lago".
Le accuse dei magistrati. Il ministro della Giustizia, a proposito della sua richiesta di trasferimento del pm di Catanzaro De Magistris, dice di "non aver mai compiuto alcuna intimidazione"; anzi, che è stato proprio De Magistris, con le sue dichiarazioni televisive, "a intimidire il Csm", che dovrà decidere il suo destino. "Se un magistrato va in tv e attacca la politica in quanto tale, questa è la fine della giustizia", conclude. E all'altro giudice presente da Santoro, Clementina Forleo, dice che lui la separazione delle carriere "non la voleva".
Le accuse all'Espresso. Oggi il settimanale pubblica un servizio in cui si parla di una convenzione firmata da Mastella, dal sottosegretario all'interno Marco Minniti e dal prefetto Luigi De Sena, grazie alla quale sarebbero state assunte presso il tribunale due persone legate al principale indagato dell'inchiesta di De Magistris. "Ho pronta una querela che costerà qualche miliarduccio - attacca il Guardasigilli - perché quelle 60 assunzioni interinali nei tribunali della Calabria sono state decise dal prefetto e non da me".
Il messaggio alla Rai. "Il cda - sostiene Mastella - non può immaginare che ciò che acade della Rai non riguardi il direttore generale. Ci sono delle regole da rispettare. Io non ho mai chiesto censure". Insomma: "O il consiglio dà regole di comportamento che valgono per tutti, o attiveremo strumenti parlamentari per sfiduciare questo consiglio di amministrazione". E ancora: "Se fosse una tv di Berlusconi... voi parlate di Fede, ma fede è su un canale privato. Andare in dieci contro uno, contro il povero Scotti (il sottosegretario alla giustizia presente ieri sera in studio, ndr) non è buon giornalismo".
Il messaggio alla maggioranza. Mastella torna sul tema che gli attacchi alla sua persona sono in realtà un modo di attaccare Prodi, "noi siamo il capro espiatorio": "Saremo leali al premier fino in fondo - assicura - se saltiamo noi, salta il governo". Poi si dice dispiaciuto dei "silenzi" sul suo caso, da parte di molti esponenti della maggioranza. E ricorda che "in tempi di antipolitica, come all'epoca della 'gioiosa macchina da guerra' di Occhetto, finisce per vincere Berlusconi".
Cappon: "Ce ne occuperemo". Sul caso Annozero parla anche il direttore generale della Rai, Claudio Cappon. "Ovviamente abbiamo seguito con molta attenzione e molto impegno la trasmissione - dichiara - le valutazioni relative a come è stato il programma, anche dal punto di vista editoriale, le faremo successivamente e non potranno non essere portate in cda. Immagino che la questione farà parte dei temi del prossimo consiglio". Il dg non si sbilancia, di fronte alle domande dei cronisti che gli chiedono un'impressione sulla puntata: "Le opinioni individuali non contano", taglia corto.
La replica di Santoro. Il conduttore risponde a Prodi: "Mi auguro che prima di criticare una trasmissione, la si veda. Comunque ci sta anche questo, ci stanno le critiche". E poi, a Mastella: "I politici possono parlare in qualunque momento, dire la loro, perchè sono osannati dai media. Accetto gli insulti, le critiche, tutto: l'unica cosa che non accetto è il vittimismo, che onestamente mi sembra eccessivo".
(5 ottobre 2007)
La Repubblica
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