Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Roma, 18 ago - ''L'operazione di trasferimento dei profughi dai capannoni a ridosso della Stazione Tiburtina di Roma, un luogo ribattezzato amaramente 'Hotel Africa', ci sembra un modello da prendere ad esempio e da esportare per tutte le situazioni di questo tipo''. Lo afferma Giulio Calvisi, responsabile Immigrazione della Segreteria nazionale Ds. ''Una volta tanto, infatti - continua Calvisi - non si e' proceduto allo sgombero coattivo degli immigrati, accampati in una situazione disperata anche dal punto di vista igienico-sanitario, ma a un civile trasferimento, concertato tra il Comune di Roma, il Programma Nazionale Asilo, le forze dell'ordine e i profughi stessi, in strutture, dislocate a Roma e in altri comuni italiani, di certo piu' idonee all'accoglienza, piu' confortevoli e piu' sicure''. ''In un periodo in cui il governo di centrodestra arriva perfino a negare talvolta il diritto d'Asilo, un'operazione come questa appare decisamente in controtendenza. Ma speriamo - conclude responsabile Immigrazione Ds - che l'esempio di civilta' dato oggi dal sindaco di Roma e da tutte le persone che si sogno impegnata in questa operazione possa diventare non piu' un'eccezione ma la norma''.
Roma, 18 ago - Gli uffici di presidenza delle commissioni Esteri e Difesa della Camera sono stati convocati per il giorno 26 agosto alle ore 15 per discutere della richiesta pervenuta dai capigruppo dell'opposizione, di chiedere un'audizione al governo sulla situazione irachena. Fonte Asca.
Roma, 18 agosto. - “Le consultazioni avviate dal ministro leghista Calderoli confermano che il centro destra ha un disegno che danneggia l’economia del nostro paese e i principi elementari di solidarietà sociale”. Lo sostiene il deputato Paolo Cento, coordinatore della segreteria dei Verdi, secondo il quale è significativo che “anche il presidente di Confindustria abbia lanciato un allarme, in riferimento anche ai costi di questa riforma che le opposizioni devono contrastare. Dobbiamo infatti mettere in campo una idea alternativa di federalismo solidale, caratterizzato da una nuova democrazia municipale ed economica e dal rilancio del ruolo del parlamento come centro della sovranità popolare”.
Roma, 18 agosto. - “Di fronte alla protesta dei detenuti, il ministro Castelli ripete il solito copione, attaccando parlamentari e forze politiche che compiono il proprio dovere visitando le carceri”. Lo afferma il Verde Paolo Cento, vicepresidente della Commissione Giustizia il quale aggiunge: “altro che cattivi maestri, come sostiene il ministro Castelli. Noi esercitiamo i nostri diritti costituzionali e non accetteremo dunque intimidazioni” e annuncia “una campagna dei Verdi che impegneranno anche i propri eletti nelle regioni a visitare i penitenziari con l’obiettivo di verificare le condizioni di vita al loro interno”.
Il trasferimento di tanti cittadini extracomunitari – tra i quali la gran parte richiedenti asilo – che vivevano nel capannone presso la stazione Tiburtina rappresenta un risultato importante per la città di Roma. Per molti motivi. Innanzitutto perché l’operazione si è compiuta in piena partecipazione e condivisione con le associazioni e con il coordinamento dei profughi: un percorso comune, di autentico rispetto delle persone, delle comunità, delle loro storie, del modello di autogestione che la Comunità di "Tiburtina" si era data in questi anni. Questo percorso rappresenta un esempio di civiltà ed un patrimonio importante da salvaguardare: nessuno può dimenticare cosa fosse la "Pantanella" e quali fossero le condizioni di vita di tante persone che lì dimoravano. Oggi invece Roma , tra le grandi città, realizza un modello innovativo di accoglienza di un grande numero di profughi e di richiedenti asilo: questi cittadini saranno ora ospitati in strutture accoglienti, vivranno in condizioni igienico-sanitarie adeguate, potranno vedere pienamente rispettati i propri diritti e la propria identità. L’operazione, inoltre, consentirà di avviare tutti gli interventi connessi ai lavori per la nuova stazione Tiburtina, nell’ambito di un grande progetto di riqualificazione dell’intera area che insiste nel quartiere. Abbiamo lavorato per mesi e voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questo importante risultato, dalle associazioni dei profughi, alle strutture del Comune e del Municipio, alle forze dell’ordine e della sicurezza, alle stesse Ferrovie dello Stato.
Comunicato Comune e Coord. Rifugiati RM Tiburtina: Questa mattina oltre 400 persone che vivevano nei capannoni fatiscenti della Stazione Tiburtina sono state trasferite presso strutture di accoglienza attivate dal Comune di Roma. Altre verranno sistemate nelle prossime ore. Si tratta di un’operazione di accoglienza rivolta a persone richiedenti asilo e rifugiate che è stata condotta in modo da preservare e a sostenere l’importante esperienza di autogestione ed il modello sociale sviluppatosi in questi mesi presso la Stazione Tiburtina. Nei capannoni occupati, infatti, centinaia di persone hanno convissuto sviluppando una gestione solidale ed una organizzazione comunitaria ordinata ed efficace, un modello che non va disperso ma anzi implementato ed esteso nei nuovi centri che da oggi li ospitano. Un modello che ha visto la concreta partecipazione di tante realtà del volontariato e del privato sociale, attive non solo nel sostenere la comunità di Stazione Tiburtina, ma anche nell’aiutarla nel rivendicare il proprio ruolo decisionale e rappresentativo. Un ruolo che ha visto la comunità unita nel contestare le semplificazioni con cui spesso è stata raccontata la loro esperienza e le loro storie, ed unanime nel rifiutare quel brutto nome, "Hotel Africa", con cui la loro "casa" è stata chiamata. L’intervento di accoglienza ha visto l’attivazione di tre nuovi centri di accoglienza nella città, oltre alla messa a disposizione di posti nella rete comunale già esistente dei Centri di accoglienza per richiedenti asilo/rifugiati e in quella del Programma Nazionale Asilo (P.N.A.) cui Roma aderisce. Nei nuovi centri verrà applicato, con la collaborazione del Coordinamento Stazione Tiburtina e delle associazioni che in questo periodo hanno partecipato al tavolo congiunto attivato dal Campidoglio, un modello che puntando all’autogestione ed all’auto-organizzazione consenta di replicare l’esperienza avviata nei capannoni della Tiburtina. Una filosofia di intervento che vuole uscire dall’ottica della pur importante accoglienza "primaria" introducendo un percorso condiviso e costruttivo che metta la centro non solo i diritti delle persone ma la loro dignità. Per il Comune di Roma anche un impegno difficile e concreto, in cui il Comune stesso si fa parte attiva con le sue istituzioni senza ricorrere ad alcuna delega. Una operazione che ha dimensioni senza confronti in tutto il Paese e che prevede, infatti, l’attivazione di oltre 500 posti che si vanno ad aggiungere alle migliaia che già ospitano richiedenti asilo e rifugiati. Un impegno, va sottolineato, che sopperisce alla mancanza di interventi da parte di un Governo che lascia senza alcun sostegno e assistenza persone che fuggono dalla guerra e dalla persecuzione.
Il Comune di Roma Il Coordinamento Rifugiati di Roma Tiburtina
Magistratura Democratica
il Segretario Nazionale
E’ giusto e inevitabile che il suicidio di una persona in carcere debba aprire una riflessione sulla bontà del nostro sistema giudiziario e penitenziario, specie quando si riscontra che i suicidi in carcere l’ultimo anno sono stati tra i 53 ed i 65 (a seconda delle fonti), tra l’altro in genere passati nel silenzio e nella disattenzione. Risulta invece stupefacente come questo fatto drammatico abbia riaperto la stura ad accuse apodittiche su volontà persecutorie dei magistrati o circa un uso disinvolto della custodia cautelare in carcere, diretta ad estorcere confessioni. Se si hanno elementi in tal senso è bene che emergano con chiarezza e adeguatamente documentati, anche per la gravità di una tale accusa; altrimenti non si può che riscontrare di trovarsi di fronte all’ennesima campagna contro i magistrati, di volta in volta accusati di essere giustizialisti o troppo lassisti.
Vale allora la pena rammentare alcuni dati di fatto e normativi:
- Gli articoli del codice sulle misure e sulla custodia cautelare sono stati modificati in termini restrittivi con la L. 8 agosto 1995 n332 ed è possibile emettere una misura cautelare solo per reati di una certa gravità ed in presenza dei gravi indizi del reato contestato e delle esigenze cautelari ( concreto ed attuale pericolo di inquinamento probatorio, concreto pericolo di fuga, concreto pericolo di reiterazione dei delitti). Va anche rammentato che l’indagato è altresì garantito dalla possibilità di ricorrere entro dieci giorni al Tribunale del riesame che deve provvedere entro altri dieci giorni. - L’ordinamento penitenziario già oggi prevede la separazione degli imputati dai condannati definitivi, norma che non viene rispettata per la situazione di cronico sovraffollamento delle carceri. - La capienza regolamentare delle carceri non arriva a 43.000 detenuti, mentre quella giudicata tollerabile giunge a 49.000, e nelle carceri italiane vi sono 56.000 detenuti di cui circa il 27 % tossicodipendenti ed il 29 % stranieri. Le persone indagate da giudicare sono circa il 25 % con una significativa e positiva diminuzione rispetto al passato. - Le disposizioni sul trattamento, il recupero e l’assistenza dei detenuti rimangono in larga parte inattuate (nonostante le previsioni di legge) per la cronica carenza e scopertura degli organici dei servizi sociali a ciò preposti; carenza e scopertura più volte denunciata senza esito.
Al di là di ciò il quadro legislativo può e deve essere migliorato. Il carcere deve davvero essere ultima ratio ed allora è necessario riprendere il capitolo delle sanzioni alternative che possono essere, almeno per alcuni reati, ben più efficaci del carcere. Sul lato della procedura penale come Magistratura Democratica abbiamo proposto di demandare al Tribunale della libertà l’emissione delle misure cautelari ( salvo che per i processi di criminalità organizzata e quelli derivanti da fermo ed arresto) con contraddittorio anticipato (e quindi accompagnamento coattivo dell’indagato avanti al collegio e successiva eliminazione del riesame in questi casi), proprio per rafforzare le garanzie del cittadino indagato. Al riguardo occorre confrontarsi e valutarne la fattibilità. Ma anzitutto occorre assicurare che le leggi già esistenti e la Costituzione, che finalizza la pena alla rieducazione del condannato, vengano effettivamente applicate e messe in grado di funzionare garantendo servizi, strutture, personale. Si cominci da questi interventi se la situazione carceraria interessa davvero, e non solo in agosto. La propaganda, e tanto meno i tentativi di alcuni di cogliere l’occasione per continuare un’opera di delegittimazione della magistratura, non servono e sono solo dannosi per tutti.
Milano, 18 agosto 2004 Magistratura Democratica Il Segretario Nazionale Claudio Castelli
Roma, 17 AGO - ''Sono sconvolgenti per il contenuto di violenza, le frasi del leghista Davide Boni”. Lo afferma il deputato Verde Mauro Bulgarelli intervenuto in merito alla vicenda della fuga degli immigrati dal centro di accoglienza leccese a Melendugno. “La vicenda degli immigrati nordafricani rinchiusi nel centro di accoglienza 'Regina Pacis' conferma che quei lager vanno chiusi e che l’Italia deve dotarsi di norme degne di un paese civile che sa accogliere uomini e donne in fuga dalla fame e dalle guerre che oggi, grazie alla legge Bossi – Fini, vengono invece rinchiusi nei cosidetti centri di permaneza temporanea dove sono sospesi i diritti umani”.
Castelli non vuole riforme ma solo controllo PM
Lo sciopero dei detenuti di Regina Coeli segnala, secondo il Verde Paolo Cento, vicepresidente della commissione Giustizia della Camera,"una situazione esplosiva nelle carceri italiane e denuncia il fallimento dell’indultino, misura che ha dato la libertà non ai diecimila detenuti previsti ma solo alla metà. Nel carcere romano, come in quello di Sulmona e negli altri penitenziari italiani, il sovraffolamento e le carenze igenico - sanitarie rendono disumane le condizioni dei detenuti di cui oltre il 60% si trova in attesa di giudizio. Il suidicio del sindaco di Roccaraso è solo uno dei tanti atti di autolesionismo: è grave che le forze politiche si ricordano di questo problema solo quando riguarda detenuti eccellenti. Inoltre, non si può tacere sul fallimento del ministro Castelli che ha gettato via tre anni di lavoro parlamentare senza giungere ad una profonda riforma della giustizia, e dunque anche della carcerazione preventiva, perché l’unico obiettivo del Guardasigilli e del governo di centro destra è quello di mettere sotto controllo i pubblici ministeri”.
Roma, 17 agosto. – “Il presidente della commissione Esteri fa lo struzzo: tiene la testa sotto la sabbia, facendo finta di non vedere”. Paolo Cento, deputato Verde, critica le affermazioni di Gustavo Selva, il quale giudica inutile la convocazione delle commissioni parlamentari. “E’ dovere del governo – spiega Cento – quello di informare il paese sulle azioni politiche e diplomatiche che intende intraprendere in seguito alla disponibilità del Vaticano ad una mediazione per fermare la pulizia etnica in atto contro gli sciiti e rendere noto quanto accade a Nassirya dopo l’attaco ai carabinieri e dopo la notizia mai smentita che l’esercito italiano non entra più nel centro della città. In realtà, - conclude Cento - Selva non vuole la convocazione del parlamento perchè anche nel centro destra sono sempre di forti le voci di disappunto verso la subalternità di Berlusconi all’amministrazione Bush”.
Roma, 17 AGO – “Caro Gentile, giù le mani dal corpo delle donne”. Luana Zanella, deputata Verde, rispolvera un mai tramontato slogan del passato per stigmatizzare l’accanimento di Alberto Gentile sul tema dell’aborto dopo la sua pensata di imporre un ticket. “Le donne italiane, laiche e cattoliche, hanno già espresso la loro opinione con un referendum. Ora Gentile – sottolinea Zanella - ci vuole far credere che le donne siano addirittura dalla sua parte: se il problema è quello di far cassa, lasci il lavoro a chi di competenza. Quanto al suo tentativo, sostenuto purtroppo dallo stesso ministro Sirchia, di commercializzare un tema così complesso ha già trovato una larghissima contrarietà, se non disgusto, nell’opinione pubblica”.
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