Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
MOVIMENTO PER LA GIUSTIZIA

IL PRINCIPIO DI SOLIDARIETA' TRA COSTITUZIONE E SOCIETA' CIVILE
Negli ultimi tempi si è registrato il diffondersi di una cultura e di una politica che esaltano il mercato contro la Stato,l'individualismo contro la convivenza e la solidarietà. La solidarietà è uno dei valori sui quali si fonda la Costituzione della Repubblica, che la considera un "dovere inderogabile" (articolo 2) Non si tratta di una solidarietà fondata su motivazioni (pur apprezzabili) di benevolenza,di filantropia,di religione,ma di un vero e proprio dovere civile,che trova la sua origine nell'essere cittadini e che all'essere cittadini conferisce concretezza e contenuto. La solidarietà è il modo vero di intendere e vivere la cittadinanza. Ed è anche la regola che deve ispirare i rapporti fa le Istituzioni e fra queste e i cittadini. Su questi temi è necessario riflettere,per riconoscere e rafforzare le radici culturali e politiche della Costituzione italiana,e per mantenere viva la sua ispirazione originaria,che ne ha fatto una fra le più moderne e avanzate carte costituzionali. Per procedere in tale riflessione abbiamo chiesto il contributo di docenti universitari esperti in varie discipline (diritto,ma anche filosofia e sociologia) che,assieme ai magistrati,esamineranno i tanti profili della solidarietà,nella visione civile,politica e sociale della Costituzione. L'invito è rivolto a tutti i cittadini interessati a una migliore conoscenza dei principi della nostra Costituzione,anche in vista del prossimo referendum abrogativo della riforma approvata pochi mesi addietro. Il dibattito avrà luogo giovedì 16 febbraio alle ore 16,00 nell'Aula Magna del Palazzo di Giustizia, come da programma allegato.
Per ulteriori informazioni: www.movimentoperlagiustizia.it
PROGRAMMA
Solidarietà Costituzione Associazione Nazionale Magistrati Movimento per la Giustizia
Il principio di solidarietà tra Costituzione e società civile Per una riflessione sulle radici del patto costituzionale
MILANO 16 FEBBRAIO 2006 ore 16.00 AULA MAGNA PALAZZO di GIUSTIZIA C.so di Porta Vittoria, 43
Saluti
Dr. Giuseppe GRECHI Presidente Corte d’Appello di Milano
Dr. Paolo CARFÌ Presidente Associazione Nazionale Magistrati di Milano
Introduzione
Prof. Bruno MONTANARI Università Cattolica di Milano
Dr. Piero MARTELLO Magistrato - Presidente del Movimento per la Giustizia
DIBATTITO
Presiede
Prof.ssa Ombretta FUMAGALLI CARULLI Università Cattolica di Milano
Intervengono
Prof. Giovanni COCCO Università Statale “Bicocca” di Milano
Prof. Vincenzo FERRARI Preside della Facoltà di Giurisprudenza Università Statale di Milano
Prof. Michele LE NOCI Università Cattolica di Milano
Associazione Nazionale Magistrati

Sezione di Milano
Assemblea del 26 Gennaio 2006 Intervento del Presidente della Giunta
Come tutti sapete questa assemblea è stata indetta in occasione della prossima inaugurazione dell' anno giudiziario alla quale tutti i colleghi, in tutta Italia, sono invitati a non partecipare per manifestare, ancora una volta, il più fermo dissenso in ordine alla recente riforma dell' ordinamento giudiziario , nonché di tutta la politica giudiziaria perseguita nel corso di questa legislatura.
Eppure in questi giorni , ho avuto occasione di riflettere su questo argomento e sono giunto alla conclusione che, forse, non ho compreso nulla .
Perché vedete *"Cari colleghi, c*ertamente non facciamo esercizio di retorica se diciamo che oggi , per la giustizia italiana , è una data da ricordare" .
Non sono parole mie , come molti avranno capito.
Le ho prese in prestito dall' incipit della relazione del Ministro della Giustizia in occasione dell' inaugurazione dell' Anno Giudiziario 2006 .
E però devo dire che , questa volta , non solo sono quasi d' accordo con il Ministro ma , di più , penso che egli abbia peccato di modestia.
Perché ad essere ricordata , negli anni a venire , non sarà una giornata sola, ma certamente l' intera legislatura.
Pensavo infatti , in questi giorni , che fin dal mio ingresso in Magistratura , che ormai risale a molti anni fa , il problema dei problemi , quello di cui si è sempre sentito parlare , è quello della lungaggine dei tempi processuali , che sono i più alti tra i paesi della Unione europea.
E questo mio pensiero ha trovato conferma e conforto nella relazione del Ministro laddove si legge a pag. 6 che "*/le importanti questioni di cui sopra/*/ /( tra le quali , ricordo , spiccano il rischio che alla democrazia si sostituisca la /dicastocrazia / nonchè l' uso illecito delle intercettazioni da parte di coloro che motivano i provvedimenti , cioè i magistrati ) */non ci hanno/ /impedito di tenere nella massima considerazione quello che , da molti anni , è il problema che grava sull' immediato dei cittadini italiani : l' eccessiva durata dei processi...". /*
Orbene : se vogliamo essere onesti , mettendo da parte ogni pregiudizio , spirito corporativo e istinto autoreferenziale ( giustamente indicati nella relazione come nostri difetti da sempre ) , non possiamo non ammettere che mai come in questi cinque anni , gli sforzi del legislatore si sono effettivamente concentrati proprio sul tentativo di risolvere , una volta per tutte , questo annoso problema . Con risultati che possiamo dire , /al di là di ogni ragionevole dubbio, /certamente mai raggiunti in passato .
Non sono io a dirlo ma , ancora una volta , non ho fatto che riprendere l' affermazione contenuta a pag. 11 della relazione laddove si legge che : " */nel corso della legislatura è stata varata una serie considerevole di riforme al fine di ovviare /*( sic )*/ all'ammodernamento della normativa ( ! ) troppe volte obsoleta , come sopra richiamato "/*/. / Segue l' elenco di tutta una serie di provvedimenti legislativi : dalla riforma del diritto societario alla riforma del CSM , alla modifica delle norme di accesso all' avvocatura fino alla riforma dell' ordinamento giudiziario.
Immagino che sia solamente per modestia che nell' elenco non sono riportate leggi di ben più ampio respiro e che veramente hanno contribuito alla soluzione dell' annoso problema che affligge , come detto , la giustizia italiana , soprattutto quella penale .
Come dimenticare , infatti , che la legislatura si è aperta con una legge di cui veramente operatori del diritto e cittadini sentivano la mancanza : mi riferisco alla *riforma del delitto di falso in bilancio*, grazie alla quale la gran parte dei relativi procedimenti ha finalmente trovato una pronta e rapida definizione . Certamente si trattava di poche centinaia di processi , ma non si può negare che questa legge abbia rappresentato una boccata di ossigeno per la giustizia penale e per i nostri uffici gravati di arretrato nonché una potente iniezione di fiducia per il futuro .
E infatti subito dopo seguirono in rapida successione altre leggi fondamentali per l' ammodernamento del sistema giustizia , quali la legge sulle *rogatorie , la Cirami* ,*il lodo Schifani *e, infine , quella sulla *inappellabilità delle sentenze di assoluzione da parte del PM* , tutte leggi che perseguivano lo stesso scopo..... ovviamente mi riferisco a quello di risolvere il grave problema della lungaggine dei processi e non ad altri scopi sui quali si è pure maliziosamente fantasticato.
Se una volta tanto ci sforzassimo di essere obiettivi , nessuno potrebbe negare come, eliminando le prove, eliminando i giudici , eliminando gli imputati e , quando serve , anche il PM , i tempi processuali si abbrevino drasticamente .
Solo interpretazioni da /dicastai /hanno impedito a molte di queste normative - per fortuna non a tutte - di raggiungere gli sperati risultati in termini di miglioramento del sistema.
E infine la legge Cirielli " */A proposito di questo argomento , preciso che la legge 251 del 5 dicembre 2005 , che varia alcuni termini di prescrizione , porterà , secondo le stime del Ministero, ad un aumento di prescritti di circa 35.000 procedimenti " /*.
Anche in questo caso non è certo mia la stima : ho copiato da pag. 8 della relazione .
Pensate ! 35.000 processi in un anno solo che invece di essere trattati in chissà quanti anni , verranno definiti tutti nell' arco di pochi giorni ! E , aggiungo io , moltissimi altri dureranno comunque molto meno con una riduzione dei tempi processuali stimabile in circa la metà rispetto al passato . Fino raggiungere picchi di rapidità mai visti : pensate , se una corruzione - per fare un qualsiasi esempio - viene scoperta dopo cinque , sei anni dal fatto , il processo che ne seguirà si concluderà sicuramente - conti alla mano - in non più di un anno e mezzo !...i più veloci in tutta l' Unione Europea !!
E infatti , per mettere un freno ad una giustizia che da troppo lenta rischia di diventare troppo veloce , si è ritenuto necessario riformare *il giudizio in Cassazione, *ma solo quello penale* * . E che questo sia il vero e unico scopo di tale ulteriore riforma lo si può leggere a pag. 14 della relazione dove è detto che : " */l' atto Senato 3600 approvato dall' aula in data 12 gennaio 2006 porterà ad una riduzione/* ( degli appelli del PM , ovviamente ) */ che sarà presumibilmente compensata , in misura non prevedibile , da un aumento della pendenza in Cassazione /*".
Accanto a questa attività riformatrice , non possiamo che prendere onestamente atto di una realtà che è del tutto evidente a chi , come noi , gli avvocati e il personale amministrativo , frequenta quotidianamente aule e cancellerie . E cioè che ( pag. 9 della relazione ) "*/anche sul fronte delle risorse umane si è perseguito l' obbiettivo di migliorare l' efficienza. Quindi più capacità di smaltimento dei procedimenti , ottimizzando le risorse a disposizione , il che significa , nell' ottica di questo Governo , più magistrati e meno personale amministrativo " /*.
E questi sono fatti , non parole , tanto che nella relazione è precisato come il personale amministrativo sia passato *da 44.027 presenze a 42.673 .*
E certamente è con orgoglio che possiamo affermare come il distretto della Corte di Appello di Milano abbia fornito , come sempre , il suo importante contributo . Infatti su un organico complessivo *di 2292 persone* , i posti scoperti sono arrivati a ben *490,* per una percentuale pari al 21%. Senza contare gli assunti a part-time.
Nel *solo Tribunale di Milano* l' organico del personale amministrativo dovrebbe essere *pari a 803* persone ma in servizio *effettivo ve ne sono solo 619 * *, *con una scopertura pari dunque al 23%.
Ma ancor meglio di noi, sono riusciti a fare nelle altre sedi del distretto . Pensate che :
- a Voghera la scopertura è del 25 %
- del 46% al Tribunale di Sorveglianza di Varese
- del 40% al Tribunale di Monza
- a Busto Arsizio su una pianta organica di 64 , sono in servizio solamente in 44 e a Gallarate su una pianta organica di 17 ne sono in servizio 11
- a Sondrio mancano 11 impiegati e il 30% degli ufficiali giudiziari
- del 30% è la scopertura lamentata a Como
- altissima è la percentuale della scopertura a Lodi : basti pensare che dei sette cancellieri con qualifica C2 previsti in organico ve ne è solamente uno e che sono scoperti tutti i posti di cancelliere C3.
E i risultati non hanno tardato a farsi vedere.
Pensate che - proprio grazie alle carenze negli organici degli assistenti di udienza - delle 120 udienze penali che si tengono giornalmente presso la sede di Milano , siamo riusciti a far sì che circa la metà si chiuda invariabilmente entro le ore 14.00 ! Non si può dunque negare che anche per tale via si siano raggiunti invidiabili risultati in tema di riduzione dei tempi processuali , visto che fino a non moltissimo tempo fa - quando l' organico dei segretari era maggiore - le udienze si prolungavano almeno fino alle 16.30/17.00 e in alcuni casi qualcuno di noi , più lento degli altri , addirittura arrivava fino all' esaurimento naturale della udienza stessa ! Non si può quindi negare che effettivamente sia corretta l' equazione che si legge nella relazione alla citata pag. 9 e cioè " */meno personale = migliore efficienza = più capacità di smaltimento dei procedimenti /*" */ /*.
E che dire , infine , del fatto che il nostro Paese dedica alla giustizia una percentuale di PIL uguale a quello degli altri paesi europei pur essendo - come si dà atto nella relazione a pag. 7 - " */il popolo più litigioso dell' Unione europea " /*? Secondo me vuol dire che in questi anni , oltre a conseguire la drastica riduzione dei tempi processuali di cui si è parlato , siamo riusciti anche a conseguire maggiori risparmi di tutti nostri partners europei , pur riuscendo a mantenere la prima posizione nella speciale classifica della litigiosità e della consumazione di reati ! Il che non mi sembra risultato da poco, se lo si valuta serenamente !
E sicuramente nella stessa direzione si muove ( anche se qui sembra più difficile individuarla ) la circolare del 17 gennaio della direzione generale dei sistemi informativi automatizzati con la quale si comunicava agli uffici giudiziari (evidentemente riprendendo quanto si legge nella relazione del Ministro letta alla Camere : "*/Sul piano dell'efficienza abbiamo fornito tutti i magistrati di computer , è stato avviato il processo telematico ") /* la cessazione di ogni "presidio e manutenzione delle sale server dei tribunali non sede di distretto" e la limitazione dell'assistenza pc ai soli interventi urgenti. Il che significa che se il computer si rompe , non te lo aggiusta più nessuno , realizzandosi così , in tal caso , anche una drastica riduzione dei tempi di intervento .
In conclusione , cari colleghi , penso che - spogliatici di ogni pregiudizio - si possa essere d' accordo con quanto si legge nella relazione a pag. 25 e cioè che " */possiamo dire con orgoglio e senza tema di smentita che mai una legislatura ha dispiegato un' azione riformatrice così vasta e così profonda in tema di giustizia "./*
Ma mi sembra di aver capito che l' obbiettivo della prossima è ancora più ambizioso : l' azzeramento dell' arretrato penale da conseguire attraverso , immagino , l' abolizione totale del concetto stesso di reato, dando così finalmente attuazione concreta al sacro principio secondo il quale " la legge è uguale per tutti " . Infatti , sempre che non ci sia un qualche errore nella copia in mia possesso , si legge a pag. 22 della relazione : "*/Confido che la prossima legislatura possa raggiungere il risultato storico del _superamento del codice penale_. A questo proposito non posso che rivolgere un accorato appello ai colleghi senatori..." /*e cioè quello di cominciare con il cancellare alcuni reati cd di opinione. */ /*
Certo qualche voce contraria c'è . C'è chi addirittura invita il prossimo Parlamento ad azzerare tutto e a " voltar pagina " magari pensando anche a qualche riforma a costo zero ( penso ad esempio alla materia delle notifiche , una delle più complesse d' Europa ) che potrebbero anch' esse contribuire a migliorare il sistema giustizia del nostro paese.
Io , che sono un tipo comunque curioso come tutti noi , tutto sommato questa pagina la volterei anche volentieri . Ma per favore : che sia l'ultima pagina , perché non vorremmo doverci chiedere ancora una volta - e i cittadini con noi - di quante mai pagine consta questo nostro libro della giustizia italiana.
Nel cedere la parola all' avvocato Della Sala che ringrazio per aver accettato di intervenire a questa nostra assemblea a rappresentare quei tanti avvocati con i quali tanti di noi - pur con le giuste e logiche differenziazioni - condividono - ne sono convinto - principi e valori , vorrei passargli il testimone citando una frase di Calamandrei , che ho avuto occasione di leggere di recente in una e-mail :
"*/bisognerebbe che ogni avvocato per due mesi all' anno facesse il giudice e che ogni giudice per due mesi all' anno facesse l' avvocato : imparerebbero così a comprendersi e a compatirsi e reciprocamente si stimerebbero di più " ./*
E con questo ho veramente concluso. Grazie
Milano 26 gennaio 2005 Il Presidente della ANM di Milano Paolo Carfì
Associazione Nazionale Magistrati
 Sezione Distrettuale di Palermo
L'ASSEMBLEA DELLA SEZIONE DISTRETTUALE DELL'ANM DI PALERMO
Riunitasi il 23 gennaio 2006:
1) Preso atto della delibera del Comitato Direttivo Centrale dell'Associazione Nazionale Magistrati, all'esito della Assemblea nazionale del 17 dicembre 2005, con la quale sono stati deliberati:
a. la convocazione di assemblee in ogni distretto di Corte d'Appello per il giorno 26 gennaio 2006 alle quali invitare esponenti della avvocatura, delle università e rappresentanti del personale amministrativo per una analisi della relazione del Ministro al Parlamento sullo stato della giustizia, per la denuncia delle situazioni di crisi di funzionalità nelle singole sedi, e per un confronto sugli interventi necessari per migliorare la funzionalità del servizio;
b. la non partecipazione alle cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario che si terranno nei distretti di Corte d'Appello il 28 gennaio 2006;
2) rilevato che con la nota del Presidente della Giunta Esecutiva Centrale del 5 gennaio 2006 è stato precisato che resta salva la possibilità per le Sezioni di organizzare le predette manifestazioni con modalità ed orari diversi, in sede distrettuale o circondariale, sulla base delle esigenze locali.
3) preso atto della successiva delibera della Giunta Esecutiva Centrale dell'11 gennaio 2006, con la quale è stato precisato che in occasione delle cerimonie distrettuali di inaugurazione dell'anno giudiziario:
a. i magistrati si asterranno dall'assistere alla cerimonia;
b. i presidenti delle giunte distrettuali dell'associazione non prenderanno la parola;
c. per i magistrati delle corti di appello e delle procure generali della repubblica, che normalmente partecipano in toga alla cerimonia, non essendovi, a giudizio dell'A.N.M., alcun obbligo di partecipazione all'assemblea, è rimessa agli interessati ogni valutazione;
4) esaminata la normativa applicabile e ritenuto che l'Assemblea Generale indetta per l'apertura dell'anno giudiziario non ha alcuna funzione deliberativa, e che, anche alla luce della novellata formulazione dell'art. 86 del r. d. n. 12 del 1941, alla medesima assemblea non può ritenersi applicabile il quorum stabilito dall'art. 95 della legge citata, chiaramente previsto per le deliberazioni previste dall'art. 93, comma 1°, n. 3 e non per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, contemplata dal n. 1 della medesima disposizione;
5) rilevato, inoltre, che la mancata partecipazione alla predetta Assemblea generale ben può ritenersi giustificata dal diritto costituzionalmente riconosciuto a prendere parte a riunioni di carattere sindacale;
6) sottolineata la singolare formulazione dell'art. 86 dell'ordinamento giudiziario, così come novellato dalla recente legge-delega di riforma, nella parte in cui non prevede che i rappresentanti della magistratura possano prendere la parola, a differenza di quelli dell'avvocatura, formulazione normativa non a caso sottoposta ad interpretazione "costituzionalmente orientata" da parte del CSM;
7) considerato, pertanto, legittima e doverosa la scelta dell'ANM di non intervenire all'assemblea di inaugurazione, anche alla luce dell'assenza di un effettivo dialogo del Ministro della Giustizia con l'Associazione da almeno due anni, per espressa volontà politica del Ministro stesso;
8) ritenuto, pertanto, nel rispetto del senso delle istituzioni dei magistrati della Corte di Appello e del Presidente della medesima Corte, di dover sottolineare l'importanza della manifestazione di protesta indetta dal Comitato Direttivo Centrale e la particolare gravità delle circostanze storiche che ne hanno reso necessaria l'indizione, fermo restando che l'assemblea avrà regolarmente luogo con la relazione del Presidente della Corte e con la partecipazione del Procuratore generale presso la medesima, dei rappresentanti dell'avvocatura, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni e del pubblico, così come previsto dalla legge;
9) rilevato che la Sezione distrettuale di Palermo ha già attuato varie iniziative volte alla denuncia delle situazioni di crisi di funzionalità nelle sedi locali ed all'instaurazione di un confronto costruttivo con le altre categorie professionali sugli interventi realmente necessari per migliorare l'efficienza del servizio-giustizia;
10) ritenuto, pertanto, che appare preferibile convocare per giovedì 26 gennaio 2006 una conferenza stampa congiunta con rappresentanti dell'avvocatura, al fine di procedere all'analisi della relazione del Ministro al Parlamento sullo stato della giustizia e di illustrare alla stampa le iniziative di protesta deliberate per il prossimo 28 gennaio 2006;
11) ritenuta la necessità di accompagnare all'astensione dalla cerimonia di apertura dell'Anno giudiziario di sabato 28 gennaio 2006 un'ulteriore e visibile forma di manifestazione del dissenso dell'Associazione Nazionale Magistrati rispetto a tutte le recenti iniziative legislative adottate in materia di giustizia;
DELIBERA
A. di indire per il giorno 26 gennaio 2006 una conferenza stampa, unitamente a rappresentanti dell'avvocatura, per illustrare le ragioni del dissenso dell'Associazione Nazionale Magistrati e le correlate iniziative volte a manifestare tale dissenso;
B. di ribadire con ferma convinzione l'invito del Comitato Direttivo Centrale e della Giunta Esecutiva Centrale dell'Associazione Nazionale Magistrati, rivolto a tutti i colleghi (ivi compresi i Consiglieri di Corte d'Appello ed i Sostituti Procuratori Generali) a non partecipare alla cerimonia di apertura dell'Anno giudiziario prevista per il prossimo 28 gennaio 2006;
C. di indire una breve riunione nell'atrio sito al piano terra del palazzo di Giustizia centrale per sabato 28 gennaio 2006, alle 9,00, durante la quale saranno letti, unitamente alle associazioni, sia forensi che della società civile che vorranno aderire a tale iniziativa, dei brevi comunicati sulla situazione del servizio-giustizia e sulle proposte della magistratura in merito.
Così deciso in Palermo, addì 23 gennaio 2006.
Il Segretario della G.E.S. Il Presidente della G.E.S. Angelo Piraino Fabrizio Vanorio
Associazione Nazionale Magistrati

GIUNTA DISTRETTUALE DI CATANIA
La Giunta, riunita in data 17 gennaio 2006,
- preso atto che il Comitato Direttivo Centrale dell'A.N.M., in conseguenza degli ulteriori passi della controriforma dell'ordinamento giudiziario, costituiti dall'approvazione da parte del Governo degli schemi dei decreti legislativi, ha deliberato la non partecipazione alle cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario che si terranno nei distretti di Corte di Appello il 28 gennaio p.v.;
- preso atto che il C.D.C. ha inoltre deliberato la convocazione di assemblee in ogni distretto, alle quali invitare esponenti della avvocatura, delle università e rappresentanti del personale amministrativo per una analisi sullo stato della giustizia, per la denuncia delle situazioni di crisi di funzionalità nelle singole sedi e per un confronto sugli interventi necessari per migliorare la funzionalità del servizio;
- ritenuto che la decisione di tenere, come indicato dal C.D.C., dette assemblee il 26 gennaio 2006 (peraltro giorno feriale in cui si sarebbero dovute interrompere le udienze in corso) rende scarsamente visibile e, quindi, poco comprensibile da parte dei cittadini, la determinazione adottata;
- rilevato che dall'ampia consultazione effettuata al riguardo dai colleghi è emerso il prevalente convincimento che maggiormente incisiva e percepibile dall'opinione pubblica risulterebbe una manifestazione da tenere in concomitanza con cerimonia solenne che si terrà nel distretto il 28 gennaio;
- rilevato che, alla stregua del comunicato della G.E.C., resta salva la possibilità per le Sezioni di organizzare la manifestazione in sede distrettuale con orari e modalità diverse, sulla base delle esigenze locali
all'unanimità DELIBERA
la convocazione dell' assemblea in concomitanza con l'inaugurazione in forma solenne dell'anno giudiziario, in modo che l'iniziativa, pur non contrapponendosi alla manifestazione istituzionale, serva a meglio rendere evidente la deliberata "non partecipazione" alla detta cerimonia.
L'assembea si terrà, quindi, il giorno 28 gennaio 2006 alle ore 10.00 presso un'aula del complesso dei Benedettini resa disponibile dalla Facoltà di Lettere dell'Università di Catania, con la partecipazione anche degli utenti e degli operatori della giustizia, dei rappresentanti della società civile, della Università e delle Istituzioni, in modo da costituire la valida occasione per una seria riflessione comune sulla situazione di crisi di funzionalità in cui versa il servizio giudiziario e sugli interventi necessari per restituire all'esercizio della giurisdizione l'efficienza richiesta dai principi di un moderno Stato di diritto.
Demanda al Segretario della Giunta la comunicazione del presente deliberato alla Giunta Esecutiva Centrale.
Il Segretario Il Presidente
*** *** ***
Associazione Nazionale Magistrati

GIUNTA DISTRETTUALE DI CATANIA
Come è noto il Comitato Direttivo Centrale dell'A.N.M., preso atto degli ulteriori passi della controriforma dell'ordinamento giudiziario con l'approvazione da parte del Governo degli schemi dei decreti legislativi, ha deliberato la non partecipazione alle cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario che si terranno nei distretti di Corte di Appello il 28 gennaio p.v.
Il C.D.C. ha inoltre deliberato la convocazione di assemblee in ogni distretto alle quali invitare esponenti della avvocatura, delle università e rappresentanti del personale amministrativo per una analisi sullo stato della giustizia, per la denuncia delle situazioni di crisi di funzionalità nelle singole sedi e per un confronto sugli interventi necessari per migliorare la funzionalità del servizio.
La Giunta Distrettuale di Catania ha ritenuto riduttiva la decisione di tenere, come indicato dal C.D.C., dette assemblee il 26 gennaio 2006 (peraltro giorno feriale in cui si sarebbero dovute interrompere le udienze in corso) deliberando, invece, la convocazione di una assemblea in concomitanza con la cerimonia di inaugurazione.
Questa assemblea, che non vuole contrapporsi alla manifestazione istituzionale ma che serve a meglio rendere evidente la deliberata "non partecipazione", si terrà quindi il giorno 28 gennaio 2006 alle ore 10.00 presso un aula del complesso dei Benedettini e vi prenderanno parte anche rappresentanti della società civile, dell'università e della politica.
Sarà l'occasione anche per una serie di riflessioni provenienti da soggetti non appartenenti all'ordine giudiziario e per una lettura divertita ed amara di alcuni passi di opere letterarie da parte dell'attrice Mariella Lo Giudice.
Costituirà anche il luogo appropriato per un caloroso saluto di commiato della Magistratura Associata del Distretto a Giacomo Scalzo, che, in oltre quaranta anni di appassionata dedizione all'Istituzione Giudiziaria, ha incarnato in modo mirabile il Giudice indipendente voluto dalla Costituzione.
E' di tutta evidenza che la partecipazione del maggior numero possibile di colleghi a questa manifestazione si rende necessaria per ribadire con rinnovata forza e vigore la totale opposizione alla controriforma e per meglio illustrare alla opinione pubblica le sue finalità punitive e di sottomissione di quella Magistratura che ancora oggi - come dimostrano le vicende di cronaca - ha dimostrato (unitamente alle forze dell'ordine) nella lotta alla corruzione, al terrorismo ed alla mafia livelli di efficienza e di professionalità spesso ignoti alle altre istituzioni dello Stato. Ciò è possibile e sarà possibile solo con la difesa strenua e non rassegnata degli attuali standard di autonomia e di indipendenza che invece la controriforma diminuisce gravemente laddove non li abbia del tutto annullati.
ASSEMBLEA
Giorno 28 gennaio 2005
presso complesso dei Benedettini di piazza Dante ore10.00
Il Presidente Francesco D'ALESSANDRO
Associazione Nazionale Magistrati

L'ANM SULL'ALLARME INFORMATICO Il Ministro Castelli ha più volte affermato l'importanza dell'informatica e la necessità di "procedere al più presto con il processo di informatizzazione".
Da ultimo, nella relazione 2006 al Parlamento, ha riferito di aver fornito tutti i magistrati di computer, di aver avviato il processo telematico, di aver varato lo strumento della notifica a mezzo posta con circa un milione e 700 mila notifiche nel 2005, di aver ideato e realizzato, con il Consiglio superiore della magistratura, un potente strumento per la valutazione dell’efficienza degli uffici giudiziari, denominato “cruscotto”.
Per converso, da un documento elaborato dai referenti distrettuali per l’informatica e trasmesso al Consiglio superiore della magistratura il 24 gennaio 2006 emerge che “le dotazioni informatiche degli uffici sono sempre più obsolete e sempre con maggiore difficoltà sono disponibili nuove macchine presso i singoli uffici giudiziari; che gli ultimi computer portatili assegnati al Ministero ai magistrati per lo svolgimento delle attività di ufficio risalgono all’anno 2002; che nessun computer portatile è stato assegnato agli oltre 300 uditori giudiziari che a breve prenderanno servizio;”
In questo contesto emergenziale, già conseguenza dei continui tagli alle dotazioni informatiche dal 2002 ad oggi, la legge finanziaria del 2006 prevede una riduzione complessiva degli stanziamenti relativi ai servizi informatici del Ministero della Giustizia:
- per le spese correnti sono stati stanziati 56.420.572 euro, rispetto a 98.080.248 euro previsti nel 2005, con una riduzione del 42%. In particolare, si prevedono per l’assistenza sistemistica e della rete, 44.285.199 euro rispetto a 81.977.740 euro del 2005, con una riduzione del 46%;
- per gli investimenti sono stati stanziati 26.942.928 euro, rispetto a 38.747.369 euro del 2005, con una riduzione del 30%.
Peraltro le somme stanziate in alcuni casi sono perfino insufficienti a fare fronte agli impegni già assunti e rischiano di essere immediatamente pignorate, come puntualmente avvenuto in passato, dai numerosi creditori muniti di titolo esecutivo.
L’ANM pertanto esprime allarme per la riduzione quasi integrale dei servizi di “assistenza tecnica unificata” che – come da conseguente nota della Direzione Generale Sistemi Informativi Automatizzati del 17 gennaio 2006 – oggi impone:
- la cessazione di ogni presidio e manutenzione delle sale server dei Tribunali non sede di distretto;
- la limitazione dell'assistenza per i soli interventi urgenti cd. "bloccanti";
- la limitazione dell'assistenza – sempre per interventi urgenti – alle postazioni di lavoro considerate "critiche" entro il quorum del 15% delle postazioni di lavoro totali attuali.
In questa situazione emergenziale, si potrà forse progettare (poco e male), ma non si potrà garantire l’uso di ciò che si sarà progettato, giacché da domani sarà impossibile:
- mantenere i servizi telematici attualmente in corso, quali per esempio il programma POLISWEB per accedere alle informazioni dei Registri Generali del Contenzioso Civile; il rilascio di certificati penali; catalogazione e accesso telematico alle sentenze e provvedimenti giurisdizionali;
- continuare a mantenere l'iscrizione e registrazione di procedimenti penali e civili sui registri telematici, registri di cui è stata dotata l'amministrazione fin dagli inizi degli anni '90 e che non hanno avuto negli ultimi anni interventi di rinnovo;
- rispettare termini e scadenze con tutte le conseguenze che ne deriveranno: scarcerazioni per termini di custodie cautelari inesorabilmente scaduti; processi viziati da prove inutilizzabili per essere state assunte a termini di indagine scaduti;
- per i magistrati usare i computer personali, in gran parte obsoleti, man mano che si renderà necessaria l'assistenza tecnica, ormai praticamente indisponibile.
L’ANM quindi ritiene che non ha senso parlare di “rivoluzione informatica”, non ha senso parlare di “processo telematico”, non ha senso parlare di “informatizzazione dei registri di cancelleria”, se mancano i fondi per la sopravvivenza.
Non ha senso nemmeno risparmiare sulla mancata assunzione di 6000 amministrativi, se poi si fanno i concorsi per gli ufficiali giudiziari che, con il nuovo processo telematico, non serviranno più al sistema Giustizia.
L’ANM, pur consapevole della scarsità di fondi disponibili in via generale nei capitoli del bilancio dello Stato riservati alla Giustizia, chiede al Ministro Castelli COERENZA e ritiene che non si possa più affidare la sopravvivenza del sistema informatico - che è l’unico strumento capace di garantire efficienza, trasparenza e qualità al sistema Giustizia - alla buona volontà dei singoli i quali, a seguito degli ulteriori, gravosissimi tagli, non saranno più in grado di evitare il disastro.
Roma, 26 gennaio 2006 La Giunta Esecutiva Centrale
Inaugurazione dell'anno giudiziario 2006 La situazione della giustizia nel nostro paese è particolarmente grave.
Da parte della maggioranza di governo nessun provvedimento legislativo è stato adottato per diminuire i tempi di durata dei processi che mediamente durano otto anni e tre mesi, dopo un' intera legislatura nulla è stato fatto per migliorare le condizioni in cui versano gli istituti penitenziari. Abbiamo assistito soltanto a scontri e polemiche con la magistratura della quale si vuole ridurre l'autonomia e l'indipendenza. Il governo si è mosso a favore di singoli imputati producendo leggi come quella sul falso in bilancio oppure sulle rogatorie internazionali. Addirittura con la ex Cirielli, nel tentativo di aiutare qualcuno, si arriva ad inasprire la pena per la povera gente con il conseguente aumento della popolazione carceraria reclusa in strutture che non sono degne di un paese civile. Basti una cifra: ci sono 60000 detenuti per 42000 posti.Per questi motivi la pena diventa inutilmente affittiva per chi non ha avvocati che siedono in parlamento e si allontana dalla sua funzione rieducativa. Il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria è indebitato per circa 150 milioni di euro e sono a rischio i livelli minimi di mantenimento in vita delle strutture, anche sulle politiche del personale di questo delicato settore non vi è professionalità uscita indenne dalle devastanti politiche di contrapposizione e riduzione operate dal governo, nulla sulla polizia penitenziaria, sulle aree educative ed amministrative, ridotto e snaturato l'agire degli assistenti sociali ridotti a meri esecutori penali. Sulla giustizia minorile basti un solo dato: il ministro della giustizia nella relazione che ha svolto davanti al parlamento pochi giorni fa non l'ha neanche nominata. Il ministro della giustizia dovrebbe garantire la funzionalità del servizio e invece si vanta di aver diminuito il personale che dovrebbe garantirlo. Nell'organizzazione giudiziaria del Ministero della giustizia, le carenze d'organico ammontano a 7000 unità. Per la prima volta nella storia della repubblica anche se sembra incredibile,c'è il rischio concreto di chiusura di alcuni uffici giudiziari per carenza di personale. Mancano 4000 cancellieri con ripercussioni sulle attività d'udienza, mancano 1400 ufficiali giudiziari con ripercussioni sulle attività di notificazione ed esecuzione degli atti, già mortificate da una convenzione con Poste SpA che aumenta i costi per i cittadini e riduce l'efficienza del servizio. La stessa corte di cassazione ha il 18% di personale in meno mentre, secondo la legge che il presidente della repubblica ha rinviato alle camere proprio in questi giorni , se ne aumentano le competenze e se ne snatura la funzione di organo di legittimità. Alla mancanza di personale si aggiunge una paradossale diminuzione delle dotazioni tecnologiche, il ministero ha deciso di tagliare 8000 postazioni di posta elettronica con conseguenti ripercussioni sul servizio di quelle cancellerie che avevano organizzato il lavoro in maniera più snella ed efficiente. Mentre tutto il mondo e anche le Pubbliche amministrazioni indirizzano le loro prospettive verso un aumento della tecnologia, al ministero della giustizia decidono di tornare ai messaggeri a cavallo. Carta e penna al posto dei computer? A dire il vero manca anche la carta per le fotocopiatrici e la benzina per le automobili, mancano i fondi per l'attività di fonoregistrazione delle udienze con conseguente riduzione delle garanzie del processo e del numero stesso delle udienze che possono essere svolte, al Tribunale di Roma da 10 a 3 - 4 secondo una stima del Presidente dottor Scotti. E' questo che si vuole? Una giustizia che non funzioni, che disgreghi la coesione sociale rappresentata anche dalla possibilità per ognuno di rivolgersi ad un giudice se ritiene violato un proprio diritto e di avere una risposta in tempi celeri. E' questo che si vuole? una giustizia forte coi deboli e debole coi forti? Tutto quello che in questa legislatura è stato fatto dal governo è esattamente questo. Anche nei confronti del personale amministrativo che negli uffici giudiziari garantisce il servizio con alto senso di responsabilità, si procede con disprezzo: nessuna attenzione ai diritti contrattuali, e addirittura per i lavoratori e le lavoratrici dell'Organizzazione Giudiziaria la mancata riqualificazione professione con conseguenze sia dal punto di vista professionale per i dipendenti che per il servizio che viene erogato ai cittadini perché sarebbe possibile, dopo la riqualificazione, una migliore organizzazione degli uffici giudiziari aumentandone l'efficienza. C' è bisogno di cambiare. Il servizio reso negli uffici giudiziari, nelle carceri, nei servizi della giustizia minorile rende effettivo il diritto alla giustizia. Se mancano i lavoratori, se le strutture sono fatiscenti, se le leggi sono utilizzate per qualcuno, il diritto alla giustizia non viene garantito. Ognuno deve poter avere un giudizio in tempi celeri davanti ad un giudice terzo e non condizionato dal potere politico, la pena deve avere la funzione che le assegna la Costituzione, per questo l'amministrazione della Giustizia non può essere lasciata in mano a chi fino a questo momento l'ha portata allo sfascio. Chiediamo dunque l'adeguamento degli organici, un piano straordinario per l'innovazione tecnologica, risorse economiche per garantire la funzionalità dei servizi e una giusta riqualificazione professionale che possa garantire a tutti i cittadini un servizio all'altezza di un paese civile. Per questi motivi, i lavoratori e le lavoratrici degli uffici giudiziari, delle carceri e dei servizi della giustizia minorile, saranno presenti in piazza all'inaugurazione dell'anno giudiziario in cassazione e in tutti i distretti di Corte d'Appello con manifestazione aperte a tutti gli operatori del diritto e ai cittadini.
Per FPCGIL Funzioni Centrali Alfredo Garzi
Il CSM sull'Allarme Informatica

Le comunicazioni pervenute da molti uffici giudiziari, relative ad una situazione di generale sofferenza delle strutture informatiche, indicate prossime alla paralisi per carenze di risorse, in specie per quanto riguarda l'assistenza dei servizi, hanno trovato clamorosa conferma durante il corso di formazione organizzato per i referenti distrettuali per l'informatica dal C.S.M., in cui (in uno ad un documento sottoscritto da tutti i presenti) sono stati forniti dati e cifre particolarmente allarmanti. Si configura pertanto una situazione in stridente, clamoroso contrasto con l'ottimistica comunicazione del ministro della Giustizia, operata solo alcuni giorni or sono in Parlamento, in cui si sono enfatizzati i grandi risultati conseguiti nell'informatizzazione del servizio giustizia, e che va denunciata sin da subito, nelle ormai prossime "cerimonie" inaugurali dell'anno giudiziario. Per parte nostra abbiamo predisposto una risoluzione che si riporta di seguito, presentata nell'odierno plenum (sottoscritta quasi da tutti i consiglieri)e che sarà discussa domani, in cui chiediamo un sollecito confronto con il Ministro, pur sempre responsabile dell'organizzazione e del funzionamento dei servizi relativi alla giustizia secondo l'art.110 Cost. (norma ancora non oggetto di revisione costituzionale...).
Aghina, Arbasino, Civinini, Fici, Marini, Menditto, Salvi, Salmè
Risoluzione da inserire nell'ordine del giorno del plenum pomeridiano del 25 gennaio 2005, ai sensi dell'art. 45 del regolamento.
In questi anni si è diffusa la consapevolezza dell'importanza dello strumento informatico per accelerare i processi e migliorare le funzionalità complessiva dell'organizzazione giudiziaria ed il servizio giustizia reso ai cittadini; nel contempo è stato progressivamente -se pur faticosamente- portato avanti il progetto di informatizzazione dei servizi giudiziari, rendendo irreversibile il ritorno a forme di organizzazione ormai superate
Il 2 agosto 2002, all'atto dell'elezione del V. Presidente di questo Consiglio, il Presidente della Repubblica ha sollecitato "una svolta coraggiosa nel campo dell'informatica per affrontare il problema della durata eccessiva dei processi".
Nella seduta consiliare del 18 dicembre 2002 il Ministro della Giustizia ha affermato l'importanza dell'informatica e la necessità di "procedere al più presto con il processo di informatizzazione".
Costante è stato l'impegno del Consiglio nel favorire e promuovere lo sviluppo dell' informatica presso gli uffici, anche attraverso l'opera dei magistrati referenti distrettuali per l'informatica.
Pur se lo strumento informatico appare sempre più vitale per il funzionamento degli uffici giudiziari, la legge finanziaria del 2006 prevede una riduzione complessiva degli stanziamenti relativi ai servizi informatici del Ministero della Giustizia: -per le spese correnti sono stati stanziati 56.420.572 euro, rispetto a 98.080.248 euro previsti nel 2005, con una riduzione del 42%. In particolare, si prevedono per l'assistenza sistemistica e della rete, 44.285.199 euro rispetto a 81.977.740 euro del 2005, con una riduzione del 46%; -per gli investimenti sono stati stanziati 26.942.928 euro, rispetto a 38.747.369 euro del 2005, con una riduzione del 30%. Peraltro le somme stanziate in alcuni casi sono perfino insufficienti a fare fronte agli impegni già assunti.
Le somme stanziate impongono una riduzione consistente degli investimenti, impedendo il rinnovo delle dotazioni informatiche degli uffici sempre più obsolete, e -in misura ancora più rilevante- rendono problematica l'erogazione dei servizi di assistenza e manutenzione, ridotti in questi giorni ai soli interventi urgenti e indifferibili. La gravità della situazione è stata rappresentata ripetutamente al Consiglio con riferimento alle ricadute sulla celebrazione dei processi -civili e penali- e sulle indagini in materia di terrorismo che necessitano di un urgente adeguamento delle apparecchiature informatiche.
In mancanza di un concreto e tempestivo ripensamento è ipotizzabile un rallentamento se non l'arresto del processo di informatizzazione degli uffici giudiziari faticosamente avviato in questi anni con ricadute gravissime sull'organizzazione degli uffici giudiziari e sulla lunghezza dei processi.
Al Ministro della Giustizia, che il Consiglio ha invitato ad un confronto sui temi dell'organizzazione con delibera dell'1 dicembre 2004, spetta per costituzione la responsabilità di adottare i provvedimenti in materia di organizzazione e funzionamento dei servizi relativi alla giustizia.
Ciò premesso, il Consiglio
auspica che siano adottati tutti gli interventi necessari per evitare il verificarsi dei gravi pregiudizi ricordati in premessa; dispone che presso la competente commissione si apra una pratica, da trattare con urgenza, relativa alle ricadute organizzative conseguenti alle gravi difficoltà di funzionamento dei servizi informatici presso gli uffici giudiziari.
Associazione Nazionale Magistrati

L'ANM SUL DISEGNO DI MODIFICA LEGGE ELETTORALE DEL CSM
La Commissione giustizia del Senato ha approvato in sede referente il disegno di modifica della legge elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura. Il progetto approvato prevede la rappresentanza dei magistrati di legittimità in tre unità quella dei magistrati del pubblico ministero in cinque unità e quella dei giudici di merito in dodici unità. L'Associazione ha già esposto nel documento presentato alla Commissione Giustizia del Senato le sue complessive valutazioni sul disegno di legge. A fronte del testo licenziato dalla Commissione Giustizia del Senato l'A.N.M. ribadisce la sua contrarietà alla prospettata sovrarappresentazione della Suprema Corte, che, considerando la presenza di due membri di diritto, non deve essere rappresentata in Consiglio da più di due componenti elettivi. Anche con la riduzione a tre del numero dei componenti elettivi che esercitano funzioni di legittimità, infatti, si affievolisce la portata positiva delle innovazioni consistenti nell'aumento del numero dei componenti del Consiglio e del ritorno alla proporzionalità. L'Associazione Nazionale Magistrati auspica altresì un'ulteriore riduzione delle preferenze.
Roma 25 gennaio 2006
La Giunta Esecutiva Centrale
Movimento per la Giustizia

il caso Castellano al CSM
Da recenti notizie di stampa si è appreso che il CSM ha preso in esame la domanda di trasferimento in Cassazione presentata dal presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano, dott. Francesco Castellano, nei cui confronti, come è noto, è stato avviato procedimento paradisciplinare di trasferimento per incompatibilità ambientale e funzionale in relazione a fatti emersi nel corso di indagini penali che – per la rilevanza della materia e la notorietà dei personaggi coinvolti - hanno suscitato grande preoccupazione e generale interesse presso l’opinione pubblica nazionale ed europea .
Il MOVIMENTO ha sempre contrastato la prassi – in taluni casi già altre volte malauguratamente seguita - del trasferimento in Cassazione finalizzato alla chiusura di simili procedimenti, in quanto occorre salvaguardare sia il ruolo del CSM come vigile custode della professionalità e trasparenza dell’operato dei magistrati, sia il prestigio della Corte perché essa possa adeguatamente esercitare la sua funzione regolatrice e di nomofilachia. A tal fine occorre che l’accesso in Cassazione si compia solo sulla base di una specifica e mirata valutazione delle qualità professionali degli aspiranti, e non certo come comoda alternativa alla deliberazione di trasferimento d’ufficio per coloro che abbiano eventualmente posto a repentaglio la credibilità della funzione esercitata
Al di là, quindi, della indiscutibile gravità della vicenda che non consente scorciatoie e impone che sia fatta opera di assoluta chiarezza, senza ovviamente volere minimamente anticipare l’esito degli accertamenti in corso e nel pieno rispetto delle regole e del diritto di difesa, il MOVIMENTO ritiene che una eventuale decisione favorevole risulterebbe inevitabilmente del tutto incomprensibile e contrastante con la fiducia e le aspettative di buona e trasparente amministrazione della giurisdizione che i magistrati italiani continuano a nutrire nei confronti del proprio organo di autogoverno
25 gennaio 2006
Il Presidente Piero Martello
Il Segretario Nino Condorelli
SCHEDA INFORMATIVA.
Il MOVIMENTO PER LA GIUSTIZIA è uno dei gruppi che compongono l’ANM.
Fondato nel 1988 su iniziativa, fra gli altri, di Giovanni Falcone, Calogero, Spataro, Tamburino, Zagrebelsky, Almerighi, Di Nicola, Nannucci, si è successivamente unito al gruppo di “Proposta ‘88” (tra i fondatori: Rachelie Amatucci). Attualmente raccoglie il consenso e il voto del 15% dei magistrati italiani e ciò gli ha consentito di esprimere 3 componenti del CSM, 5 componenti del CDC dell’ANM, e un alto numero di membri dei Consigli giudiziari nelle Corti d’Appello.
ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI

Sezione della Cassazione
La Giunta della sezione cassazione dell’Associazione Nazionale Magistrati sull’ipotesi di trasferimento in Cassazione del dott. Francesco Castellano.
E’ in discussione al Consiglio superiore della magistratura la domanda di trasferimento in Cassazione che il dott. Francesco Castellano, Presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano, ha presentato mentre era in corso la fase preliminare di una procedura per il suo trasferimento d’ufficio in relazione alle indagini sulle note vicende bancarie.
La Giunta esprime il sincero auspicio che il collega Castellano riuscirà a dimostrare la propria estraneità rispetto a qualunque addebito di comportamenti men che corretti. Ma ritiene che l’ipotesi di una sua destinazione alla cassazione con procedura extra ordinem non risponda all’interesse dell’istituzione.
E’ certamente nell’interesse dell’istituzione che siano anticipati gli eventuali effetti della procedura di incompatibilità e cioè che la situazione di dissonanza con la credibilità della funzione giudiziaria sia rimossa con trasferimento consensuale ancor prima che si concluda la complessa procedura prevista al riguardo.
Ciò che la Giunta della sezione Cassazione dell’ANM intende invece porre in discussione – come questione assolutamente di principio e generale - è la correttezza di utilizzare la Cassazione quale ufficio cui destinare – al di fuori delle normali procedure concorsuali - coloro che possano trovarsi, anche incolpevolmente, in situazione di incompatibilità ambientale.
Da tutti viene in questo memento proclamata la necessità di procedure rigorosamente selettive per l’accesso in cassazione, necessarie affinché essa possa adeguatamente svolgere la sua funzione. Derogare a tale principio con riferimento a coloro che sono sottoposti a procedure di trasferimento d’ufficio ai sensi dell’articolo 2 della legge sulle guarentigie, non gioverebbe alla credibilità della Cassazione.
Adottato all’unanimità il 24 gennaio 2006
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