Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Gli ispettori: sentenza regolare 23.03.2005 di red
Clementina Forleo, giudice milanese per le udienze preliminari, è stata di parola. Aveva promesso querele agli esponenti della maggioranza che l’avevano attaccata per il proscioglimento per di tre islamici accusati di terrorismo internazionale. E le querele sono arrivate. Destinatari i ministri Roberto Calderoli e Maurizio Gasparri, il coordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto e il Presidente della Commissione esteri della Camera Gustavo Selva. A difendere la Forleo è Giulia Bongiorno, avvocato di Andreotti.
Meno di due mesi fa Clementina Forleo aveva assolto tre islamici, accusati di terrorismo internazionale, sostenendo che «le attività violente o di guerriglia», in un contesto bellico, «non possono essere perseguite neppure sul piano del diritto internazionale» e non sono incasellabili in quelle di terrorismo.
Dura la reazione della maggioranza. Parole e fatti, quasi intimidatori. Il Guardasigilli Roberto Castelli aveva disposto, attraverso l' Ispettorato generale del ministero , «i necessari accertamenti preliminari finalizzati a verificare se via sia stata da parte della dottoressa Forleo una condotta negligente sotto il profilo della omessa valutazione di atti normativi rilevanti ai fini della decisione da assumere». A difesa del Gup di Milano si era schierato il Consiglio Superiore della Magistratura, aprendo una pratica a sua tutela. Lo stesso vicepresidente del Csm Virginio Rognoni era sceso in campo per ribadire che i provvedimenti giudiziari possono essere criticati ma che la critica non può trascendere nella delegittimazione dei magistrati.
Le prime conclusioni degli ispettori ministeriali arrivano proprio nel giorno in cui partono le querele. E danno ragione al magistrato milanese. Si parla di una sentenza basata su «un'interpretazione discutibile della norma» ma assolutamente priva di «abnormità censurabili sotto il profilo disciplinare».
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=41648

Una legge speciale per restituire il libro a Benevento Londra, il codice rubato torna in Italia E' la prima volta che un'istituzione britannica accetta di riconsegnare al Paese d'origine un'opera trafugata DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Per la prima volta in tempi moderni il Regno Unito renderà a un’istituzione estera un’opera d’arte trafugata: la British Library dovrà restituire all’Italia un manoscritto di grandissimo valore, non solo scientifico, rubato durante la seconda guerra mondiale. Una commissione istituita dal governo Blair ha stabilito che un messale del dodicesimo secolo comprato nel dopoguerra dal British Museum fu rubato da un seminario di Benevento durante l’occupazione alleata del 1943. Il messale, un manoscritto riccamente miniato, sarà dapprima riportato a Benevento come prestito. Ci vorrà poi una legge apposita per trasferirne anche la proprietà. Vista la sensibilità che accompagna ogni rivendicazione del genere (a cominciare dai fregi del Partenone al British Museum, anche se il contesto storico è diverso), il caso del messale metterà in allarme vari musei europei. Ma ripara un’evidente ingiustizia. La vicenda del messale in scrittura beneventana, un corsivo dell’alto medioevo che si diffuse nella Longobardia Minore, di cui Benevento fu capitale, è avventurosa quanto indicativa dei limiti che ancora proteggono i trafugatori d’arte. Per anni a Londra s’è discusso di questo manoscritto, che passava di mano pubblicamente, in case d’asta, mentre a Benevento, dove uno spazio vuoto in uno scaffale indicava la mancanza del messale, nulla si sapeva. Se ora si giunge a conclusione è grazie alla pervicacia dell’arcivescovo di Benevento, Serafino Sprovieri, che ha sempre chiesto la restituzione come «gesto simbolico di riconciliazione», a una campagna di The Art Newspaper, la rivista d’arte di Umberto Allemandi, all’insistenza dei governi italiani e, infine, alla decisione del ministro della Cultura britannico di fare propria la raccomandazione dello Spoliation Advisory Panel, istituito per far luce su opere trafugate dai nazisti o durante la guerra: un caso esemplare. A Benevento, nella Biblioteca Capitolare della cattedrale, da secoli si conservavano testi di scrittura beneventana, noti e studiati dai paleografi. I più importanti, tre messali identificati dai numeri 29, 30 e 33, furono elencati nel 1940 dal bibliotecario, Salvatore De Lucia. Il Messale 29, copiato otto secoli fa nel convento di San Pietro, contava 290 pagine, molte delle quali illuminate con capolettera miniati, ornati di fogliame e zoomorfici. E ancora c’era nel 1943, quando il Sannio divenne fronte di guerra: il 21 agosto iniziarono i bombardamenti americani, che dopo l’armistizio di Cassibile divennero a tappeto. Il 12 settembre la cattedrale romanica fu distrutta e l’arcivescovo messo in fuga, ma nemmeno un mese dopo, quando i tedeschi si ritirarono, il bibliotecario scoprì che, «per grazia di Dio, la Biblioteca Capitolare era salva». Per non correre rischi, avvolti in una coperta e impacchettati in cassette da frutta, i messali furono portati dal segretario dell’arcivescovo fuori città, al Pontificio Seminario Pio IX, bersaglio meno probabile di bombardamenti. Finché le truppe britanniche, avanzando da sud, non requisirono l’edificio: i manoscritti erano finalmente in mani sicure. Invece no. Nel 1946, a Londra, un soldato britannico che ha servito in Italia, il capitano Douglas George Ash, si rivolge al British Museum per chiedere se è interessato a un messale che ha comprato, dice, da un libraio napoletano nel 1944. Il museo l’avverte che l’opera è di dubbia origine, sicché non può rilevarla, ma quando Ash la mette all’asta da Sotheby’s come proveniente «dall’abbazia benedettina di San Pietro (non più esistente) nell’Italia del Sud», resta vigile: il 12 luglio 1947 l’acquista per 441 sterline dall’antiquario Quaritch, che se l’era aggiudicata per 420. Il caso resta a tacere, benché nel 1961 uno studioso francese sollevi dubbi. Invano: solo nel 1976 la notizia che il Messale 29 è al British Museum arriva a Benevento. E cominciano le pratiche per rioccupare lo spazio vuoto della Biblioteca Capitolare. Ma ci vorranno ancora tre decenni. Perché c’è un doppio problema: il furto del messale è caduto in prescrizione per la legge britannica e la British Library, nel frattempo nata dal British Museum, per statuto non può alienare i suoi beni. Così lo Spoliation Advisory Panel, creato da Tony Blair, suggerisce due vie d’uscita: il governo può cambiare lo statuto della British Library o, più ragionevolmente, può varare una legge speciale per il messale di Benevento. Comunque vada a finire, il manoscritto tornerà a casa, perché due giorni fa la British Library ha accettato il suggerimento provvisorio: rimandare il messale in Italia come prestito, in attesa della riconsegna formale. Se va tutto bene, il Messale 29 finirà tra pochi mesi sessant’anni d’esilio: «È la soluzione migliore», dice Estelle Morris, ministro per le Arti. Ma ora, stabilito il principio, quanti musei cominceranno a temere per le proprie opere d’origine dubbia? Alessio Altichieri 24 marzo 2005
Associazione Nazionale Magistrati
 La presenza equilibrata di uomini e donne magistrati negli organismi rappresentativi dell’ANM
Il Comitato Direttivo Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati, in attuazione dell’art. 51 della Costituzione ed alla luce dell’art. 83-II della Costituzione Europea che invita ad adottare azioni positive utile ad ottenere una partecipazione equilibrata di donne ed uomini nella rappresentanza politica, in occasione del 40° anniversario dell’ingresso delle donne in magistratura, ha dato incarico al Comitato pari opportunità di elaborare e proporre in tempi brevi iniziative e modifiche statutarie che agevolino e facilitino la partecipazione delle donne magistrato all’attività associativa e, in particolare, l’elettorato passivo al C.D.C. dell’Associazione.
Roma, 21 marzo 2005
Il Presidente
Associazione Nazionale Magistrati Il Comitato Direttivo Centrale

GLI INTERVENTI DEL MINISTRO CASTELLI SUI PROVVEDIMENTI GIUDIZIARI
L’Associazione Nazionale Magistrati è stata più volte costretta a deplorare attacchi ai magistrati, giunti spesso al livello della denigrazione e dell’insulto. Nelle ultime settimane si è aggiunto un ulteriore motivo di gravissima preoccupazione. Il Ministro della Giustizia, che all’inizio del suo mandato aveva dichiarato di volersi attenere alla regola di non commentare le decisioni dei giudici, è intervenuto ripetutamente e pesantemente sul merito di decisioni giudiziarie con la pretesa di farsi interprete del “sentimento popolare”.
In un ordinamento democratico, tutti hanno il diritto di commentare, in senso positivo o negativo, le decisioni dei magistrati e quando il dibattito si sviluppa nei limiti dell’esercizio della critica esso costituisce un arricchimento per la società e per la giustizia.
Peraltro nel difficile compito di applicazione della legge nel caso concreto, il magistrato deve poter decidere in piena indipendenza e serenità senza la preoccupazione di adeguarsi alla cultura ed ai desideri del Ministro.
L’ANM sottolinea e ribadisce che al Ministro della giustizia la Costituzione attribuisce l’iniziativa disciplinare e proprio in ragione di ciò ogni intervento sul merito dei provvedimenti giudiziari è del tutto inappropriato e sconveniente.
Roma, 20 marzo 2005
Approvato all’unanimità
a me questi che manifestano con al seguito la tv nazionale, continuano a non convincermi. Quando poi incontri i leader di questo movimento, di solito, è possibile notare che sono dotati di cellulari e notebook come se fossero consulenti finanziari. Da questo al sito pergiuliana.org, dove il proprietario del dominio ha trascritto un numero 199 per essere chiamato, il passo è breve. Datemi anche della ex pciista, ma, è il neo liberismo capitalista "non garantista", che cavalca...
Tribunale di Roma in stato d'assedio per il sit-in dei disobbedienti
12.03.2005 di red
Forze dell'ordine in assetto antisommossa sabato mattina a Piazzale Clodio a Roma, un presidio di controllo dell’ingresso principale della città giudiziaria dove sono schierati una decina di blindati di polizia e carabinieri oltre a cordoni di vigili urbani. Le forze dell’ordine presidiano la manifestazione, «un sit-in pacifico» secondo le intenzioni dichiarate, dei disobbedienti, a sostegno della posizione di 58 loro compagni che, denunciati alla magistratura dopo “l'esproprio proletario” compiuto il 6 novembre scorso in un ipermercato della capitale, il “Panorama” di via Pietralata e alla libreria Feltrinelli di Largo Argentina. Il supermercato e la libreria vennero "assaltati" come, simboli, per i manifestanti, delle “cattedrali del consumo e delle molteplici forme della precarietà che milioni di persone vivono quotidianamente”. Al sit-in sono arrivate alcune centinaia di persone, tra cui Guido Lutrario, uno dei volti più noti dell'area dei centri sociali romani. E mentre dal furgone che li accompagnava, gli altoparlanti diffondevano musica a volume molto alto, i disobbedienti parafrasavano uno slogan sulla patria dei manifesti di An, dicendo: «prima eravamo pochi a non arrivare a fine mese, oggi invece siamo la maggioranza».
Il presidio è stato convocato perché in mattinata si riunisce il Tribunale della Libertà per vagliare il ricorso del pm Vitello sulle richieste di misure cautelari per gli inquisiti in seguito alle azioni contro il carovita del 6 novembre scorso, in occasione della giornata nazionale per un reddito garantito dedicata a “San Precario”. Tra questi, anche il consigliere comunale Nunzio D'Erme. Carabinieri e polizia stanno piantonando, in particolare, l'ingresso di via Golametto, dove sono ubicati, tra l'altro, un punto "Mc'Donalds" e una banca.
Il pm Vitello ha accusato i disobbedienti arrestati per rapina pluriaggravata, chiedendo per via preventiva 13 domiciliari e 48 obblighi di firma per lla “spesa proletaria” compiuta nel novembre scorso al supermercato di Pietralata e alla libreria Feltrinelli. Le misure erano state respinte dal Gip e quindi la pubblica accusa ha impugnato il provvedimento del gip di fronte al tribunale della libertà.
Secondo i disobbedienti che sabato sono scesi in piazza davanti al tribunale della libertà l’esproprio avvenuto il 6 novembre nel supermercato è da considerare solo come una forma di lotta, e quindi un’espressione di democrazia. Anzi, parlano di questi espropri – nelgli stessi giorni ce ne fu anche uno a Milano – come di «pratiche di contrattazione sociale dal basso» che hanno per obiettivo chiedere «pubblicamente a tutte le catene commerciali di attuare in quella giornata sconti del 70% per tutti i clienti attraverso una trattativa con la direzione del supermercato».
Per risalire a manifestazioni così dure contro il carovita come quelle intitolate a San Precario, patrono fantapolitico della popolazione dei lavoratori "parasubordinati", bisogna arrivare agli anni Settanta, alla stagione dei "mercatini rossi" e delle proteste contro l'aumento del prezzo del pane organizzate da Lotta Continua e dalle altre organizzazioni dell'estrema sinistra, quando le impennate inflazionistiche e la crisi petrolifera cozzavano contro il potere d'acquisto dei salari da una parte e la nascente società dei consumi dall'altra. Quella stagione portò poi allo strumento della "scala mobile", per il recupero automatico del reddito reale e della capacità di spesa delle famiglie, uno strumento che fu cancellato definitivamente a metà degli anni Ottanta dopo il referendum perduto nel 1985 sul cosiddetto "accordo di San Valentino", firmato solo da Cisl, Uil e componente socialista della Cgil con cui si riducevano a quattro i "punti" o scatti di scala mobile. Da allora la politica dei redditi è stata poi contrattata in quella che veniva chiamata "concertazione" tra le parti sociali, una stagione anche quella terminata definitivamente con il fallimento del "patto per l'Italia" firmato solo da Uil e Cisl con il governo Berlusconi.
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=41406
Associazione Nazionale Magistrati

LA CANDIDATURA DI MAGISTRATI ALLE ELEZIONI
La candidatura di un magistrato alla carica di sindaco ha riproposto il dibattito sul tema dell’ingresso in politica di magistrati. Sulla questione, nel corso di questa legislatura sono state presentate alla Camera diverse proposte di legge. Pochi giorni addietro il relatore ha predisposto un testo unificato (Ddl C 1949 e collegati) nel quale si fissa il principio della ineleggibilità dei magistrati, nelle circoscrizioni comprese nel distretto di corte di appello dove hanno esercitato le loro funzioni nei due anni precedenti. L’anno passato nel corso di una audizione presso la Commissione affari costituzionali, l’ANM aveva espresso piena adesione a questo indirizzo, sollecitando una rapida approvazione del testo legislativo.
L’Associazione Nazionale Magistrati auspica che a questo principio ci si attenga, anche in mancanza di una disposizione legislativa, in particolare con riferimento alle cariche amministrative.
Roma, 9 marzo 2005 La Giunta Esecutiva Centrale
accade in Italia ...

L'Unità - 8 marzo 2005
Associazione Nazionale Magistrati GIUNTA ESECUTIVA CENTRALE

La Giunta Esecutiva Centrale, preso atto del documento trasmesso dalla sottosezione ANM di Santa Maria C. V. sulla delicata situazione degli uffici giudiziari della Provincia di Caserta, condividendo le preoccupazioni espresse dai colleghi decide di elaborare la sintesi (di seguito riportata) del predetto documento, di trasmetterlo alla stampa e di pubblicarlo sul sito dell’A.N.M. Roma, 3 marzo 2005
Sottosezione di S. Maria Capua Vetere
SITUAZIONE ORGANICI
Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere è composto da una sede centrale (in Santa Maria Capua Vetere) e da 5 sezioni distaccate come elencate:
Tribunale
Ufficio Località Totale residenti
Sezione distaccata di Tribunale AVERSA 229335
Sezione distaccata di Tribunale CARINOLA 114326
Sezione distaccata di Tribunale CASERTA 118380
Sezione distaccata di Tribunale MARCIANISE 151455
Sezione distaccata di Tribunale PIEDIMONTE MATESE 60047
Sede centrale SANTA MARIA CAPUA VETERE 153154
Il Ministero della Giustizia indica al 2003 una popolazione residente pari a 840.701 abitanti.
Manca il numero altamente significativo e non censito di stranieri clandestini che producono un contenzioso penale di non poca rilevanza, specie in relazione alla violazione della normativa in tema di stupefacenti e prostituzione.
Le piante organiche prevedono per il Tribunale 85 magistrati e per la Procura 28 unità.
Gli organici sono assolutamente insufficienti.
A seguire vengono riportati, in sintesi solo alcuni dati al fine di rappresentare una situazione allarmante e complessa.
Da una recente indagine Eurispes, dal titolo “L’evoluzione della criminalità organizzata in Italia nel periodo 1999-2003” emerge come la regione Campania sia al primo posto quanto a numero di omicidi di matrice mafiosa, con 311 omicidi pari al 46,7% del dato complessivo nazionale: al “secondo posto”, su base nazionale, dopo la provincia di Napoli quella di Caserta con 57 morti per motivi di camorra.
I processi di criminalità organizzata istruiti dalla DDA di Napoli relativi alla Provincia di Caserta rifluiscono esclusivamente dinanzi al Tribunale ed alla Corte di assise di Santa Maria C. V. mentre quelli relativi alla Provincia di Napoli si distribuiscono tra i Tribunali di Napoli,Torre Annunziata e Nola.
Va evidenziato come la Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura di Napoli tratti procedimenti che per il 35-40% ricadono per competenza sul Tribunale e la Corte di assise di Santa Maria Capua Vetere: si tratta di processi di particolare complessità, per numeri di imputati e di imputazioni. Di recente sono stati definiti presso il Tribunale il processo Acanfora +213, con quasi mille imputazioni (art. 416 bis c.p, truffa in danno della Comunità Europea relativa ai contributi dell’Aima, corruzione e falso): ed il processo Barbato +52, cd. Spartacus II.
Tali processi, come gli altri attualmente pendenti di tali dimensioni, hanno causato la paralisi dell’attività dei collegi chiamati a trattarli, con una sostanziale denegata giustizia per i processi ordinari
Attualmente presso i cinque collegi che si occupano del dibattimento penale pendono complessivamente non più gli 83 processi provenienti dalla DDA registrati al marzo del 2003 ma ben 87.
Di questi 10 riguardano più di 10 imputati, fino ad un massimo di 85 (nei confronti di Ammutinato + 84). A ciò si aggiunga che risultano in attesa di giudizio ben 436 imputati.
Dunque ogni collegio ha ad oggi pendenti dinanzi a sé circa 18,5 processi DDA e deve giudicare la posizione di 87,2 imputati, fra i quali circa il 25% detenuti in stato di custodia cautelare e dunque soggetti a scarcerazione in caso di scadenza dei termini.
Il quadro risulta ancor più grave se si guarda all’andamento delle sopravvenienze dei processi di competenza della DDA nel corso dell’ultimo quadriennio.

Fra questi numeri si celano anche processi con 20, 30 imputati ed oltre.
Esistono poi tre Corti di assise, oltre a quelle straordinarie, fra le quali quella che celebra il processo cd. Spartacus I, ormai in fase di discussione (Abbate + 124), relativo al clan dei Casalesi
Per avere la misura di tali sopravvenienze è utile comparare i dati con quelli delle corti di assise di Palermo, Napoli e Bari. I dati sono stati tratti, per gli altri uffici giudiziari, dal sito del Ministero della Giustizia – direzione generale di statistica - per gli anni 2002 e 2003.

In definitiva innanzi alla Corte di Assise di S. Maria C.V., vi sono 366 imputati in attesa di giudizio.
I numeri della giustizia civile sono altrettanto allarmanti. Dinanzi al Tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere pendono la metà dei processi rispetto al Tribunale di Napoli, mentre i giudici di Santa Maria Capua Vetere sono ¼ rispetto ai colleghi napoletani: dunque, devono lavorare il doppio!. Dinanzi alla sezione lavoro a Santa Maria Capua Vetere pendono circa 7000 processi per ogni magistrato, contro i 2352 per ogni magistrato di Napoli.
Significativi sono poi i dati fra la popolazione residente ed il numero di magistrati e personale amministrativo, comparati con il Tribunale di Napoli:
n.magistrati/popolazione residente
Napoli --------------------------------- 0,0215 Santa Maria Capua Vetere ---- 0,0093 n. personale amministrativo/popolazione residente
Napoli --------------------------------- 0,0663 Santa Maria Capua Vetere ---- 0,0340 Già l’ANM di Santa Maria Capua Vetere ebbe modo di trasmettere gli esiti della rilevazione effettuata nella settimana dal 10 al 15 maggio 2004, quanto alla presenza del personale amministrativo in udienza [1][1].
Anche la situazione della Procura della Repubblica va esaminata tenendo conto che gli organici dei magistrati, ma in special modo del personale amministrativo, devono essere valutati tenendo conto dell’ proveniente dalla DDA, che si rileva dai seguenti dati.
Dal 1.1.2000 ad oggi sono stati delegati, ex art.51 co.3 ter c.p.p, i sostituti procuratori di Santa Maria Capua Vetere per oltre 81 processi istruiti dalla DDA e da celebrarsi dinanzi al Tribunale.
Inoltre, è stato sottoscritto un protocollo di intesa fra la Procura sammaritana, la DNA e la DDA di Napoli, in forza del quale i sostituti procuratori di turno, per gli affari urgenti, assumeranno la direzione delle prime indagini nei più gravi delitti di camorra e potranno essere applicati alla DDA di Napoli per il prosieguo delle investigazioni e per lo svolgimento delle funzioni di pubblico ministero nella fase dibattimentale.
A tal proposito deve rilevarsi che nel corso degli ultimi anni otto sostituti procuratori sono stati applicati alla DDA di Napoli per un giorno alla settimana per periodi anche di oltre un anno, in relazione alle indagini co-delegate per specifici procedimenti.
Numerosissimi sono gli affari penali “ordinari” che i singoli Sostituti trattano nella fase delle indagini,come numerose sono le udienze preliminari e dibattimentali alle quali partecipano.
QUESTIONE SICUREZZA
Due episodi allarmanti:
a) il furto e l’incendio dell’autovettura blindata di servizio che accompagnava un Gip del Tribunale di Napoli in trasferta al carcere di Santa Maria Capua Vetere per gli interrogatori di alcuni indagati, oggi imputati dinanzi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere;
b) l’intimidazione patita da un Pubblico ministero della DDA di Napoli di ritorno a Napoli con l’autovettura blindata di servizio, dopo la trattazione di un processo a Santa Maria Capua Vetere , affiancato e poi inseguito da un motociclista.
Si sono poi verificati in Procura della Repubblica il furto del computer portatile di un sostituto procuratore e l’incendio doloso della stanza di altro sostituto procuratore, nella notte fra il 29 febbraio ed il 1 marzo 2004, propagatosi da un armadio ove erano contenuti fascicoli d’indagine al resto degli ambienti.
EDILIZIA GIUDIZIARIA
Tribunale civile in Santa Maria Capua Vetere
L’ufficio giudiziario è situato in tre palazzine, destinate a civile abitazione e cedute in locazione al Comune di Santa Maria Capua Vetere.
Anche la situazione della Procura della Repubblica è infelice, dovendo i sostituti procuratori condividere con la polizia giudiziaria la propria stanza.
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[1][1] I risultati che seguono rappresentano il deficit di personale descritto:
Udienza civile g. monocratico (fallimentare,ordinario, lavoro)
Nel 100% delle udienze monocratiche civili mancavano sia il cancelliere sia l’ufficiale giudiziario
Udienza civile g. collegiale:
nel 100% delle udienze collegiali civili è stato presente il cancelliere ed assente l’ufficiale giudiziario
Udienza penale g. monocratica:
nel 100% delle udienze penali g. monocratico è stato presente l’assistente di cancelleria
nell’82% delle udienze penali g. monocratiche è stato assente l’ufficiale giudiziario
Udienza penale collegiale:
nel 100% dei casi sono stati presenti il cancelliere e l’ufficiale giudiziario.
Udienza preliminare:
nel 100 % dei casi è stato presente il cancelliere ed assente l’ufficiale giudiziario.
Possono inoltre essere esemplificate alcune situazioni specifiche ed eclatanti:
a) presso la sezione distaccata di Marcianise si è ormai aggravata in modo cronico la carenza di personale amministrativo. La pianta organica è già in sé sottodimensionata prevedendo:
1 cancelliere C 2- assente (scoperto dal 1999)
5 cancellieri C1- sono presenti ffettivamente 2 (di cui uno in servizio, l’altro è in applicazione che scade a dicembre) ed un terzo di frequente assente per malattia.
3 cancellieri B3 – sono presenti 4 (3 più 1 distaccato)
4 operatore giud. B2: presenti 5 (in attesa di trasferimento 2 unità)
1 Ausiliari A1- presenti 2.
A fronte di questa assenza di cancellieri C2 e C1 pendono 2300 processi civili, 600 proc. di esecuzione civile, 300 tutele, 1750 processi penali, nonché sono presenti fortunatamente (e da poco) 4 magistrati (due per settore).
b) presso la sezione Prima penale il personale di cancelleria previsto è di sei unità (un C1, tre B2 che curano ciascuno un Collegio ed anche l’udienza monocratica, ed altre due unità) che non riescono a far fronte agli adempimenti conseguenti alle udienze che vengono tenute per complessivi 1500 processi penali (la prima sezione ha attualmente pendenti il 65 % dei processi di competenza collegiale).
c) alla sezione Lavoro, a fronte dei pendenti 58.468 procedimenti, la composizione prevede oltre agli operatori amministrativi solo un cancelliere C2, due C2, tre C3, che non sono assolutamente nella condizione di assistere in udienza il magistrato (la situazione è identica per ogni altra udienza civile svolta sistematicamente in assenza del cancelliere).
d) anche la situazione del personale amministrativo in Procura per quanto concerne il personale C3, C2, C1, B3 risulta gravata da una scopertura pari al 19 %, ancor più significativa se si considera che ben 13 unità del personale amministrativo tutto a disposizione della Procura si avvalgono dei benefici della legge 104/92.
Magistratura Democratica

Il Segretario nazionale
nei giorni 5-8 maggio 2005 in Mondello Lido (Palermo) presso l’Hotel Mondello Palace – si terrà il XV congresso nazionale di Magistratura Democratica dedicato al tema “Uguaglianza, Diritti, Giustizia”. Il Congresso è stato pensato come un momento di ampia riflessione sui temi della giustizia con la massima apertura all’esterno; sono infatti previsti, oltre agli interventi degli iscritti, anche qualificati contribuiti di esponenti della politica, dell'avvocatura, della cultura giuridica e della società civile.
Il programma del Congresso è molto fitto e prevede:
*giovedì 5 maggio*
ore 17.30 - 20.00 Apertura del Congresso Relazione introduttiva del segretario nazionale dott. Claudio Castelli Interventi di saluto
*venerdì 6 maggio*
ore 9.30 – 19,00 Dibattito generale e interventi programmati
ore 19.00 - 20.00 “I volti dell'immigrazione: le immagini e le parole" Presentazione del dossier statistico sull'immigrazione di Caritas / Migrantes e del rapporto sui centri di permanenza temporanea di Medici senza frontiere
ore 21.00 Discussione e votazione modifiche statutarie
*sabato 7 maggio*
ore 9.30 – 20,00 Dibattito generale e interventi programmati
*domenica 8 maggio*
ore 9.00 - 13.00 Discussione e approvazione delle mozioni Elezione dei componenti stabili del Consiglio nazionale
Interverranno nel Congresso: Oscar Luigi Scalfaro e Virginio Rognoni Speriamo di avere la Vostra qualificata attenzione.
Claudio Castelli
N.B. Gli accrediti per la stampa vanno richiesti alla segreteria organizzativa ( sig.ra Pamela Laon della Collage Congressi).

L'esplosione ha provocato gravi danni: divelta la grata d'ingresso dell'edificio, in frantumi i vetri dei palazzi vicini, distrutte 3 auto Ostia, ordigno esplode davanti al tribunale La bomba è probabilmente di fattura artigianale, ma potente Secondo le prime indagini, è del tipo usato dagli anarco-insurrezionalisti
L'esplosione dell'ordigno ha divelto il cancello del tribunale ROMA - Un'ordigno è esploso poco prima delle 4 davanti alla sede del Tribunale di Ostia. L'esplosione ha mandato in frantumi parte della parete esterna dell'edificio. Pezzi di intonaco e frammenti metallici sono sparsi in un vasto raggio intorno al tribunale. Non ci sono stati feriti. L'ordigno, hanno detto i carabinieri, che hanno avviato le indagini, era probabilmente di fabbricazione artigianale, ma di forte potenza. Si tratta di una pentola a pressione riempita di esplosivo.
L'ordigno è esploso in via dei Fabbri navali, poco dopo le 4, davanti all'ingresso principale del tribunale e ha provocato ingenti danni all'edifico. L'esplosione ha completamente divelto la grata posta all'ingresso principale del tribunale, che è nel pieno centro cittadino. Completamente distrutte almeno tre auto che erano parcheggiate sulla strada e in frantumi i vetri delle abitazioni poste di fronte la palazzina a due piani in cortina gialla,che, da circa quattro anni è sede del tribunale, che è una sede distaccata del Tribunale di Roma.
Secondo i primi accertamenti, l'ordigno è molto probabilmente composto da una grossa quantità di polvere nera o da una sostanza simile e assomiglia agli ordigni solitamente utilizzati dagli anarco-insurrezionalisti. E infatti il colonnello Massimo Ilariucci, comandante della compagnia di Ostia, non esclude la pista anarchica: lo scorso 1 marzo un ordigno rudimentale era esploso a Genova e altri due a Milano. Le bombe scoppiarono a pochi passi da caserme dell'Arma. La bomba, nonostante i danni, non ha provocato feriti e da una prima analisi non era ad alto potenziale.
Il presidente dell'Afol, Massimiliano Giandotti, l'associazione forense del litorale romano, dopo l'attentato punta il dito contro l'indifferenza delle istituzioni."E' un tribunale abbandonato a se stesso - denuncia - Siamo preoccupati. Da tempo chiedevamo un sistema di sorveglianza che non c'è stato mai concesso, nonostante le richieste avanzate anche dal dirigente".
(La Repubblica 7 marzo 2005) http://www.repubblica.it/2005/c/sezioni/cronaca/ostia/ostia/ostia.html
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