Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
L'associazione Giuristi Democratici esprime solidarietà al network Indymedia e fortissima condanna all'iniziativa di sequestro dei server londinesi operato dall'FBI nella sede londinese di Rackspace, la società che li gestiva per Indymedia. Tale sequestro, del quale per ora è difficile accertare le motivazioni, sarebbe avvenuto su richieste dei governi italiani e svizzeri, in base ad accordi multilaterali di assistenza nei casi di terrorismo e riciclaggio; altre fonti, invece, indicano come causa scatenante la diffusione da parte di Indymedia di informazioni sulla convention repubblicana di New York o su presunte frodi nel sistema di voto elettronico statunitense. Comunque sia, in attesa che sia finalmente nota la vera giustificazione ufficiale dell'iniziativa dell'FBI, rilevata la illegittimità evidente di una azione di organismo statunitense in territorio dell'UK, che ha oscurato almeno una ventina di siti indymedia nel mondo, dall'Amazzonia all'Italia, e con essi diverse iniziative no profit (tra le quali quelle di sostegno agli avvocati italiani impegnati nei processi relativi al G8 di Genova del 2001) nonchè web radio e altro, appare evidente la finalità di colpire un soggetto Indymedia, che dalla sua nascita a Seattle nel 1999 ha rivoluzionato il modo di fare informazione, facendo in questi anni conoscere la verità su molti episodi oscuri e scomodi che molti governi avrebbero voluto far scomparire, e che ha fatto del bando ad ogni censura una delle sue regole principali di condotta, anche quando ciò significava pubblicare cose spiacevoli, scomode o non condivise. Né si possono sottacere le lesioni del diritto di difesa derivanti dalla circostanza che vari atti difensivi sono sul server sequestrato. L'associazione Giuristi Democratici , tramite gli avvocati ad essa aderenti ha già offerto la propria disponibilità ad Indymedia per le eventuali iniziative giudiziarie da intraprendere. 12 ottobre 2004
Su Iraq ora coerenza parlamentare. Roma, 11 ot.- Secondo Paolo Cento, coordinatore dei Verdi, “le reazioni della destra alle conclusioni del vertice dell'Ulivo e degli altri partiti del centro sinistra sono isteriche e dimostrano il nervosismo di chi è consapevole che dovrà confrontarsi con una opposizione unita e una leadership forte e autorevole. La decisione di Prodi e degli altri segretari di assumere come posizione unitaria la richiesta del ritiro dei soldati dall’Iraq, nell’ambito di un sostegno attivo alla realizzazione della conferenza internazionale di pace, è un importante risultato a cui i parlamentari del Forum dei pacifisti hanno lavorato in questi giorni e che ora ci consente di predisporre nei prossimi giorni coerenti iniziative parlamentari”.
“Le ultime dichiarazioni del Ministro sul rapporto tv e minori ci trovano in completo accordo: Gasparri smentisce se stesso e la sua stessa maggioranza. – è il commento alle parole del Ministro delle Comunicazione fatto da Tiziana Valpiana, capogruppo di Rifondazione Comunista nella Commissione bicamerale per l’infanzia, che aveva siglato l’emendamento alla legge Gasparri, poi divenuto norma, che vietava di girare spot pubblicitari con bimbi al di sotto dei 14 anni – Quello che mi sorprende è la distanza esistente tra le parole del Ministro e ed i fatti: egli afferma che su temi delicati come quello delle dinamiche nel rapporto tra minori e tv “non si fa mai abbastanza”, ma è nettamente latitante quando le commissioni Cultura e Trasporti di Montecitorio cancellano con un colpo di spugna la norma che vieta l'impiego dei minori nei messaggi pubblicitari. Ancora una volta siamo di fronte ad un atteggiamento ipocrita che usa i minori come bandierina elettorale e li subordina alle logiche di profitto, dello spettacolo e dell’audience.” Roma, 11 ottobre 2004
“Quale è stato il ruolo del nostro Paese nella vicenda che ha portato alla chiusura del server della rete di Indymedia? Quali iniziative intendete assumere per permettere una rapida e completa ripresa delle loro attività, la restituzione di quanto sequestrato e per accertare le responsabilità e le motivazioni di chi ha disposto questo provvedimento? Non ritenete che questa azione rappresenta una ingerenza gratuita degli Stati Uniti nelle attività telematiche di un altro stato sovrano, e che potrebbe ripetersi in futuro anche su altri siti di comunicazione sociale, italiani e internazionali, che svolgono attività pubbliche alla luce del sole così come ha sempre fatto finora il network Indymedia? – sono le domande poste da Titti De Simone, Tiziana Valpiana e Giovanni Russo Spena, in una interpellanza al Presidente del Consiglio ed al Ministro delle Comunicazioni in merito al sequestro dei server di Indymedia - Il 7 ottobre l’FBI ha sequestrato a Londra e negli USA i dischi contenuti nei computer che ospitano molti siti locali di Indymedia, fra cui l’edizione italiana italy.indymedia.org e altri del network Indymedia, tra cui quello Palestinese, Belga, Africano, Brasiliano e Tedesco, oltre che parecchie stazioni radio in streaming online e altri progetti. Indymedia – spiega De Simone - è venuta a conoscenza del fatto che la richiesta di sequestrare i server ospitati da una compagnia americana con sede nel Regno Unito ha avuto origine da agenzie di governo italiane e svizzere, ma le ragioni fondanti di questo ordine non sono ancora state rese note ad Indymedia. Interrompendo i servizi offerti dal network Indymedia – sottolinea De Simone - si è calpestato il diritto alla comunicazione e all’informazione di tutte le migliaia di persone che utilizzano quotidianamente questi servizi. Sequestrando quei dischi si è violato il diritto alla privacy e alla segretezza della corrispondenza, considerando che è possibile fare una copia dei dati dei computer per indagare sul loro contenuto un sequestro di questo genere è irragionevolmente repressivo. Questo sequestro, di fatto, lancia un messaggio intimidatorio a tutti i cittadini che praticano su internet il diritto al dissenso attraverso la produzione dal basso di informazioni estranee ai circuiti commerciali, ricordando molto da vicino – conclude De Simone - le censure, gli oscuramenti e le persecuzioni che hanno segnato i periodi più bui del millennio appena trascorso.” Roma, 11 ottobre 2004
Amnesty International ha espresso il proprio apprezzamento per la decisione del segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, di istituire una Commissione d’inchiesta sulla situazione dei diritti umani nella regione sudanese del Darfur. La Commissione e' composta da cinque membri con grande esperienza nel campo dei diritti umani e del diritto internazionale. E' diretta da Antonio Cassese, già presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e del Tribunale internazionale ad hoc per l’ex Jugoslavia. Si avvarrà della collaborazione dell’Ufficio dell’Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite. Alla Commissione, secondo la Risoluzione 1564 (2004) del Consiglio di sicurezza, e' affidato il mandato di indagare sulle denunce di violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, determinare se siano stati commessi atti di genocidio e identificare i responsabili di queste violazioni con l’obiettivo di assicurare che essi siano chiamati a rispondere delle proprie azioni. Amnesty International chiede che la Commissione riceva tutta l’assistenza necessaria per svolgere al meglio le proprie funzioni. Roma, 11 ottobre 2004
Dichiarazione on. Franco Monaco, vicepresidente dei deputati della Margherita. “Dal Cardinale Tettamanzi, ieri, a Bologna, si è levata una voce coraggiosamente espressiva di una Chiesa che non ha timore di esercitare a pieno la sua missione critica e profetica a fronte dei virus che insidiano la democrazia italiana. E’ difficile sottovalutare la denuncia forte e autorevole delle “concentrazioni mediatiche e finanziarie, della telecrazia e plutocrazia che soffocano inesorabilmente e rovinosamente la democrazia.” Trattandosi della Settimana sociale dei cattolici di questo preciso paese e avendo ad oggetto la condizione della nostra democrazia italiana è difficile pensare che la denuncia sia generica, che le minacce alla democrazia non abbiano nomi e cognomi. Sono a dir poco sospetti, come di chi ha la coda di paglia, lo zelo e la sollecitudine con i quali Bondi si precipita a osservare che il severo monito del Cardinale Tettamanzi non era rivolto a Berlusconi. Che avanzi la pretesa di fare da portavoce anche all’Arcivescovo di Milano?” Roma, 11 ottobre 2004
Pisanu garantisca libertà di manifestare
ROMA, 11 OTT – “E’ gravissimo quanto accaduto stamattina di fronte a Palazzo Chigi: ancora una volta questo governo dimostra la sua vocazione autoritaria”. Lo sostiene il Verde Paolo Cento, vicepresidente della commissione Giustizia della Camera, il quale sottolinea che “i lavoratori della ditta Xfin manifestavano per ottenere il loro legittimo salario: è impossibile che questo governo risponda al malessere sociale solo con le cariche delle Forze dell’Ordine. Per questo ho presentato una interrogazione al ministro Pisanu al quale chiedo di intervenire per garantire la libertà di manifestazione”.
“Importante e positivo è stato l’incontro che si è svolto con il presidente della regione Sardegna sui temi delle servitù militari e sulla presenza della base statunitense alla Maddalena. – è il giudizio di Elettra Deiana, capogruppo di Rifondazione Comunista in commissione Difesa alla Camera, che ha incontrato, insieme ai deputati Silvana Pisa, Mauro Bulgarelli e Marco Lion, il presidente Soru - Abbiamo trovato importanti punti di convergenza quali la necessità della desecretazione del memorandum d'intesa tra USA Italia che nel ‘72 portò alla realizzazione di punto di approdo per sottomarini a propulsione e armamento nucleare nell'arcipelago della Maddalena, corrispondente ad una richiesta che avevo avanzato da tempo, e la necessità che i lavori di trasformazione del punto di approdo in una vera e propria base si interrompano. Domani – annuncia - visiteremo la base proprio per renderci conto dello stato di avanzamento dei lavori. Un ultimo punto di discussione, ma non meno importante, su cui abbiamo trovato accordo è stata la necessità di sensibilizzare la popolazione, perché – spiega Deiana - la presa di coscienza dei cittadini è la via più efficace per operare su un terreno che è reso ad ostacoli dai trattati internazionali. L’impegno comune – conclude la deputata del PRC - è quello di lavorare per fare de La Maddalena una grande questione nazionale, restituendo la decisionalità al parlamento ed alle autorità territoriali.” Roma, 11 ottobre 2004
ROMA, 11 OTT - ''Bene ha fatto il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, a partecipare alla commemorazione di Attilio Gadiani, oggi a Castello d'Argile”. Lo sostiene il deputato Verde Paolo Cento, secondo il quale sono “pretestuose le polemiche sollevate dall’onorevole Mussolini la quale dimentica che l’Italia è una Repubblica antifascista nata dalla Resistenza. Le istituzioni hanno il dovere di tener viva questa memoria: semmai preoccupano i tentativi di più parti di attaccare la memoria della Resistenza e la stessa Associazione dei partigiani. Contro questo tentativo - conclude Cento - ci batteremo in parlamento in occasione della prossima discussione della legga Finanziaria”.
"Sono molto preoccupato da quanto è avvenuto in questi giorni rispetto alla rete di informazione mondiale rappresentato da IndyMedia: non mi riferisco solo alla questione della libertà dell'informazione, che come osservato da Serventi Longhi è messa sotto ensura da questo atto, ma da due questioni più profonde: da un lato perché si continua, rispetto all'informazione sul web, a non capire gli strumenti di cui si parla: se su un quotidiano fosse pubblicata una notizia illecita, cosa succede? Forse si sequestrano tutti i numeri pubblicati negli ultimi quattro anni, le rotative, la carta e i computer della redazione? Perché - ed è tutto da dimostrare che ci fossero contenuti illeciti - con IndyMedia è successo proprio questo: alcuni sostengono che la causa del sequestro siano le indagini di Bologna su Nassyria e il vilipendio alla nazione, altri le foto di alcuni poliziotti svizzeri; ma questo giustifica forse il sequestro di quattro anni di lavoro di 21 Paesi diversi? Mi sembra assurdo". Afferma il sen. Cortiana, presidente dell'Intergruppo Bicamerale per l'Innovazione Tecnologica. "Spero che il Ministro Stanca sia consapevole della complessità di Internet: è sbagliato dichiarare che il web non è una zona franca, se si usa un cannone per sparare contro una mosca. E mi sembra grave che alcuni esponenti di AN già da mesi rivendicassero il sequestro come una misura necessaria, in barba alla libertà d'espressione e d'informazione. Il Governo deve assolutamente e celermente fare luce su questa vicenda, altrimenti impossibile affermare serenamente che la libertà d'informazione è garantita nei tre Paesi coinvolti. Tanto più visto che i materiali sequestrati contengono filmati su Genova." Conclude il sen. Cortiana. Roma 11/10/200
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