Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Staino per l'Unità del 20 agosto
Invio con preghiera d'inoltro a tutti i recapiti potenzialmente interessati il comunicato del comitato di lotta di Acerra, che propone una manifestazione nazionale ad Acerra, in collegamento con la giornata mondiale di lotta contro l’incenerimento dei rifiuti, prevista per l’inizio di settembre. In comitato propone di anticipare tale giornata per l’Italia alla mattinata di domenica 29 agosto, con l’obiettivo di contribuire a restituire il terreno del Pantano alla cittadinanza, trasformandolo da luogo di morte e veleni in luogo di vita e di socialità. dott.GIOSUE' BOVE AI CITTADINI DI ACERRA E DEI COMUNI LIMITROFI ALLE ASSOCIAZIONI E A CHIUNQUE SI BATTA PER IL DIRITTO ALLA SALUTE E IL RISPETTO DELLA DEMOCRAZIA
Il presidio di lotta contro l’inceneritore di Acerra, riunito in Assemblea oggi 18 agosto 2004 in località Pantano di fronte ai cantieri dell’inceneritore presidiati dalla polizia, ribadisce con nettezza la richiesta di sospensione immediata dei lavori. Poiché l’incontro in prefettura tra gli amministratori di Acerra e i rappresentanti del governo, del commissariato straordinario ai rifiuti e degli Enti territoriali Provincia di Napoli e Regione Campania, si è concluso in un nulla di fatto, l’Assemblea ritiene indispensabile proseguire ed intensificare la lotta di massa, così come è già avvenuto in questi due giorni, chiamando alla mobilitazione non solo tutta la cittadinanza di Acerra e dei comuni limitrofi, ma anche facendo appello a tutti i comitati, associazioni, forze politiche, strutture sindacali, singoli cittadini, a chiunque voglia sostenere questa giusta lotta per il diritto alla salute ed il rispetto della democrazia..
La scelta sciagurata del governo e del commissario straordinario all’emergenza rifiuti in Campania di forzare la mano su Acerra è grave per diversi motivi. Va denunciato in particolare il fatto che il governo abbia deciso di non tener in alcun conto l’azione della magistratura, che pure ha messo sotto inchiesta commissariato e FIBE per l’appalto di costruzione, e che; allo stesso modo, abbia scavalcato indebitamente la stessa procedura di legge che prevede una valutazione d’impatto ambientale, mai eseguita nel caso di Acerra. Il governo e il commissariato straordinario, invece di prendere atto del completo fallimento del vecchio piano rifiuti di Rastrelli, hanno continuato, come già Bassolino fino alle sue dimissioni da commissario straordinario, a difendere la logica dell’incenerimento, mettendo così in discussione non solo la salute dei cittadini e la salvaguardia ambientale in un territorio che comprende decine di comuni e centinaia di migliaia di abitanti, e che è già stato abbondantemente sfregiato da veleni di ogni tipo, e ledendo in profondità lo stesso principio democratico che sta alla base della convivenza civile.
Con l’azione gravissima di ieri mattina, quando circa mille tra poliziotti, carabinieri e guardie di finanza hanno forzato i picchetti organizzati dalla popolazione contro l’avvio dei lavori, spintonando, aggredendo, fermando e denunciando decine di manifestanti, tra i quali gli stessi amministratori di Acerra, viene però alla luce anche una preoccupante intenzione autoritaria, intimamente antidemocratica, che impone alle popolazione le decisioni calate dall’alto. Si calpesta in tal modo la dignità di un comunità intera che si è espressa costantemente, in tutti i modo possibili -con la lotta, con le mobilitazioni, finanche con le elezioni- contro la costruzione dell’inceneritore. Noi chiediamo al governo di rispettare tale esplicita volontà e a tutti coloro che si professano democratici di pronunciarsi senza ambiguità sul primato della ragione democratica. Si può essere anche in disaccordo nel merito dell’inceneritore; ma non si può non convenire sul fatto che la volontà delle comunità debba essere assolutamente rispettata. In particolare per opere di tal genere, non si può non considerare vincolante il parere delle popolazioni direttamente coinvolte.
L’Assemblea rilancia, dunque, la lotta.
- In concreto chiediamo un impegno straordinario a mobilitarsi a tutti i cittadini di Acerra e dei comuni limitrofi, venendo al picchetto del Pantano e partecipando alle iniziative che di volta in volta verranno decise. Il picchetto sarà continuamente attivo per tutta la giornata, con orari di concentramento particolare alle ore 9.00 e alle ore 17.00.per lo sviluppo delle iniziative.
- Chiediamo anche all’amministrazione comunale di Acerra di attrezzare quanto megli possibile lo spazio del presidio al fine di renderlo più vivibile.
- Proponiamo, infine, una manifestazione nazionale ad Acerra, in collegamento con la giornata mondiale di lotta contro l’incenerimento dei rifiuti, prevista per l’inizio di settembre. Proponiamo di anticipare tale giornata per l’Italia alla mattinata di domenica 29 agosto, con l’obiettivo di contribuire a restituire il terreno del Pantano alla cittadinanza, trasformandolo da luogo di morte e veleni in luogo di vita e di socialità.
Acerra, 18 agosto 2004

Mi scrive Angelo Buongiovanni, mi scrive in privato, utilizzando la sua email gratuita di Excite, cosa che ritengo disdicevole per uno che ha fatto l'Assessore di un comune grande come Pisa. Io ci ho riflettuto su un cinque minuti buoni direi, quindi ho deciso si trattasse dell'ennesimo documento a carattere minatorio, dato che non intrattengo alcun significativo rapporto a carattere privato. Questo signore che mi ha incontrata "fan" di Fiorello Cortiana, persona onestissima e senatore verde, non ha fatto altro che insultarmi da quando il caso ha voluto, che le nostre strade si incrociassero. E' lui infatti il primo a rendere lecito ogni danno da me subito con un suo scritto del 1 giugno, nel quale i miei diritti-doveri di cittadino italiano sono violati e vilipesi finanche dai commenti degli avventori. Brutto l'atto in se, dal presidente de Il Secolo della Rete, ex assessore a Pisa, che ha tirato acqua alle mole della calunnia e dell'insulto gratuito ai miei danni. Due giorni dopo, esattamente il giorno 3 giugno, tutta la stampa nazionale avrebbe pubblicato le fotografie del lancio delle coloratissime "Margherite Gerbere" dai Ponti del Tevere. La mia iniziativa! Dopo poco, alcuni della malavita del web, certamente noti al Buongiovanni visto che li cita, avrebbero distrutto l'archivio della community e tutti i suoi più di 650 articoli originali. Imponendo alla sottoscritta un danno economico e di immagine. Lo ritengo, a ragione, una fra le persone il cui comportamento ha brillato solo dei modi disonesti. Sciocchi inoltre, per essere un uomo in politica, perchè ha scelto preferendo la nicchia. Scelta questa di scarsa lungimiranza perchè per ottenere il successo politico dei grandi numeri si deve scegliere la gente, giammai la lobby. Sull'onestà basta guardare a questo link, dove un mio servizio a pagamento è stato violato e gestito con un redirect per comprendere bene la portata dei danni subiti. Generalmente quando a compiere istigazione sono persone in ruolo pubblico, si può lecitamente parlare di "reati xenofobi" e c'è più di un elemento in questa storia che lo lascia presupporre.
A rischio Regina Coeli e San Vittore: Roma, 19 ago. – “La privatizzazione delle carceri più che una ipotesi è una realtà”. Il Verde Paolo Cento, vicepresidente della commissione Giustizia della Camera, replica alla affermazioni del sottosegretario Giuseppe Valentino, sostenendo che proprio il ministro Castelli, rispondendo ad una sua interrogazione sui rischi di una privatizzazione mascherata di alcuni penitenziari del paese, ha ammesso che questo è il programma del governo. "Castelli - ricorda Cento - ha spiegato nella sua dettagliata risposta che alla società Dike Aedifica, coinvolta nella realizzazione di programmi di edilizia carceraria, sono stati già trasferiti undici strutture carcerarie storiche, che farano poi da leva di finanziamento di infrastrutture moderne e, ovviamente, privatizzate. Al consiglio di amministrazione della Dike Aedifica verrà affiancato un Comitato di coordinamento e programmazione, di cui fanno parte i capi del dipartimento della amministrazione penitenziaria, del dipertimento dell’organizzazione giudiziaria, e del dipartimento della giustizia minorile del Ministero della Giustizia. I rischi di una mega dismissione dei penitenziari dì San Vittore e Regina Coeli sono enormi – denuncia Cento – insieme alla conseguente speculazione ai danni di un patrimonio demaniale di pregio artistico e storico”.
Roma, 19 ago - Il diniego opposto alla visita a Regina Coeli dell’Assessore Nieri e del Garante per i diritti e le opportunità delle persone private della libertà Manconi mi sorprende. Debbo ricordare al ministro della Giustizia gli ottimi rapporti che l’amministrazione capitolina ha intrattenuto con le strutture dell’amministrazione penitenziaria e con i direttori degli istituti romani, testimoniata anche dallo svolgimento di una seduta del Consiglio comunale a Rebibbia, nonché lo spirito costruttivo con cui abbiamo dato vita alla figura del Garante, un’esperienza che è stata ripresa in diverse città e che è attualmente in via di realizzazione in altre ancora. Voglio sperare che il no opposto all’assessore e al Garante, il quale aveva avuto nel carcere un importante incontro operativo con i dirigenti e i rappresentanti dei reclusi di Regina Coeli non più di due mesi fa, sia soltanto uno spiacevole episodio che verrà presto superato.
Roma, 19 agosto. – “A Loreto il vicepremier Fini potrà finalmente spiegare che fine ha fatto la legge sugli oratori, che resta ancora inapplicata, tra ritardi burocratici e inadempienze governative”. Lo dice il deputato Verde Paolo Cento, primo firmatario della Proposta di legge sul riconoscimento sociale delle parrocchie. “E’ utile ricordare – sottolinea Cento a proposito della presenza di Fini al meeting dell’Azione Cattoolica - che la discussione sulla legge a sostegno degli oratori è nata grazie a due inizitive parlamentari, tra cui quella di noi Verdi che siamo stati protagosti di quella proposta, convinti che le parrocchie, come i centri sociali, rappresentino un forte elemento di coesione sociale e di solidarietà. L’azione Cattolica, ovviamente, invita chi vuole ai propri incontri: in questo caso potrà cogliere la presenza di Fini per chiedere chiarimenti sull’azione del governo proprio a sostegno delle realtà cattoliche ”.
Repressione Carcere, droga, coppie di fatto. Il diritto doppio della destra MICHELE PROSPERO* per Il Manifesto Il vento della cultura politica di questi tempi molto omologati soffia verso un immenso luogo comune liberale. Tre problemi, che hanno conquistato ampio spazio nei giornali d'agosto, svelano però che in questo confuso magma liberale ribolle un inquietante volto repressivo. La prima provocazione proviene dalla Lega con la proposta del carcere per gli accattoni e i mendicanti. Niente in confronto alla ricetta prescritta da un classico del liberalismo come Locke; il quale arrivava a prospettare il taglio delle orecchie agli accattoni e agli oziosi. Ma pur sempre di una facile invocazione di polizia e manette si tratta. Si sa che nelle sue lunghe fasi antidiluviane, il capitalismo è rimasto in una distanza abissale dalle mitologie del libero mercato come spazio di contratti trasparenti e paritari scambi di volontà. In origine, le libere società dell'occidente sono state attraversate dal terrore e da una ferrea disciplina. Le economie, che poggiano sul calcolo e la razionalità degli attori, sono state ottenute con lacrime e sangue. L'interiorizzazione dell'etica del lavoro, e l'affermazione dei dispositivi della ragione strumentale, hanno richiesto pratiche diffuse di coercizione e di violenza contro i devianti e gli oziosi.
Nei codici liberali italiani non a caso si stabiliva un rigido controllo sui mendicanti, sulle prostitute. Il domicilio coatto, l'ammonimento, l'arresto in flagranza di reato di chi veniva trovato a questuare al di fuori del proprio comune, il ricovero forzato dei minori di 16 anni sorpresi in episodi di vita «infingarda ed errante» (quante ispirazioni potrebbe trovare Blair per le sue crociate anticrimine!), rientravano tra gli arnesi più utilizzati per predisporre i meccanismi del controllo sociale e affinare le risorse della lotta alla devianza. Le pratiche spicciole della pubblica sicurezza avevano per fondamento il criterio elastico del sospetto. I vagabondi venivano sollecitati a darsi una stabile attività, altrimenti scattava l'arresto dopo l'ammonizione giudiziaria. Verso fine ottocento venne perfino edificato un gulag italiano a Porto d'Ercole in cui erano ospitati alcune centinaia di coatti. Lo scatto del ricordo di ciò che è stato il capitalismo liberale delle origini si ripresenta nei sogni d'agosto del duro popolo delle partite iva. Il bisogno ancestrale di sorvegliare e punire riemerge oggi nella rude neoborghesia padana e nella cosiddetta economia della conoscenza.
La seconda morsa autoritaria viene auspicata da An che propone un inasprimento della repressione contro l'uso di droghe con la creazione di un ministero specifico. Sono anni che il vice presidente del consiglio solletica la riluttante nostalgia del manganello e assicura che «questo governo non ha paura di reprimere». A Genova peraltro qualcosa si è visto. Nello slogan della destra, più polizia e meno magistratura, viene agitata la lima che sottile incide le garanzie individuali e coltiva un disegno di sostanziale dimagrimento dei diritti di libertà. Nel suo antico affondo contro la «pseudo-cultura libertaria post-sessantottina» Fini, che da un pezzo sente già espiate le sue colpe, cerca di colpire il fondamento di ogni cultura liberale in materia di uso personale di sostanze stupefacenti. Su questo piano restano ancora illuminanti alcune pagine di Stuart Mill: «su se stesso, sulla sua mente e sul suo corpo, l'individuo è sovrano». L'autonomia del soggetto, la «pluralità dei percorsi» di vita, esigono che ciò che non reca danno ad altri non possa attirare l'attenzione del codice penale. Il principio di Mill, secondo il quale «ciascuno è l'unico autentico guardiano della propria salute, sia fisica, sia mentale, sia spirituale», consente di tenere al di fuori della custodia del diritto penale una molteplicità di atti eccentrici o trasgressivi che rientrano nella esclusiva sfera dell'autonomia individuale.
Questo principio la destra rifiuta però di assimilarlo perché le sue non sono parole imprudenti ma concetti incrostati sulla fiamma. E An non è nuova a queste esibizioni di una modica dose di fascismo quotidiano. Qualche anno fa Fini se la prese con i maestri gay che andrebbero allontanati dalla scuola proprio per le loro pratiche di vita. La lotta contro la droga diventa un segno e chi lo ravvisa ritrova il filo della memoria. La droga è solo il pretesto per affermare una ideologia della repressione a buon mercato che svela l'ombra livida del garantismo.
Strana davvero la destra italiana. Depenalizza i reati fiscali più gravi e invoca la repressione della devianza. Lo spinello è socialmente più grave che il falso in bilancio e la corruzione. La destra ha in mente un doppio diritto penale. Uno molto mite, costruito su misura del premier e dell'impresa. Un altro più repressivo e invadente ritagliato sui soggetti marginali o sugli stranieri irregolari. Un diritto mite per Berlusconi: persino la corte di cassazione ha sostenuto che certi processi hanno un peculiare tragitto proprio in riferimento al «ruolo istituzionale assunto da uno degli imputati». Un diritto penale forte dovrebbe invece valere per i soggetti marginali o per gli immigrati clandestini per i quali vale il principio del sospetto preventivo. Queste invocazioni della destra contro la droga sono un segno di riconoscimento nel senso che le manette vengono esibite come ideologia, come rigurgito del tempo passato. Gli stranieri, i manifestanti, i centri sociali, i gay, le coppie di fatto rientrano tra i soggetti di un diritto inferiore.
La terza oscura reminescenza repressiva emerge nel ricorso del governo contro lo statuto toscano che riconosce le coppie di fatto. Anche qui, niente rispetto all'intransigenza di un grande liberale come Kant, per il quale il valore della famiglia fondata sul matrimonio è intangibile ed è da ritenersi lecita la soppressione dei figli nati al di fuori della famiglia, e quindi precipitati in una zona franca da ogni cornice legale. Ma pur sempre di una compenetrazione autoritaria tra diritto e morale si tratta. Sotto l'impugnazione da parte del governo di uno statuto con alcune aperture liberali, si scorge che la destra vuole lo Stato etico. Sono troppi i segnali che ha lanciato in questa direzione. Nelle regioni dove governa la destra, la politica della famiglia assume evidenti risvolti etici e discriminatori. La destra toglie al pubblico ciò che gli compete (la scuola, la sanità) e affida allo Stato scelte che spetterebbero solo all'individuo. L'autonomia del soggetto viene indebolita, cresce invece l'invadenza del potere.
Anche qui Stuart Mill sarebbe ancora utile con la sua ferma contrarietà a che «l'opinione di una maggioranza venga imposta come legge a una minoranza, in questioni di condotta esclusivamente individuale». Sulle questioni controverse, sulle materie etiche o religiose, non sui può intervenire facendo valere il principio secondo cui la maggioranza decide. Non si può stabilire a maggioranza che il feto è una persona. La politica ha bisogno di regole comuni, non di valori etico religiosi comuni. Ma figuriamoci se la destra italiana aderirà mai a questo principio basilare di ogni liberalismo minimale.
*Docente di Scienza politica alla facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università «la Sapienza» di Roma.
Castelli accusa: «Sono ribellioni pilotate» «Visite sospette di alcuni parlamentari. I detenuti dovranno pagare le conseguenze di ciò che hanno fatto»
ROMA - «Ora quei detenuti dovranno pagare le conseguenze di quello che hanno fatto. Così chi dice di voler alleviare le loro sofferenze in realtà le ha aggravate». E' durissimo il ministro della Giustizia, Roberto Castelli. Sono passate poche ore dalla rivolta nel carcere romano di Regina Coeli. E divampa la polemica sul suicidio in cella del sindaco di Roccaraso. Ma il Guardasigilli respinge ogni accusa, giudica «altamente improbabile che a Sulmona ci sia stato un nuovo caso Sindona», e si scaglia contro i parlamentari che «ogni agosto visitano i detenuti e scatenano la protesta». Intanto a Regina Coeli iniziano i trasferimenti. Sono scattate le punizioni? «I detenuti hanno reso inagibile un reparto da 150 posti, da qualche parte dobbiamo metterli. Li trasferiamo in altri penitenziari. Comunque è chiaro che chi si è abbandonato ad atti vandalici dovrà subirne le conseguenze». Di che genere? «Martedì notte c'era un magistrato. L'azione penale è obbligatoria. Quei reati andranno perseguiti. Solo grazie alla professionalità del personale si è evitato l'irreparabile». Lei quando è arrivato? «Ero già lì. Ci abito. La protesta andava avanti già da un paio di giorni. Ma mi sono subito reso conto di quello che stava accadendo. Ho sentito un gran baccano. Di solito battono un po' sulle sbarre e tutto finisce lì. Invece in un raggio è degenerata. Hanno divelto anche i lavandini». Ha incontrato i detenuti? «No. Siccome la situazione si stava calmando non abbiamo voluto innervosirli». Ma c'è stata una trattativa? «Loro hanno presentato una lista di richieste. Ma è irricevibile». Perché, che cosa chiedono? «Un indulto ogni 3 anni e cose simili. Ma non è questo. Sono aperto alle lamentele. Però lo Stato non può farsi dettare politiche di legge dai detenuti in rivolta». La situazione è davvero «sotto controllo»? «E' tranquilla. Ma non vorrei che Regina Coeli facesse da focolaio. E segnalo che questo avviene ogni agosto a seguito delle visite al carcere di determinati personaggi». Con chi ce l'ha? «Non faccio nomi. Dico solo che chi ha velleità di governo non può fare politica di opposizione nelle carceri». E' un veto ai radicali? «Non c'è bisogno di veti perché credo che la questione sia solo una boutade ferragostana». I radicali la denunceranno per calunnia. « Ormai la politica contro di me si fa sul piano giudiziario». Ha chiesto la lista dei visitatori, che cosa ne farà? «Nulla. I parlamentari hanno il diritto di entrare in carcere, noto però che sono sempre gli stessi». Ma c'è un'emergenza carceri? «La situazione non è facile. Perché la popolazione carceraria aumenta e c'è la difficoltà ad approntare nuovi penitenziari». Deve fare i conti con i «giri di vite» chiesti dalla sua parte? «Sono pochi i cittadini che non vogliono maggiore sicurezza. Comunque stiamo fronteggiando. Con la Bossi-Fini abbiamo rimandato a casa loro 2.200 detenuti. Abbiamo stanziato 80 milioni di euro per interventi urgenti e 1 miliardo per 23 penitenziari . E in 3 anni rivolte non ce ne sono state, malgrado chi soffia sul fuoco». I suicidi sono in aumento? «Dagli anni '90 sono in calo». Quello del sindaco di Roccaraso alimenta le polemiche. «Mi sembra che si stia montando un caso... la reazione non sarebbe stata la stessa se fosse stato un sindaco della Cdl». Esclude che sia stato «suicidato» come Sindona? «Mi sembra altamente improbabile. Anche perché era in cella di isolamento. Comunque ho aperto un'ispezione amministrativa. Non ho intenzione di attivarla sui magistrati». Stavolta è con i magistrati. «Non sono mai contro i magistrati. Cerco solo di far funzionare la giustizia».
Virginia Piccolillo per Corriere.it
Roma 19 agosto - Nuove minacce si aggiungono al caso Gianluca Neri, Alessandro Marinacci, Alberto Puliafito e Luca Di Ciaccio. Ci giungono dalla mailing list della Rete Telestreet dove sto richiedendo a seguito del lavoro svolto la esatta attribuzione della provenienza dei comunicati stampa, delle dichiarazioni e degli articoli prodotti da colleghi giornalisti a seguito dei miei comunicati stampa per il sostegno e l'avviso di garanzia al buon e onesto Enea Discepoli di Disco Volante, unica vera vittima, tal quale alla sottoscritta. Latore della nuova minaccia di crackeraggio siti, violazione pw e altro è un tale, a me ignoto, che si firma con il nick "Hyde" e ha email con estensione *tiscali.it*. Ne approfitto per un controllino sulla veridicità degli scritti diffamatori e calunniosi di Alessandro Marinacci e del suo collega Enrico Dolfini, K Legal - estensione legale della KPMG, la nota multinazionale ai danni delle libertà costituzionali del cittadino italiano Loredana Morandi. Chiamo l'appello:
Gianluca Neri: Presente. 
Massimo Mantellini: Presente. 
Lia alias Fulvia Maria De Feo: Presente 
Agenzia Alfa Srl di Pisa: Presente 
Luca Di Ciaccio e Alberto Puliafito: Presenti.
Luca Di Ciaccio alias Ludik: Presente anche per l'operato di Neri, naturalmente, oltre ad essere reo confesso di aver girato il filmato con il quale sono e sono stata minacciata.

Ne approfitto per ricordare al pregiato studio legale K Legal nella persona del sig. Alessandro Marinacci, che il loro tentativo di occultare elementi probatori delle minacce ai danni della sottoscritta potrebbe rivelarsi reato di inquinamento probatorio, genere di cui gli avvocati sono generalmente tacciati per giusta causa. Nei casi più gravi è prevista l'espulsione dall'Ordine degli Avvocati. Concludo mestamente con la riflessione sulle presenze del Marinacci a convegni inerenti la privacy. Invitarlo quale relatore nel campo della Privacy, allo stato dell'arte e considerato che io chiedo dal maggio scorso di non essere neppure citata sui siti commerciali di suo interesse, può voler dire solo esporre il proprio pubblico ad una "visibile" frode intellettuale.
Bagdad, 18 ago - Moqtada al-Sadr ha inviato una lettera alla Conferenza Nazionale irachena accettando ufficialmente le condizioni di pace poste dalla delegazione che ieri ha raggiunto Najaf. Lo ha detto Safia al-Suhair, uno degli organizzatori della Conferenza. ''Abbiamo appena ricevuto una lettera dall'ufficio di Moqtada al-Sadr a Bagdad - ha spiegato - che conferma 'nel nome di Dio'...l'accettazione da parte di al-Sadr delle condizioni imposte dalla Conferenza''. Il leader sciita, ha proseguito, ''ha accettato i tre punti dell'accordo per porre fine allo spargimento di sangue iracheno e ha mostrato la sua intezione di assumere un ruolo attivo nel nuovo Iraq''. La delegazione della Conferenza nazionale si e' recata ieri a Najaf, anche se non ha incontrato il leader sciita, per chiedere ad al-Sadr di trasformare la sua milizia in un partito politico, di lasciare i luoghi santi di Najaf e di partecipare al processo di trasformazione politica del Paese. L'annuncio giunge poche ore dopo l'ultimatum lanciato dal ministro della difesa Hazem al-Shaalan che aveva intimato all'esercito di Mahdi di arrendersi o di prepararsi ad essere distrutto. Fonte Asca - Afp
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