Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Vi inviamo l'invito alla Conferenza stampa sul testo unico relativo alla sicurezza sul lavoro. La Conferenza si terra' Roma il 4 dicembre 2004 - ore 11-12 c/o il Centro "Piccolo Jovinelli", Roma, Via Giolitti 287. Presenteremo le motivazioni per cui riteniamo inaccettabile la proposta del Governo (che va ora ai pareri di Regioni e Parlamento).
Parteciperanno, tra gli altri: - Michele Di Lecce e Stefano Pesci (Magistratura Democratica) - Carlo Smuraglia e Rino Pavanello (Associazione Ambiente e Lavoro) - Paola Agnello Modica, Segretario naz. CGIL
Cordiali saluti.
Rino Pavanello - Segretario nazionale Ambiente e Lavoro Claudio Castelli - Segretario nazionale Magistratura Democratica

Associazione Ambiente e Lavoro Magistratura Democratica
invito-stampa 4 dicembre 2004 Conferenza-Stampa Sabato 4 dicembre 2004 – ore 11-12 c/o “Piccolo Jovinelli” – Via Giolitti 287, Roma
“TESTO UNICO SICUREZZA LAVORO”
Proposte di modifiche allo schema di decreto all’esame del Parlamento per la tutela della salute sul lavoro
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 18 novembre 2004 una “proposta preliminare” per l’approvazione di un “Testo Unico” sulla salute e sicurezza sul lavoro, ai sensi della Legge 229/03.
Il testo sarà ora sottoposto ai pareri delle Regioni e delle Commissioni parlamentari.
L’esame delle proposte contenute nella “proposta preliminare” del 18 novembre u.s. ha fatto esprimere un parere rigorosamente tecnico-scientifico e di merito a varie Associazioni (tra cui ANMIL, CGIL, CISL, UGL, UIL), oltre che alla scrivente Associazione Ambiente e Lavoro, che può essere sinteticamente riassunto in:
Alcune proposte sono condivisibili e apprezzabili
molte altre proposte impongono un giudizio di TOTALE NON CONDIVISIONE e di inaccettabilità tecnico-scientifica e sociale e impongono rilevanti modifiche, pena possibili rilievi di incostituzionalità, non conformità alle direttive UE, altissimi costi economici e sociali per la mancata prevenzione, ecc. come pubblicato sul sito Internet dedicato, all’indirizzo: http://www.amblav.it/html/testounico.htm
parteciperanno, tra gli altri:
Dott. Michele Di Lecce e Stefano Pesci, per Magistratura Democratica Prof. Carlo Smuraglia e Rino Pavanello, per Associazione Ambiente e Lavoro Paola Agnello Modica, Segretario naz. CGIL
Nell’incontro, Magistratura Democratica e Ambiente e Lavoro illustreranno le proposte che presentano a Regioni e Parlamento per chiedere la modifica dell’attuale proposta preliminare di T.U.
Associazione Nazionale Magistrati

La legge delega sull’ordinamento giudiziario è stata approvata.
Le motivate valutazioni critiche e le proposte alternative prospettate dell’ANM non hanno trovato spazio alcuno.
Durante la fase di discussione l’ANM si è trovata costretta a ricorrere per ben tre volte in due anni, ed è un fatto senza precedenti, al gesto di protesta della astensione dall’attività giudiziaria di fronte ad una riforma “contro la magistratura”.
La legge è stata approvata: l’ANM esprime il più rigoroso rispetto per le prerogative del Parlamento.
Ma i magistrati hanno il diritto ed il dovere civile di esprimere l'opinione maturata sulla base della esperienza professionale specifica, unendosi alla critica ripetutamente espressa dagli altri operatori della giustizia e dal mondo accademico, e l'ANM non può che ribadire il più netto dissenso e la vivissima preoccupazione per un testo che pone a rischio la indipendenza della magistratura, modifica l'equilibrio tra i poteri dello Stato, diminuisce le garanzie dei cittadini.
Una riforma che migliori la giustizia è necessaria, ma deve essere attuata in conformità con i principi fondamentali della costituzione, come esige la VII Disposizione transitoria.
Questa riforma è sbagliata, inutile e per molti aspetti incostituzionale.
Roma, 1 dicembre 2004 La Giunta Esecutiva Centrale

Continuiamo a ritenere che la legge approvata sia una controriforma pessima, con profili di incostituzionalità, carenze di copertura finanziaria e problemi di praticabilità. Non si tratta di una riforma della giustizia, nè si avrà alcun miglioramente nell'efficienza del servizio ( anzi il contrario). Questo che si è voluta perseguire è invece l'ossessione di controllare i magistrati e di renderli sensibili ed asserviti al potere politico. La battaglia che la magistratura italiana ha condotto in questi due anni contro questo disegno di legge continua nella delicata fase della stesura, discussione e modifica dei decreti delegati nella convinzione e speranza che si possa giungere ad un ordinamento giudiziario davvero innovativo e moderno superando una legge delega che vorrebbe riportarci agli anni 50.
Il segretario nazionale Claudio Castelli
MAGISTRATURA DEMOCRATICA

La nota ufficiale del Presidente Casini che esprime stima ed amicizia all'on. Dell'Utri è sconcertante e evidenzia come sia stato ormai perso qualsiasi senso di responsabilità istituzionale. Che la terza carica dello Stato esprima tali sentimenti ad un parlamentare della Repubblica imputato di gravi reati, mentre è in corso la camera di consiglio del suo processo, è fatto grave che non si può in alcun modo sottacere o trascurare. Un altro preoccupante segno del degrado istituzionale in corso.
Il segretario nazionale Claudio Castelli
Associazione Nazionale Magistrati MOVIMENTO PER LA GIUSTIZIA
 Il Parlamento italiano ha approvato la riforma dell'Ordinamento giudiziario.
La legge è stata approvata con la consapevolezza che si tratta di una pessima riforma, inadeguata e persino bisognosa di profonde modifiche e di incisivi miglioramenti secondo la stessa maggioranza di governo
La riforma è stata portata in Aula ed esaminata senza una reale ed effettiva discussione; facendo ricorso a procedure accelerate e a "blindature" che hanno evidenziato il rifiuto di un confronto costruttivo, tale da consentire di migliorare almeno qualcuno dei punti più discutibili di una legge sbagliata, inutile e sotto molti profili incostituzionale.
Pur rispettando le prerogative delle istituzioni parlamentari (oggi anch'esse a rischio di grave ridimensionamento), il Movimento per la Giustizia ribadisce netto dissenso e vivissima preoccupazione per un testo che indebolisce le garanzie dei cittadini, di fatto limitando la indipendenza della magistratura, e alterando l'equilibrio tra i poteri dello Stato.
I problemi che essa affronta, anziché essere risolti, vengono aggravati da soluzioni assolutamente incompatibili con i principi costituzionali e, su tutto, con l'art.105 della Costituzione e con il ruolo del CSM di strumento insostituibile di garanzia dell'autonomia dell'Ordine Giudiziario e dell'indipendenza dei giudici.
Il sistema di carriera anacronistico, farraginoso ed ingestibile, in contrasto con il principio della pari dignità di tutte le funzioni (art. 107 comma 3 Cost.), peggiorerà la qualità professionale della magistratura; la struttura rigidamente gerarchizzata del PM, renderà meno indipendente ed efficace la attività di indagine; la separazione dei percorsi professionali dei giudici e pubblici ministeri si tradurrà in una separazione definitiva di carriere (con le inevitabili ricadute in termini di cultura delle garanzie e rischi di interferenze dell'Esecutivo); il sistema disciplinare insidierà l'indipendenza di giudizio del magistrato: queste le linee portanti di una riforma che pregiudicano il diritto dei cittadini ad un giudice indipendente da ogni altro potere. Tutto ciò nella perdurante assenza di qualsiasi intervento per rendere i processi più rapidi e le decisioni efficaci.
Questa riforma è perciò sbagliata, inutile e per molti aspetti incostituzionale.
Il Movimento per la Giustizia proseguirà, sia nell'ambito dell'ANM sia in ogni sede che consenta il coinvolgimento dei cittadini e delle loro libere associazioni, nel suo impegno affinché trovi finalmente attuazione la VII disposizione transitoria della Costituzione per una nuova legge sull'ordinamento giudiziario in conformità con la Costituzione e non in contrasto con essa.
Nei prossimi giorni e nei prossimi mesi resterà alta l'attenzione del Movimento per la Giustizia e dei magistrati italiani per impedire nuovi attacchi a questi principi, e per reclamare un'adeguata risposta alla legittima ma sempre elusa aspettativa dei cittadini di una giustizia efficace e di qualità, capace di garantire i diritti di tutti.
1 dicembre 2004

Il CSM a larghissima maggioranza ha approvato un documento col quale si chiede un urgente confronto con il Ministro della Giustizia sui temi dell' efficienza e della effettiva disponibilità di risorse per la giustizia, rispetto a quelle previste dalla legge finanziaria.
Già due anni addietro il CSM aveva dedicato un plenum straordinario ai temi dell'efficienza e della ragionevole durata dei processi, sollecitando una serie di misure che non sono state adottate.
I laici del Polo, che hanno prima fatto mancare il numero legale, hanno infine votato un loro documento, che peraltro arriva alle medesime richieste e pure sottolinea la necessità di adeguati interventi in materia di efficienza della giustizia.
Con questo documento il CSM ribadisce ancora una volta la necessità che le risorse umane e materiali siano concentrate sull'efficienza e sulla riduzione dei tempi dei processi.
Ernesto Aghina, Paolo Arbasino, Maria Giuliana Civinini, Giuseppe Fici, Luigi Marini, Francesco Menditto, Giuseppe Salmè, Giovanni Salvi
Associazione Nazionale Magistrati

Comprensione delle ragioni della protesta espressa dalle organizzazioni sindacali del personale giudiziario
La crisi della giustizia è essenzialmente un problema di inadeguata organizzazione del servizio.
La scopertura dell'organico del personale amministrativo e la mancanza di una azione efficace riguardo alla riqualificazione sono una grave responsabilità del Ministro della Giustizia.
Il taglio della spesa pubblica dei ministeri ed il blocco del turn over nell'impiego pubblico avranno conseguenze drammaticamente negative particolarmente in settori, come quello giustizia, già in difficoltà gravissime.
L'Associazione nazionale magistrati sottolinea la esigenza di una valorizzazione del lavoro dei pubblici dipendenti e comprende la forte preoccupazione e le ragioni della protesta unitariamente oggi espressa dalle organizzazioni sindacali del personale giudiziario.
Roma, 30 novembre 2004 La Giunta Esecutiva Centrale
Associazione Nazionale Magistrati

MOVIMENTO PER LA GIUSTIZIA
Nei giorni 26-27-28 novembre scorsi il MOVIMENTO PER LA GIUSTIZIA ha tenuto a Roma l’Assemblea biennale prevista dallo statuto per il rinnovo delle cariche interne e per la discussione della linea culturale e di azione associativa sui problemi della giustizia e della giurisdizione.
L’Assemblea ha registrato la massiccia partecipazione di delegati provenienti da tutte le parti d’Italia,che hanno dato vita a un dibattito lungo,approfondito,intenso.
A conclusione del dibattito,l’Assemblea ha definito la valutazione dell’attuale situazione legislativa, caratterizzata dalle preoccupanti prospettive di riforma dell’ordinamento giudiziario e ha confermato la propria partecipazione alla Giunta dell’ANM nell’ambito di una gestione unitaria.
Infine,l’Assemblea ha proceduto all’elezione del Segretario generale, Nino CONDORELLI (Sostituto presso la Procura generale di Brescia) e del Presidente (Piero MARTELLO Giudice del Tribunale di Milano) e dei sette membri del Consiglio Direttivo (Citterio, Di Grazia, Mambriani, Mantovani, Petralia, Picardi, Sabatini)
L’Assemblea ha espresso al Segretario uscente,Armando Spataro, il suo affettuoso e convinto ringraziamento per l’appassionata e instancabile attività svolta per il Movimento e per l’impegno che egli ha garantito anche per il futuro.
Un po' di storia...
Il MOVIMENTO PER LA GIUSTIZIA è uno dei gruppi che compongono l’ANM.
Fondato nel 1988 su iniziativa, fra gli altri, di Giovanni Falcone, Calogero, Spataro, Tamburino, Zagrebelsky, Almerighi, Di Nicola, Nannucci, si è successivamente unito al gruppo di “Proposta ‘88” (tra i fondatori:Rachelie Amatucci). Attualmente raccoglie il consenso e il voto del 15% dei magistrati italiani e ciò gli ha consentito di esprimere 3 componenti del CSM, 5 componenti del CDC dell’ANM, e un alto numero di membri dei Consigli giudiziari nelle Corti d’Appello.
"A tutela degli irrinunciabili e comuni valori costituzionali : la presa di posizione di una parte dei magistrati onorari genovesi sui temi della giornata di astensione proclamata per il 24.11. 04 dall'ANM .
Sono Paola Frisone , vice procuratore onorario alla Procura della Repubblica di Genova e prendo la parola in questa assemblea a nome dei VPO genovesi e di una buona parte dei GOT del Tribunale di Genova: desideriamo ringraziare l'ANM per averci invitato e dato la possibilità di far sentire la nostra voce. La gravità delle questioni oggetto dell'assemblea è tale per le implicazioni sulle libertà e i diritti fondamentali di ogni cittadino che desideriamo evidenziare che interveniamo sia come magistrati onorari sia come cittadini La Federmot , che a livello nazionale è la associazione più rappresentativa della magistratura onoraria associata , ha diffuso nei giorni scorsi su Internet un documento con cui manifestando adesione ai contenuti del disegno di legge di (contro) riforma dell'Ordinamento Giudiziario , " dissente dalla scelta della ANM, ritiene che la proposta di separazione delle funzioni giudicanti da quelle requirenti non rappresenti un pericolo per l'efficienza della Giustizia o per l'indipendenza dei magistrati ".
Tale documento reca la firma del solo presidente e noi auspichiamo rifletta solo l'opinione personale del presidente e di alcuni aderenti Federmot e non della associazione in sé per il fatto che i contenuti di tale documento non sono mai stati oggetto di discussione o approfondimento in sede locale o di sondaggio via Internet tra gli iscritti .
Il nostro intervento vuole testimoniare alla magistratura togata che esiste una magistratura onoraria che non si appiattisce sui contenuti espressi nel citato documento Federmot.
Siamo qui proprio per manifestare la nostra solidarietà e il nostro appoggio morale alla odierna astensione proclamata dalla ANM in quanto riteniamo che sui fondamentali ed essenziali principi costituzionali di libertà , indipendenza , autonomia della magistratura, rispetto della giurisdizione e dei provvedimenti giudiziari , uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge non vi sia , non vi possa essere, non vi debba essere che un identico , profondo , consapevole idem sentire della res pubblica di tutti i magistrati , professionali e onorari , dell'avvocatura , dell'accademia, e di tutti gli operatori del diritto .
Questi sono valori irrinunciabili , presupposto necessario e non negoziabile di qualsivoglia riforma che riguardi la collocazione e le funzioni del magistrato nell'ordinamento . E' su altri temi che vi possono essere e vi sono divergenze tra gli operatori del diritto : noi condividiamo le istanze della Federmot tese alla stabilizzazione dei magistrati onorari, istanza che per contro è assai contrastata nel mondo del diritto. Stabilizzazione che noi qui presenti magistrati onorari chiediamo non solo quale riconoscimento dell' attività essenziale per il funzionamento della Giustizia che la magistratura onoraria tutta oggi sostiene ma anche quale condizione professionale continuativa, in forza della quale continuità gli operatori del diritto tutti non potrebbero non riconoscerci nella quotidianità del lavoro quella autorevolezza che è conseguenza della indipendenza da ogni pressione , autonomia di giudizio , professionalità nell'operare che è già propria di ogni magistrato onorario nello svolgimento del proprio lavoro. Ciò premesso auspichiamo che su tutti questi temi vi sia la volontà di perseguire una essenziale sinergia di intenti tra le associazioni della magistratura onoraria e l'ANM, di praticare nella quotidianità del lavoro una sincera collaborazione tra magistrati professionali e magistrati onorari; noi magistrati onorari siamo oggi in numero di circa diecimila: una grande realtà al servizio della Giustizia che offre e attende collaborazione a tutti e da tutti gli operatori del diritto e tra questi , in primis, ai e dai magistrati professionali . Noi abbiamo sempre guardato a Voi magistrati professionali come concreti garanti della legalità , ed oggi siamo come Voi, quali magistrati e quali cittadini preoccupati per la mutazione costituzionale dell'assetto della magistratura determinata dalla riforma dell'Ordinamento Giudiziario .
(testo dell'intervento orale svolto alla assemblea pubblica della ANM di Genova il 24.11.04, redazione a cura di Casapiccola Alessandra, Frisone Paola, Panella Daniela viceprocuratrici onorarie e Gagliano Giovanna, giudice onorario di Tribunale quale esito delle consultazioni tra i VPO genovesi e una buona parte dei GOT del Tribunale di Genova)
UNITA' PER LA COSTITUZIONE

L'ultimo appello
Non va espressa solidarietà ai magistrati italiani per la (contro) riforma dell'ordinamento giudiziario che sta per essere approvata ma ai cittadini che si troveranno di fronte ad una giurisdizione che potrebbe accentuare le diversità di tutela. Una magistratura meno libera - all'interno ed all'esterno - rappresenta un arretramento nel controllo di legalità verso i poteri più forti.
L'ennesimo sciopero (il terzo in due anni) al quale ha aderito con sofferenza istituzionale -pur nella irrinunciabile diversità di culture e di sensibilità personale- la quasi totalità dei magistrati italiani rappresenta un ulteriore appello alla riflessione sui contenuti di una legge che l'intera cultura giuridica considera irrazionale, tecnicamente impraticabile, di retroguardia, fortemente sospettata di incostituzionalità. Non è una battaglia di casta ma di salvaguardia di valori fondamentali.
Se il Parlamento, nella sua indiscussa sovranità, dovesse tradurre in legge quella che oggi appare una riforma di propaganda (si parla di riforma della giustizia ma nessuno spiega ai cittadini che i processi, se possibile, dureranno un giorno di più anziché uno di meno per l'obbligata distrazione dei magistrati a costruirsi carriere) dovrà essere il Capo dello Stato - quale garante del patto costituzionale - a verificare la compatibilità del dato normativo con i principi costituzionali.
La sua autorevolezza istituzionale costituisce per i magistrati una garanzia.
La (contro) riforma dovrà poi essere attuata e quindi applicata. Difficilmente sarà possibile - per le evidenti contraddizioni interne e per la macchinosità del sistema - arrivare ad una completa attuazione. E' prevedibile che si instaureranno numerosi procedimenti contenziosi dove il Consiglio Superiore della Magistratura sarà chiamato a svolgere il suo ruolo costituzionale di governo dei magistrati verificando la compatibilità delle norme con i principi costituzionali.
Tutto questo potrebbe essere evitato se si privilegiasse la cultura dell'ascolto - e quindi della rimeditazione- a quella della prova di forza. In questo quadro di oscurantismo giuridico non può non preoccupare l'evoluzione del disegno di legge sui termini di prescrizione dei reati. Si rischia - con una riduzione dei termini di prescrizione che invece dovrebbero essere sospesi in pendenza di impugnazioni strumentali finalizzate ad allontanare il giudicato penale - di consegnare agli archivi dell'incertezza tutta una serie di processi anche per gravi reati economici e comuni. L'effettività della pena diventerebbe un'utopia.
Unità per la Costituzione ritiene che debba prevalere il senso istituzionale della Politica rispetto a finalità secondarie. E proprio al senso del bene comune si richiama affinché il problema giustizia venga affrontato con coordinate di intervento che rendano finalmente il sistema efficiente ma garantito, realizzato da una magistratura libera e moderna e da una avvocatura responsabilizzata nel suo ruolo di parte essenziale della giurisdizione.
Tutto il resto sembra appartenere ad un'altra storia.
Milano novembre 2004
Fabio Roia Segretario Generale
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